Ivo il tardivo - Film (1995)

Interessante commedia, diretta (ed interpretata) con buona maniera da Alessandro Benvenuti e resa piacevole grazie alla presenza della brava Francesca Neri, affiancata al taciturno Vito (il bolognese Stefano Bicocchi). Si ride con garbo e già questo distingue un prodotto che ha - paradossalmente - origini toscane, ma appare privo di volgarità e battutacce. Bella storia, da vedere almeno una volta.

Lo sdoganamento dello scemo del paese. Il faccione di Benvenuti/Ivo è statico e impenetrabile di suo, ma in Ivo il tardivo questo requisito diventa indispensabile per narrare di un'anima pura e semplice. A guardare bene il film è "truccato" anche lui da scemo, ma scemo non è (maledetto riferimento a Forrest Gump) anzi. Trovate bislacche, solito frasario da "giancattivo", ma credo nella assoluta originalità della pellicola. Vedere per credere.

Sorta di Forrest Gump toscano, Ivo, un malato di mente uscito dal manicomio è il protagonista di una strana commedia diretta e interpretata (bene) da Alessandro Benvenuti. Il film è un'opera surreale che mira a collocare la malattia mentale nel territorio delle eccentricità e benchè il concetto sia discutibile bisogna ammettere che le figure dei "matti" mostrate dal film possiedono un loro fascino legato all'efficacia della messa in scena e della sceneggiatura.Originale.

Purtroppo è noiosissimo. Non c'è il minimo ritmo e quando arrivano le accelerazioni è solo perché qualcuno dei "matti" dà i numeri. Nulla da dire sull'intento sociale, ma il problema è che il film manca di polso. Alla fine dei conti lo regge la Neri la quale, ovviamente, non può fare i miracoli. Conclusione un po' tirata per i capelli e immancabile il finale buonista. Un'occasione persa?

Poetico e surreale, Ivo porta con sé una comicità leggera, fatta di poche parole biascicate e di goffi gesti insieme a una drammaticità dirompente, che costringe a guardarsi dentro, a chiedersi se poi, alla fine, i "tardivi" non siamo noi che passiamo la vita a tentare di liberarci da tante sovrastrutture. Ivo è l'istinto, quello genuino, eppure i suoi disegni sono complessi, dettagliati, perché così è la Natura, che dal caos crea meraviglie. Ottimo Vito, buona la Neri, Benvenuti è un gigante, in ogni senso.

Un'ottima performance attoriale di Benvenuti, non adeguatamente supportata dal Benvenuti autore che parte benissimo ma si perde leggermente quando l'azione si sposta nell'appartamento che Ivo condivide con altri emarginati. Qualche lentezza e banalità di troppo, oltre alla poco stimolante svolta del Rolex come punto di rottura. Comunque ci sono molti momenti teneri, la Neri pure è brava e la colonna sonora supporta al meglio il carattere infantile ma non stupido del personaggio di Ivo. Scelta benissimo la location paesaggistica d'inizio e fine.