La rappresentazione cinematografica americana dello sport e dei personaggi che gli ruotano attorno è spesso basata sulla spettacolarità. Questo funziona e non stride (o ci siamo abituati) finché si tratta di sport popolari in quel Paese. In questo caso si parla di sci e delle Olimpiadi e la personalizzazione made in Usa (vittoria a tutti i costi, rapporti con il coach, sfida più che agonismo) risulta troppo evidente e quasi innaturale. Il finale è discutibile, ma rientra nei canoni suddetti.
Il film si potrebbe ricordare, più che per la risibile storiella olimpionica, per il bel viso di Robert Redford e Camilla Sparv. In effetti non è che i dialoghi e la sceneggiatura portino mai a scossoni o colpi di scena; piuttosto si evidenzia l'esigenza americana di vincere, il bisogno di imporsi. La stessa location poteva esser sfruttata meglio invece di esser tratteggiata in modo quasi macchiettistico. C'è pure un poco sfruttato Hackman!
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DiscussioneRaremirko • 4/11/19 22:37 Call center Davinotti - 3862 interventi
Valido film sportivo, con un duo di mostri sacri non troppo sfruttato.
Script poco profondo, ma c'è da dire che il film scorre via bene e veloce, che non è poco.