Note: Primo episodio del ciclo "I giochi del diavolo. Storie fantastiche dell'Ottocento" trasmesso dalla Rai. Tratto dal racconto “L’uomo della sabbia” di E.T.A. Hoffmann.
Quando si parla di letteratura fantastica il nome di Hoffman è d’obbligo; Questi ne onora il racconto più celebre in maniera fedele, rendendo conto della progressiva follia in cui viene travolto il giovane protagonista, vittima delle paure infantili – efficacemente sintetizzate in un prologo tra ombre e soggettive - e mesmerizzato da alchemici esperimenti. Donato Placido recita convinto la parte, Feliciani è un’impeccabile incarnazione del ripugnante, satanico Coppelius e la livida fotografia ricrea scorci e atmosfere ottocentesche. Tv italiana ancora su alti livelli.
MEMORABILE: Il macabro racconto di Nataniele; gli occhi strappati e sanguinanti; «Trottola di legno... pupattola di legno... gira nel cerchio di fuoco, gira!!!».
Ritmo catatonico e interpretazioni imbarazzanti rendono difficile appassionarsi a quanto accade sullo schermo. A quanto leggo, si tratta di una riproposizione assai fedele del racconto di Hoffmann, ma la cifra stilistica, assai teatrale, scelta da Questi non convince. Di salvabile c'è soltanto la cura della messa in scena. Peccato perché sicuramente il soggetto si prestava a raggiungere risultati ben più brillanti.
Che eleganza nelle ambientazioni e soprattutto nella scena del duello tra i due cognati! Da apprezzare la sobrietà nella messa in scena che rende il tutto molto rilassante (nonostante sia una storia classica di inquietudini e paure) e soprattutto fine. Stilosissimo, nonostante le interpretazioni non particolarmente brillanti. Per essere un prodotto televisivo, vista in particolare l'epoca di produzione, non sembrerebbe nemmeno italiano. Meritevole di essere riscoperto.
Ci vuole un coraggio da leoni per ridurre all'immagine uno dei testi più complessi della letteratura moderna (Freud vi modellerà un suo saggio sul perturbante). L'operazione paga, infatti, pegno (anche per demerito di recitazioni non all'altezza) e la trama è condotta su un banale filo narrativo più che sull'evocazione. S'intuisce, a volte, la profondità della follia del protagonista, preda degli incubi più neri dell'anima, soprattutto nelle sequenze con Olimpia; discretamente tratteggiati i caratteri di Coppola/Coppelius e Spalanzani.
Brutto è l’aggettivo che racchiude meglio l’essenza del lavoro di Questi. Un’impostazione piatta e invecchiata malissimo ci conduce verso dialoghi verbosi e pesanti a cui gli attori non riescono a dare un minimo di enfasi. Non aiuta la regia che definire statica è dire poco, mentre una miriade di punti morti inficiano ulteriormente il gradimento di un’opera difficile da digerire come il cemento a colazione. Trasporre un racconto in questo modo significa ammazzarlo sul nascere e difficilmente viene in mente qualcosa che si possa salvare.
Un'amalgama perfettamente coesa nello stile e nella forma, sostenuta da una sceneggiatura incalzante, priva di manchevolezze. Attori di evidente livello teatrale, padroni di un'arte ormai perduta nel cinema nostrano, vengono seguiti con occhio discreto da una regia sobria e funzionale attraverso ambientazioni visivamente impeccabili, esitando in un'opera fine, evocativa e pregna di fascino. Pellicola che appaga senza cedimenti e prevaricazioni strutturali. Altamente godibile, da rivedere.
Un giovane studente è ossessionato da un passato che non gli lascia tregua, in una dimensione allucinatoria che pare ereditata dalla sua progenie. Atmosfere tutte alla Dostoevsky per questo episodio “demoniaco” televisivo, in cui follia e sentimenti si mescolano senza soluzione di continuità ma che risultano pregnanti solo nelle intenzioni. La resa narrativa appare infatti poco incisiva e ripetitiva fino al tedio, mortificando una storia che avrebbe meritato molto di più.
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Homesick ebbe a dire: Questa serie (meglio "ciclo", direi, anche se IMDB considera impropriamente i termini "serie tv", "sceneggiato" e "ciclo" come sinonimi) dovrebbe venire trasmessa per intero da Raimovie, che infatti ha già mandato in onda i primi due film (L'uomo della sabbia e La Venere d'Ille); quindi, salvo imprevisti, tra qualche settimana dovremmo riuscire ad averla completa.
Da quello che leggo, purtroppo, dopo i primi tre film della serie temo che Rai movie non prosegua.
Sabato notte, tra 10 e 11 maggio, infatti non compare l'episodio quattro...:-(
Didda23 ebbe a dire: Mco, colgo l'occasione per dirti che il tuo avatar è semplicemente fantastico. Rievoca dei bellissimi ricordi...
Sei magico Didda!!!
Dawson's Creek e Katie Holmes mi accompagnano da sempre.
E, appena posso, mi rifugio in qualche puntata della serie o rivedo qualche film con la Katie.
Pensa che Abandon (che considero una sorta di Dawson's Creek in thriller-trasposizione- evolutiva filmica)mi ha talmente caricato di emozioni che è assurto a personal cult al di là dei meriti estetici...
Grazie ancora dell'apprezzamento amico mio, mi fanno sempre piacere i tuoi interventi.
Ciaooooo
Quella foto racchiude la spensieratezza e la libertà della adolescenza. Vestiti comodi, piedi nudi, nessuna paura di mostrarsi per ciò che si è. Dawson's Creek è pure un cult buiesco. Non è la mia serie preferita, ma rieccheggia un periodo indimenticabile della mia vita. Ripeto, avatar magnifico. (non cambiarlo per un pò,mi raccomando).
Didda23 ebbe a dire: Quella foto racchiude la spensieratezza e la libertà della adolescenza. Vestiti comodi, piedi nudi, nessuna paura di mostrarsi per ciò che si è. Dawson's Creek è pure un cult buiesco. Non è la mia serie preferita, ma rieccheggia un periodo indimenticabile della mia vita. Ripeto, avatar magnifico. (non cambiarlo per un pò,mi raccomando).
Hai colto in poche righe ciò che rappresenta quell'immagine!
Te lo prometto, Didda, mi (ci) accompagnerà per un bel po'.
Ciao e buone melanconiche(ma al contempo emozionantissime)condivise reminiscenze!!!