Miniciclo: 9 THRILLER DALLA PELLE DI DONNA
Di primo acchito sembrerebbe il solito soufflè mal riscaldato di attrazioni più o meno fatali derivate dal capolavoro di Lyne. In parte lo è, ma dalla sua ha una tosta regia femminea che gli dà valore aggiunto, una tensione sempre costante (le battute mozzafiato al party, le pantomime di Singer per nascondere il tradimento), centimetri di pelle in più nelle bollenti scene di sesso e un finale brutale e ben poco consolatorio, che lo eleva spanne sopra alla media del genere.
Certo, la scopiazzatura e ben evidente e poco aggiunge a quanto detto magnificamente da Adrian Lyne (o più indietro da Clint Eastwood), ma la Peterson ci aggiunge una sana dose di cattiveria (il finale) e dirige con mano salda (ottimo Marc "Visitors" Singer-che in alcuni momenti assomiglia a Kevin Bacon- e diabolica Lisa Pescia, i suoi PP sul volto divorato dalla schizofrenia sono ben resi-vedere la scena della cena mancata, dove la Pescia sfascia la tavola-, e che spedisce al suo amante i rifiuti della cena andata buca -con tanto di chele di granchio-o una videocassetta compromettente-sado hard amatoriale-che il figlioletto crede sia un cartone animato e la infila precipitosamente nel VCR-salvo tempestivo salvataggio in "extremis" di Singer: "
Quello del negozio ha sbagliato a darmi la videocassetta")
L'inizio dava ben poche speranze (in più col tremendo sax in colonna sonora, atroce marchio di fabbrica degli "straight to video" novantiani), con scene di sesso patinatissime in uno centro che studia le pulsioni sessuali che portano alla violenza e all'aggressività
Poi il film si fà interessante, tra caloriche scene di sesso tra Singer e la Pescia (in piedi, da tergo, in doccia, e da antologia sesso a "rischio", su un furgone noleggiato per "l'occasione", proprio fuori dalla casetta di Singer)
Rotta la relazione (tengo famiglia) la Pescia mica si arrende e prima manda "regalini" per posta a Singer e famiglia, poi cerca di dare fuoco alla casa e nelle violente battute finali (girate al ralenti) la situazione si capovolge imprevedibilmente, con un finale beffardo e ben poco consolatorio (che dà al film un notevole valore aggiunto)
La futura regista dei terzi
Critters tiene ben salda la tensione, non disdegna momenti "gory" (l'incubo dell'evirazione a morsi che stà tra
L'ultima casa a sinistra e il verhoeviano
Il Quarto Uomo) e regala momenti assoluti da antologia (le bugie continue di Singer alla moglie per nascondere il tradimento, tutti i momenti del ricevimento all'aperto in casa Singer)
Insomma, tutto quello che non ti aspetti da un filmetto uscito direttamente per il mercato delle vhs e dal titolo italico alquanto anonimo e abusato
Nulla di trascendentale, ma si porta in saccoccia il suo "sporco lavoro" da robusto b-movie
Curiosamente il doppiaggio italiano (nemmeno inascoltabile, visto il target del film) omette il torpiloquio