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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/02/14 DAL BENEMERITO PAULASTER
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Vita all’interno del carcere di Secondigliano nella relazione tra detenuti e guardie. Accento sul tentativo (riuscito) di creare un rapporto umano tra chi deve sopravvivere in due metri per tre e chi deve mantenere l’ordine. Perché, nelle debite proporzioni, stare in gabbia non è facile né per gli uni né per gli altri. Interessante l’aspetto psicologico e ambientale nei dialoghi e i singoli momenti di vita carceraria.
MEMORABILE: I detenuti che chiamano le celle, “stanze”; Le passeggiate avanti e indietro nel cortile; Il detenuto slavo che non vuole compagni di cella.
Marra evita di ripercorrere gli stereotipi più conosciuti sulla realtà carceraria italiana focalizzando l'attenzione sull'aspetto psicologico e comportamentale di detenuti e personale nella casa di pena di Secondigliano. Il documentario ci rende partecipi di una giornata "tipo" del detenuto Raffaele, tra il difficile equilibrio con gli altri compagni e i colloqui psicologici con l'ispettore capo, durante i quali viene fuori la consapevolezza del giovane, lontana sia dal pentimento che dall'orgoglio.
MEMORABILE: La mania per le pulizie della cella; La capacità di mediazione di Raffaele; La cocciutaggine del detenuto Ceco.
Vincenzo Marra HA DIRETTO ANCHE...
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