Ghosts... of the civil dead - Film (1988)

Ghosts... of the civil dead
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Ghosts... of the Civil Dead
Anno: 1988
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "Ghosts of the civil dead". Presentato alla Settimana della Critica della XLV Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Combinando episodi accaduti in diverse prigioni tra l'America e l'Australia, l'esordiente John Hillcoat (che in sceneggiatura si fa aiutare da ben quattro persone compreso Nick Cave, evidentemente molto addentro al progetto dal momento che vi recita e ne scrive le musiche) racconta per frammenti la (non)vita in un carcere di massima sicurezza isolato nel deserto australiano. Una commissione investiga sugli episodi di folle violenza lì accaduti e la scelta è quella di far passare negli intervalli un testo composto sullo schermo di un computer che ha il compito di scandire i diversi momenti. Ma sono anche gli improvvisi esterni sull'edificio a costituire le transizioni da una scena all'altra; scene...Leggi tutto caratterizzate da pochi dialoghi e una ricerca formale non indifferente (Hillcoat viene dalla direzione di videoclip, girati per Depeche Mode, Bush e naturalmente Nick Cave). I detenuti si spostano come zombi negli asettici ambienti della prigione (che ricordano talvolta i fantascientifici corridoi bianchi dell'esordio di George Lucas), subiscono in silenzio le angherie dei secondini, reagiscono scambiandosi tra loro pochissime parole, drogandosi... Hillcoat naturalmente non arretra nemmeno davanti ai casi di omosessualità diffusa, stando sempre molto attento a cosa inquadra e a come lo fa, disegnando a sprazzi immagini di grande suggestione. Grazie anche alle musiche di Nick Cave (scritte con Blixa Bargeld e Mick Harvey) l'atmosfera è molto vicina a quella di un livido incubo che non lascia scampo, spezzato in mille schegge che regalano volti e sguardi senza speranza, persi nel vuoto di un presente al quale i detenuti non vogliono nemmeno guardare, reietti dimenticati dal mondo, privi di ogni aspirazione o quasi. I primi piani e l'evidente ricercatezza formale ci allontanano dal documentario: Hillcoat ha ambizioni più alte, vuole lasciare il segno e indubbiamente per molti versi riesce nell'intento. Non gli interessa coinvolgere con una storia, non vuole compiacere chi è avvezzo a un cinema diverso. Punta a colpire e basta, risultando tuttavia spesso stucchevole, inevitabilmente. Si avverte una ripetitività chiara che a lungo andare la maniera non può eludere, lasciandoci in balia di un incubo liquido destinato a non condurre troppo oltre, a un'osservazione fredda di un'umanità lontana. La violenza di cui si legge nei comunicati è visivamente attenuata, spesso mascherata: non è quello ciò che Hillcoat vuole portare alla luce quanto l'azzeramento della socialità, l'abbrutimento intellettivo di uomini trattati come bestie.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/02/14 DAL BENEMERITO SCHRAMM POI DAVINOTTATO IL GIORNO 21/10/16
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Schramm 3/02/14 13:19 - 3490 commenti

I gusti di Schramm

Avanti non poco su modi e tempi, Hillcoat precorre di circa 20 anni l'ammorbante malaria che fortifica il carcerario odierno, compenetrando i gironi danteschi -e le asettiche ambientazioni a tenuta stagna- di un Oz con tutto l'implosivo e autolesivo Asperger mode di un Hunger: si pone come nudo e crudo retrovisore di una reale deflagrazione di violenza collettiva avvenuta in un carcere di massima sicurezza australiano ma la dirige con il cupo climax ipertensivo di un truce horror a lenta ma inesorabile carburazione. Un impagabile Nick Cave presta la sua nequizia al grande schermo.
MEMORABILE: Il tessuto sonoro a opera di Blixa Bargeld e dello stesso Cave; i raggelanti 20' finali.

Daniela 10/06/14 11:26 - 12606 commenti

I gusti di Daniela

Un carcere di massima sicurezza piazzato nel mezzo del deserto australiano: archittettura moderna, celle spaziose e senza sbarre, impianti di sorveglianza modernissimi, eppure è un inferno in cui, con consapevolezza criminale, sopraffazioni e violenze di ogni tipo conducono carcerati e guardie ad una situazione di tensione insostenibile, destinata a sfogarsi nel peggiore dei modi. Approccio semi-documentario per un'affresco pre-ozico di estrema durezza, senza compiacimenti estetici e alibi spettacolari, a tratti insostenibile. Nick Cave, oltre alla musica, ci mette anche la faccia patibolare.

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  • Discussione Schramm • 4/02/14 12:32
    Scrivano - 7693 interventi
    zendy, la locandina cinematografica d'epoca del film è questa:

    http://www.alluc.to/thumbnails/23729l/Ghosts-of-the-Civil-Dead.jpg
  • Discussione Zender • 4/02/14 14:17
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Non mi pare proprio una locandina questa, quanto piuttosto un'autentica farloccandina.
  • Discussione Schramm • 4/02/14 14:24
    Scrivano - 7693 interventi
    niente affatto, è proprio l'originale locandina cinematografica d'epoca, riportata anche da ciak a suo tempo. l'assenza del cast tecnico intende rispecchiare la fantasmaticità rilanciata dal titolo e il deserto suggerito dalla foto.

    se vuoi una prova, cerca la ost, il disco di allora ha la medesima copertina
    Ultima modifica: 4/02/14 14:37 da Schramm
  • Discussione Schramm • 4/02/14 14:36
    Scrivano - 7693 interventi
    voilà:

    Ultima modifica: 4/02/14 14:37 da Schramm
  • Discussione Zender • 4/02/14 14:50
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Qualcuno l'ha allungata brutalmente allora, quella del disco si vede che è più corretta. Ma quella che ho messo scusa, cosa sarebbe? Mi pare una locandina ufficialissima.
  • Discussione Schramm • 4/02/14 15:21
    Scrivano - 7693 interventi
    quella messa da te è la cover del dvd, come intuibile anche dal rating in esergo a sinistra

    la voici:

  • Discussione Schramm • 4/02/14 15:34
    Scrivano - 7693 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Qualcuno l'ha allungata brutalmente allora

    non saprei, ma anche su ciak risulta pubblicata in quel modo/formato
  • Discussione Zender • 4/02/14 18:28
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Ok, la cambio, visto che mi sembra ci tieni molto. Però non è che nessuno ci obbliga a mettere la location cinematografica al posto di quella del dvd se quella cinematografica fa particolarmente pena o se si vede male (qui la definizione è appena accettabile).