Dallas buyers club - Film (2013)

Dallas buyers club
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Dallas Buyers Club
Anno: 2013
Genere: drammatico (colore)
Note: Ispirato a una storia vera.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Indubbiamente ciò che più colpisce del film è la magistrale interpretazione di Matthew McConaughey: per l'aderenza fisica al personaggio, certo (costatagli un dimagrimento di 25 chili), ma soprattutto per la straordinaria capacità di rendere tangibile l'effetto del male (l'Aids) sull'animo di chi lo vive in prima persona, per quel salire sopra le righe senza mai farlo apparire come una forzatura; non un'espressione sbagliata, non uno sguardo riconoscibile come finzione cinematografica. E' inevitabile che la storia, pur non qualsiasi, pur ricca di spunti di riflessione che meriterebbero un'analisi attenta, passi in secondo piano, nel bene e nel male: celando i punti deboli facilmente rintracciabili...Leggi tutto in una certa staticità causata dalla riproposizione eccessiva della medesima situazione ma anche offuscando i passaggi importanti nella lotta alle lobby farmaceutiche, alla discutibile presa di posizione della legge nei confronti di chi cerca nelle cure alternative una via di salvezza e di speranza. L'architrave della sceneggiatura è solida, lo sviluppo intelligente, ma fatica a farsi strada nonostante dialoghi ben studiati che lasciano intravedere un'attenzione non comune allo script. Sarà forse colpa di una regia troppo defilata, piatta, che si limita a seguire i personaggi provando senza convinzione a lasciare il segno con qualche ghiribizzo ininfluente, nell'economia complessiva. La prima fase racconta la difficile accettazione da parte del protagonista della sua condizione di malato terminale (o giudicato tale dal medico che ne riscontra casualmente la positività al test dell'hiv), l'incredulità per l'aver contratto un male che ingenuamente credeva fosse solo esclusiva degli omosessuali; la seconda affronta la ricerca disperata di una via d'uscita attraverso l'assunzione di qualsiasi farmaco possa fomentare la speranza; la terza la realizzazione di poter ricavare un business (il Dallas Buyers Club, per l'appunto) da cure alternative che sembrano molto più efficaci di quelle che la medicina sta tentando di sperimentare tra mille difficoltà (l'AZT): un'impresa complessa, che prevede frequenti viaggi all'estero per l'acquisto di medicinali da rivendere al dettaglio a chi non vede l'ora di tentare ogni strada per rallentare il progredire della malattia. A margine di tutto l'amicizia con un transessuale (Jared Leto) a sua volta sieropositivo, dapprima apostrofato con un "qualsiasi cosa tu sia stammi lontano", poi affezionato compagno di battaglia; sicuramente una bella performance, la sua, ma meno incisiva di quanto si possa credere, nonostante la bravura di Leto. Nell'insieme un film toccante, benché un po' zoppicante e carico di stereotipi nelle figure di contorno; non così virtuoso nella messa in scena e nella struttura (anzi, un po' bolso se vogliamo e non impeccabile nella ricostruzione d'epoca, ovvero la seconda metà degli Ottanta) ma tenuto sempre e comunque in piedi dal suo carismatico accentratore.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/01/14 DAL BENEMERITO DANIELA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 2/02/14
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Daniela 15/01/14 15:04 - 12606 commenti

I gusti di Daniela

Dopo un banale incidente sul lavoro, Ron Woodroof scopre di essere sieropositivo e con poche settimane di vita. Dopo l'incredulità e la disperazione, si mette in affari con un transessuale per contrabbandare medicine alternative... Film che affronta temi importanti come il diritto a scegliere le proprie cure, il predominio dei colossi farmaceutici, l'omofobia e i pregiudizi contro i sieropositivi, ma resta impresso soprattutto per la performance intensa di uno scheletrico McConaughey, che finisce per marginalizzare anche il pur notevole Leto, di commovente fragilità.

Greymouser 19/01/14 17:59 - 1458 commenti

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Due grandi interpretazioni: McConaughey e Leto. Il film, dal soggetto forse un filo demagogico, vale già solo per questo. Da apprezzare, comunque, la sceneggiatura equilibrata e misurata, senza facili tracimazioni emotive o retoriche. La regia non ha guizzi di rilievo, ma appare solida e lineare, sicuramente adeguata al genere della denuncia civile. Il risultato è un film che commuove senza toni enfatici, e fa riflettere anche grazie alla sincerità trasparente delle intenzioni nel toccare più di un tema sensibile e delicato.

Mickes2 21/01/14 14:09 - 1670 commenti

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Sorta di biopic corale che abbraccia sia il vissuto di Ron Woodroof sia una complicatissima situazione che in quegli anni andava ben delineandosi: l’avidità e l’ottusità omicide delle case farmaceutiche. Film che richiama alla lotta per la vita, la speranza, l’altruismo oltre le barriere del pregiudizio. Una denuncia sociale, una battaglia contro il sistema che diventa parabola esistenziale dal basso profilo come la regia, che acquisisce spessore nel suo essere antiretorica e nella prova empatica e viscerale di un trasfigurato McConaughey.

Paulaster 5/02/14 10:03 - 4375 commenti

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Film dove le trasformazioni attoriali sono predominanti: McConaughey e Leto sono di una magrezza impressionante oltre a dare il tocco umano necessario. Per il resto la regia vivacchia senza acuti: gli anni 80 sono sfocati, la seconda parte è più statica, con l’ingresso della Garner si va nel melenso. Anche la critica al sistema medico poteva essere più incisiva in quanto non tocca le lobby. Una storia che fa riflettere e invece aveva i crismi per alzare i toni anche sociali.
MEMORABILE: La stanza con le farfalle.

Redeyes 4/02/14 07:31 - 2442 commenti

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Ad anni dal notevole Philadelphia si torna a trattare un tema scomodo e doloroso come l'AIDS e per quanto appaia come una bestemmia, lo si fa con un piglio più convincente e meno "artificio". Impressionante la prova del poliedrico McConaughey: mai teatrale, mai superfluo, al suo fianco un Leto a suo agio con droghe e disperazione e una Gardner finalmente convincente. Il film scorre, colpendo a più riprese lo spettatore ma senza indugiare in patetismi a buon mercato o storielle d'amore inverosimili. Eccellente.

Galbo 4/02/14 05:47 - 12372 commenti

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Il dramma dell'AIDS in un film che parla della malattia ovviamente, ma anche della solidarietà tra emarginati per motivi sociali o sessuali, nonché della lotta per la sopravvivenza. Il valore aggiunto è sicuramente la straordinaria prova dell'attore protagonista: Matthew McConaughey è autore di una performance non solo fisica ma anche emotiva, in grado di marginalizzare gli altri membri del cast, il pur bravo Leto compreso.

Didda23 4/02/14 10:55 - 2424 commenti

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Crea un certo senso di smarrimento ritrovare, in chiave profondamente drammatica, la coppia McConaughey/Garner che aveva lavorato in precedenza al dimenticabile La rivolta delle ex. Il primo (grazie alla svolta friedkiana) compie un miracolo recitativo e dona un'umanità profonda al proprio personaggio. La sceneggiatura offre spunti interessanti soprattutto per la critica alle case farmaceutiche e alla libertà di scelta - temi ancora molto caldi. Peccato per la regia, che soggiace troppo sommessamente alla storia, non offrendo quel quid in più che avrebbe trasformato il film da buono a buonissimo.
MEMORABILE: Leto, che dovrebbe recitare più spesso (mancava da troppo tempo).

Capannelle 10/02/14 08:52 - 4394 commenti

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In effetti sono loro due l'anima del film, McConaughy e Leto, che prestano anima e corpo per interpretare due vittime del contagio dell'Aids che trovano la forza di sperimentare e distribuire terapie alternative. Senza raggiungere vette altissime il film si articola bene e propone un approccio sentito ma non melodrammatico a un problema centrale per quegli anni.

Rebis 7/02/14 11:41 - 2331 commenti

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Jean-Marc Vallée sa bene di cosa è capace Matthew McConaughey quando irrompe sulla ribalta del palcoscenico: per questo marginalizza la regia e gli concede tutto lo spazio. D'altronde il cast di comprimari è efficiente, la sceneggiatura robusta, la redenzione vera e il Calvario è raggiunto per tematiche importanti. Con tempi e mezzi ridotti all'osso, forse era la scelta più sensata, o semplicemente una scommessa vinta in partenza. Ma nei suoi momenti migliori, quello di Vallée è anche un encomiabile lavoro di sottrazione, un esempio di antiretorica, un raro esercizio di abnegazione autoriale.

Xamini 7/02/14 16:04 - 1244 commenti

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Fosse stato, chessò, anche il protagonista del nuovo film dei Coen, McConaughey sarebbe senza dubbio l'attore del momento. Sulle sue insolitamente gracili spalle (finirà per giocare con il proprio fisico come Bale?) poggia l'essenza di questo biopic drammatico, in cui la regia non si fa sentire (fa un attimo eccezione il rodeo), ma tutta l'umanità dei due protagonisti viene a galla, anche con qualche sorriso qua e là. Non aspettatevi grandi sbalzi emozionali, però.
MEMORABILE: L'immagine di lui nella stanza delle farfalle. Un po' a sé, ma efficace

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Puppigallo 9/02/14 11:47 - 5251 commenti

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Il film è Matthew McConaughey. Il suo personaggio oscura tutto, il bravo Leto e persino la vicenda, tristemente nota, di quegli anni parecchio bui, dove i malati di AIDS erano poco più che cavie nelle mani delle compagnie farmaceutiche che li avvelenavano, guadagnandoci. Questo rozzo, omofobo e apparentemente insensibile cowboy da rodeo, costretto all'angolo e ripagato con la sua stessa moneta (diventa il reietto e viene creduto gay), tirerà fuori il meglio-peggio, ridisegnandosi poco alla volta (è qui che sta la grande bravura di McConaughey, perchè il tutto avviene naturalmente). Notevole.
MEMORABILE: Al travestito "Levati subito dai c., qualunque cosa tu sia"; ll protagonista, a cena, porta alla dottoressa un quadro con fiori dipinti (geniale).

Ryo 10/02/14 02:32 - 2169 commenti

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Ispirato alla vera storia di Ron Woodroof. Un film spiazzante e a tratti disturbante, per la cruda realtà che viene raccontata. Le scenografie, i movimenti di macchina, la fotografia sono tutti elementi preposti a trasudare un'aria malsana... riuscendoci alla grande. Il protagonista che tiene le redini di tutto il film (per parafrasare il rodeo iniziale e finale) è un irriconoscibile quanto superbo Matthew Mconaughey, una performance: attoriale stellare quella dell'attore, dimagrito di 20 Kg per l'occasione. Splendido anche Jared Leto alla prese con uno dei personaggi migliori della sua carriera.
MEMORABILE: Ron vestito da prete; L'abbraccio sincero fra Ron e Rayon.

Manrico 10/02/14 12:10 - 95 commenti

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Film che si regge sulle interpretazioni, un po' schematico ma in fondo sempre onesto, "Dallas Buyers Club" tocca un argomento che sembra appartenere alla storia e che invece ha segnato profondamente la nostra contemporaneità. Vera e propria "peste" di fine '900 (aviarie ed ebola, pur tremende, avranno più una vita mediatica che un reale impatto globale), l'Aids ha una storia cinematografica non amplissima, ma intensa (Philadelphia, Notti selvagge) cui il dinoccolato Ron si aggiunge come un personaggio da non dimenticare.
MEMORABILE: Il travestimento da prete.

Quietcrash 10/02/14 15:09 - 83 commenti

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Film sull'AIDS e sul mondo economico che gli gira attorno. Eccellente prova di Matthew McConaughey, impeccabile. Si nota però una regia un po' anonima, sostenuta solo da una sceneggiatura ben scritta con discutibili microsequenze inserite random, inutili e senza senso per allungare il film di qualche minuto. Da vedere, comunque.

Deepred89 19/02/14 01:06 - 3701 commenti

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Storia vera, riscatto, lotta alle istituzioni: l'America la conosciamo, la sua Mecca cinematografica pure e quindi non ci si stupisce di afferrare in soli 5 minuti le future evoluzioni dei caratteri dei personaggi, quali ostacoli incontreranno e chi sarà il primo a lasciarci le penne. Ciò non è poi così grave, al contrario di una sceneggiatura che dopo la metà va in loop e del fatto che da quel punto ovunque si fossero piazzate la didascalie finali sarebbe andata sempre bene. Protagonisti in vena di Oscar, tra megadiete e look alla Mark Bolan.

Nancy 6/03/14 15:06 - 774 commenti

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Il film si compone completamente dell'interpretazione dei suoi attori: senza di essi e senza la loro fisicità soprattutto la sceneggiatura sarebbe poca cosa e forse risulterebbe un tantino fiacca. Certo c'è la denuncia storica dell'inadeguatezza del sistema sanitario statunitense nel gestire l'emergenza AIDS negli anni 80, ma passa in secondo piano rispetto alla bravura e alla naturalezza con cui Leto e soprattutto l'incredibile McConaughey danno corpo ai personaggi principali (meritatissimi in questo caso gli Oscar).
MEMORABILE: La scena con le falene.

Saintgifts 10/03/14 10:07 - 4098 commenti

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Appare subito evidente un'impostazione di stampo gergale (del resto siamo nel campo dei rodei texani), con un'ingenerosa apertura sulla fine del compianto Rock Hudson; impostazione che verrà mantenuta per tutto il film e che, assieme alla prestazione di McConaughey e Leto e all'aspetto fisico che sono riusciti a raggiungere, è la cosa più rimarchevole di questo lavoro. Altri aspetti evidenziati, anche se in maniera poco approfondita, ma ugualmente efficace, sono il rapporto case farmacutiche-ospedali e i limiti delle leggi di allora.

Rullo 18/03/14 23:37 - 388 commenti

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Analisi del periodo della diffusione dell'AIDS negli anni '80 che segue la storia (vera) di un fondatore di un "Buyers Club". Il soggetto è lineare e abbastanza limitato, ma la figura la fa la strepitosa interpretazione di McConaughey (buono anche Leto, seppur secondario) che con solo uno sguardo riesce a dire più di mille parole. Il comparto tecnico, comunque apprezzabile, serve da impalcatura per quello che rimane comunque un film sorretto da un protagonista titano.
MEMORABILE: Come reagisce McConaughey alla notizia.

Jandileida 20/05/14 09:03 - 1558 commenti

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Il buon vecchio Matthew piazza una grandissima prestazione: oltre alla trasformazione fisica, che fa sempre un certo effetto sui babbioni dell'Academy, c'è tutta una sottilissima e misuratissima prova che riesce a dare uno spessore incredibile al personaggio di Ron Woodroof. In fondo il film è questo perché la storia, pur toccante, non racconta nulla di nuovo, il comparto tecnico è abbastanza anonimo e senza grandi picchi e la Garner mi pare più a suo agio in Alias il pomeriggio su Rai Due che in questo genere di film.

Piero68 23/05/14 12:46 - 2955 commenti

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Come già successo a De Niro con Toro scatenato o, più recentemente, a Bale con The fighter, sottoporre il fisico a forte stress per rientrare nel personaggio richiesto dal copione comporta un'immedesimazione unica che porta molto spesso all'Oscar. E così è stato anche per McC e Leto in questo film. Perché alla fine il film sono solo loro due e la loro performance. La sceneggiatura funziona ma non è certo una gran cosa né tantomeno una novità, visto che certe problematiche le aveva già denunciate Demme con Philadelphia. Gran film per riflettere.

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Harrys 5/07/14 12:46 - 687 commenti

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Profondo meridione yankee. Avvento dell'HIV. Pregiudiziale homosex. In extrema ratio: storia vera. Canovaccio imbevuto dapprincipio di gloria. Sembrerebbe quasi un peccato se non venisse scritturato un attore in cerca di redenzione. Fu così che i lustrini cedettero il passo al trasformismo d'urto. Fu così che Valléè irruppe nel Valhalla hollywoodiano. Facendo perno su un impianto asettico e artificiosamente ctonio definibile"Sundance style" (incarnato vieppiù da un ingarbugliato incedere strutturale), il pastiche da rassegna "sociale" estiva è servito.

Gestarsh99 25/08/14 22:34 - 1395 commenti

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Impressiona quanto il peggior Bale anoressizzato questo McConaughey "pelleossuto", scheletro nell'armadio battaglieramente schierato contro i dispotismi delle prime sperimentazioni selvagge sui malati di AIDS e la farmacopea affaristica delle grandi lobbies medico-sanitarie. Se da un lato è elogiabile il fatto di voler divulgare al mondo una storia agguerrita di ribellione civile probabilmente ignota al di fuori dei confini statunitensi, dall'altro va purtroppo rimarcato quanto la vicenda proceda per cliché precotti e sempiterne situazioni da cinema yankee ultra-nazionalpopolare. Formulaico.
MEMORABILE: L'irriconoscibile trasformazione fisica del denutritissimo McConaughey...

Delpiero89 9/09/14 21:07 - 263 commenti

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Ci sono due elementi per cui vale la pena vedere questo film: innanzitutto la magistrale interpretazione di Matthew McConaughey e, in secundis, l'argomento trattato, assolutamente interessante. Ritmi leggeremente compassati e, forse, un eccessivo sviluppo della parte "ospedaliera" che vede la Garner protagonista sono tuttavia penalizzanti. Buona comunque la fattura generale e l'ambientazione. Sicuramente un film meritevole di visione.

Pumpkh75 22/01/15 16:01 - 1736 commenti

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Preso a sé, il film non presenta le connotazioni del capolavoro ma vale il biglietto (eccome...) grazie alla prova epocale di un sublime McConaughey e a quella solo lievemente inferiore di Jared Leto; la visione viene quindi traslata sulla percezione delle emozioni e la storia quasi sfuma al cospetto del turbamento di momenti ed espressioni. Non che sia un limite, anzi forse è proprio il suo pregio maggiore: a volte a una storia serve un narratore a lei superiore. Regia assennata e persino l’altrove insipida Garner se la cavicchia. Va visto.

Viccrowley 17/01/15 00:15 - 814 commenti

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La catarsi umana fisica e intellettiva di uno straordinario McConaughey è il fulcro sul quale ruota questo dramma di denuncia che tratta un argomento delicato senza inutili concessioni alla retorica spiccia. Laddove Philadelphia ci parlava di omosessualità e malattia sfiorando in alcuni frangenti le soglie del patetismo, qui siamo più dalle parti dell'introspezione sociologica di uno stato e di un'industria (farmaceutica) con non pochi scheletri nell'armadio. Ottime le interpretazioni, in special modo lo sfaccettato e fragile Rayon di Jared Leto.

Nando 17/01/15 16:57 - 3806 commenti

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Ispirato da una triste vicenda reale, il film mostra due grandi interpreti alle prese con personaggi non facili ma costruiti egregiamente. McConaughey è monumentale nella sua trasformazione e redenzione di un rozzo elettricista, Leto commuove e incanta. Sviluppo narrativo interessante con ottima denuncia dello sciacallaggio delle aziende farmaceutiche in un periodo in cui l'AIDS era una piaga ancora nebulosa.

Hackett 22/01/15 20:50 - 1865 commenti

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Due interpretazioni da Oscar sono il giusto tributo a un film che possiede in realtà molte altre qualità. Come una regia asciutta, che non indugia troppo sulla sofferenza palpabile ma non esibita e una sceneggiatura mai sopra le righe che permette di scavare su personaggi realistici e credibili. In un cinema che sempre più spesso cerca di indagare sugli albori dell'Aids, a differenza di operazioni simili (The normal heart) questa pellicola ha il rigore e la schiettezza di un film che rimarrà.

Furetto60 24/01/15 20:49 - 1192 commenti

I gusti di Furetto60

Una vicenda di malasanità, di collusione tra multinazionali e sanità durante lo svolgimento della quale è difficile non provare simpatia per quella piccola canaglia, imbroglione da quattro soldi, omofobo, rozzo texano interpretato da un McConaughey ispiratissimo, così come ispirato è l'altro protagonista, Leto. La vicenda dei malati di Aids è affrontata senza spettacolarità e fronzoli, i dialoghi e le squallide ambientazioni texane ne sono prova. Veramente un bel film.

Domino86 21/03/15 13:13 - 607 commenti

I gusti di Domino86

Un Matthew McConaughey praticamente irriconoscibile la fa da mattatore in una pellicola che porta il peso di un tema delicato e importante: la diffusione dell'Aids (in particolar modo negli ambienti omosessuali). Un film che in modo forse un po' irriverente vuole anche mostrare il poco aiuto che si riceve da chi ti sta intorno e dallo stato.

Pinhead80 18/04/15 13:17 - 4715 commenti

I gusti di Pinhead80

Ispirato a una storia vera, Dallas buyers club ci offre l'occasione per conoscere meglio un periodo buio della nostra storia recente quale l'avvento dell'AIDS. L'ambientazione scelta permette di considerare al meglio anche la nascita degli stereotipi legati alla malattia. La trasformazione di McConaughey è qualcosa di sconvolgente, tanto che all'inizio ho fatto fatica a riconoscerlo. L'attore ci regala un'interpretazione drammatica e sentita. In realtà il film è lui, con il suo corpo che parla da solo.

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Papele82 5/12/15 13:09 - 7 commenti

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Tolti Matthew McCounaghey e Jared Leto (purtroppo "ascoltati" in lingua italiana), resta un film indipendente e anticonvenzionale quel tanto che basta per far parlare di sé e sgraffignare anche degli Oscar (per carità, meritati) e al massimo più che sufficiente e purtroppo dimenticabile. Il tema dell'industria farmaceutica che "pilota" le nostre vite è molto più profondo e interessante e sarebbe da sviscerare meglio.

Il ferrini 27/12/15 01:27 - 2337 commenti

I gusti di Il ferrini

Vale la pena vederlo anche solo per la straordinaria performance di McConaughey, ma non c'è solo questo. C'è una buona ricostruzione degli anni '80, c'è una storia (vera) che vale la pena conoscere e probabilmente il miglior Jared Leto mai visto. Peccato che la sceneggiatura di quando in quando scivoli nei classici stereotipi americani o in qualche semplificazione filo-complottista, ma nell'insieme siamo di fronte a un buon lavoro, su un argomento assai delicato. Da vedere.

Cotola 17/01/16 23:08 - 8998 commenti

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Si parla di Aids ma per fortuna non è la solita pellicola melensa, ricattatoria e dai buoni sentimenti. Non ci sono colpi bassi e regia e sceneggiatura si mantengono sempre sobri anche nei momenti più drammatici. Inoltre non si parla solo della malattia ma anche di chi ci specula su e quindi delle case farmaceutiche e del loro potere. Interessante, e per certi versi "controversa", la storia dei buyers club di medicine, di cui poco o nulla sapevo, che dà il titolo all'opera. McConaughey immenso, Leto bravissimo. Buon film.

Rocchiola 9/02/16 14:39 - 952 commenti

I gusti di Rocchiola

Un film vincolato in modo indissolubile all'interpretazione di McConaughey, senza la quale resterebbe un'opera di ordinaria amministrazione. Premesso che tematiche analoghe erano già state toccate nell'ottimo Philadelphia di Demme, il valore aggiunto del film sta indiscutibilmente nell'interpretazione del protagonista soprattutto per l'aderenza fisica alla parte in perfetto stile Actor's Studio nella vena di DeNiro/LaMotta. Non troppo lacrimevole ha anche il pregio di non essere troppo retorico. Bravo anche Leto, scialba la Garner.
MEMORABILE: Il primo viaggio in Messico; L'incontro tra McConaughey e Leto; La scena delle farfalle; Il fisico del protagonista.

Pigro 25/09/16 10:36 - 9624 commenti

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Da una parte l’eroe della libertà di cura che salva i malati di Hiv, dall’altra le istituzioni ottuse che impediscono i farmaci irregolari. Da una parte l’antieroe scorretto, aggressivo, cocainomane, omofobo, che suscita disgusto ma incarna la positività, dall’altra un mondo impaurito dall’ignoto che si arrabatta per “survive a plague”. Storia romanzata della stagione in cui l’Aids trasformò il movimento lgbt in autocoscienza del diritto alla salute attraverso l’autogestione, raccontata in modo originale. Grande performance di McConaughey.

Raremirko 27/09/16 04:12 - 577 commenti

I gusti di Raremirko

A mio avviso un capolavoro da vedere e rivedere; mai una sbavatura, interpreti eccezionali (mai Oscar e Golden Globe sono stati così meritati), script, montaggio e regia perfetti. Una storia vera e morale proveniente da un mondo assurdo, dove i cosiddetti farmaci a volte fanno più male delle malattie vere e proprie. Il film ha tutto: stile, caratterizzazioni ottime, messaggi, idee. Prende, commuove e fa riflettere; da far vedere anche nelle scuole.
MEMORABILE: Tutto il film; I personaggi di Woodroof e Rajon, indimenticabili.

Parsifal68 27/09/16 12:37 - 607 commenti

I gusti di Parsifal68

Cowboy rozzo e omofobo scopre di aver contratto l'AIDS e che gli resta poco tempo da vivere. Ma si industria e scopre il mondo della medicina alternativa che lo cambierà anche interiormente. McConaughey è il perno su cui gira tutto il film: la sua trasformazione fisica e la sua recitazione asciutta, senza fronzoli, lo rendono l'autentico mattatore del film, che pure annovera altri grandi interpreti (Leto su tutti). Oscar scontato e meritato (lo vince anche lo stesso Leto).

Lou 18/05/17 18:48 - 1119 commenti

I gusti di Lou

La prestazione straordinaria di McConaughey domina la scena. La vicenda è scottante, con forti implicazioni politiche e sociali, ma più che un film sull'AIDS e sulle cure alternative, si tratta di una storia di redenzione: la diagnosi senza scampo trasforma un insopportabile omofobo in paladino della lotta per i diritti umani. La sua battaglia viene raccontata in modo pressante, quasi ossessivo, senza mollare mai la presa; ci pensa il transgender Rayon (l'ottimo Jared Leto) ad alleggerire la tensione.

Muttl19741 6/01/19 11:18 - 162 commenti

I gusti di Muttl19741

Film parzialmente biografico basato sulla performance straordinaria di McConaughey multipremiato che fa il film praticamente da solo, se si esclude l'eccellente affiancamento di Leto in buona parte della pellicola. La vicenda è toccante, forse viene un po' spettacolarizzata alla USA (si legga Iuesei) la vicenda imprenditoriale di Woodroof, ma emerge chiaramente il tragico spaesamento dei malati di un virus ai tempi poco noto e in esponenziale espansione e la dolosa sorda cupidigia dei dirigenti ospedalieri assoggettati alle big del farmaco.

Bubobubo 5/01/19 19:14 - 1847 commenti

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Basta poco per essere scaraventati tra i burrascosi marosi e le aleatorie criticità dell'esistenza umana, specialmente quando si pensa di contemplare e dominare ogni miseria dall'alto. Dramma di cadute e risalite, di riscatti e fragilità, che si mette silenziosamente dalla parte degli ultimi e dei diversi senza retorica alcuna: grande merito al trio di protagonisti, con la sincera ruvidità senza filtri di McConaughey, l'onestà a ogni costo della Garner e l'intensità borderline di Leto. Lascia un bel ricordo anche dopo molto tempo.

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Giùan 22/06/20 09:38 - 4528 commenti

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Vallée mette regia e intero film a servizio dell'interpretazione fisicamente ed emotivamente "muscolare" di McConaughey. In effetti il paradosso dell'opera sta tutto nel fatto che ogniqualvolta balugini il tentativo di ampliar il discorso polemico, medico, sociale, relazionale si abbia la sensazione che si perda il filo (fisio)logico, veicolato quasi consustanzialmente dalla presenza di Ron. Così anche la prova "mimetica" di Leto e la sensibilità recitativa della Garner sono entità diversamente succedanee alla virile vitalità ormonale del cowboy che vuol prender il toro per le corna.
MEMORABILE: L'incontro al supermercato e la presentazione di Rayon all'amico poliziotto; La Garner buca il muro per appender il quadro.

Noodles 29/09/20 22:57 - 2196 commenti

I gusti di Noodles

Uno straordinario Matthew McConaughey è il mattatore di questo gran bel film sul dramma dell'AIDS tratto da una storia vera. Un film dallo stile secco e asciutto, con scambi di battute rapidi e microscene di grande intensità che si susseguono una dopo l'altra. Una tecnica interessante che si unisce al piacevole senso di amatorialità fornito dalla camera a mano. C'è spazio anche per un lato sentimentale, pur se non aggiunge nulla a una retorica inutile. È tutto rapido e freddo, come la malattia, Pochi i personaggi ma tutti uniti dall'amaro filo della solidarietà e del destino.

Enzus79 4/12/23 21:35 - 2864 commenti

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Notevole. Scoperto di essere malato di AIDS, Ron si spinge a provare farmaci alternativi. Crudo quanto convincente e intelligente per essere fonte di riflessioni. Storia classica in cui la componente della compassione è quella che si evidenzia di più. A tratti straziante e commovente. Matthew McConaughey e Jared Leto (premiati con l'Oscar) ottimi. Tendenza a salire.
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  • Curiosità Daniela • 15/01/14 15:29
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Il film ha ricevuto vari riconoscimenti in festival, che hanno premiato soprattutto le performances attoriali.
    In particolare:
    2013 - Hollywood Film Award
    Miglior attore a Matthew McConaughey
    Miglior attore all'avanguardia a Jared Leto
    2013 - Festival internazionale del film di Roma
    Miglior interpretazione maschile a Matthew McConaughey
    Premio BNL del pubblico al miglior film
    Nomination Marc'Aurelio d'oro a Jean-Marc Vallée
    2014 - Golden Globes
    Miglior attore in un film drammatico a Matthew McConaughey
    Miglior attore non protagonista a Jared Leto

    Per interpretare i ruoli dei due sieropositivi, sia McConaughey che Leto si sono sottoposti ad un drastico dimagrimento, con perdita di peso rispettivamente di 25 e 30 kg.

    Fonte: Wikipedia
  • Discussione Daniela • 15/01/14 18:29
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Galbo ebbe a dire:
    Daniela ebbe a dire:


    Per interpretare i ruoli dei due sieropositivi, sia McConaughey che Leto si sono sottoposti ad un drastico dimagrimento, con perdita di peso rispettivamente di 25 e 30 kg.


    toccherà consultare il loro dietologo :)


    Hai notato Galbo che solo gli attori maschi riescono ad essere così "elastici"? Bale, ad esempio, per American Hustle ha messo su oltre 20 kg rispetto al peso/batmaniano, pensa alle decine di chili persi per interpretare l'Uomo senza sonno, una vera fisarmonica umana!
    I pochi chili messi su da Renée Zellweger per interpretare la paffuta Bridget Jones sono veramente nulla in confronto...
    Noi donne siamo evidentemente meno "elastiche", sob :o(
  • Discussione Galbo • 15/01/14 18:31
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Galbo ebbe a dire:
    Daniela ebbe a dire:


    Per interpretare i ruoli dei due sieropositivi, sia McConaughey che Leto si sono sottoposti ad un drastico dimagrimento, con perdita di peso rispettivamente di 25 e 30 kg.


    toccherà consultare il loro dietologo :)


    Hai notato Galbo che solo gli attori maschi riescono ad essere così "elastici"? Bale, ad esempio, per American Hustle ha messo su oltre 20 kg rispetto al peso/batmaniano, pensa alle decine di chili persi per interpretare l'Uomo senza sonno, una vera fisarmonica umana!
    I pochi chili messi su da Renée Zellweger per interpretare la paffuta Bridget Jones sono veramente nulla in confronto...
    Noi donne siamo evidentemente meno "elastiche", sob :o(


    coraggio, avete molte altre doti, di certo più che noi maschietti ;)
  • Discussione Daniela • 29/01/14 09:28
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Un articoletto su come dimagrimento/ingrassamento possano "pesare" nella carriera di un attore:
    http://www.lastampa.it/2014/01/29/spettacoli/quanto-pesa-il-peso-alloscar-7YDMKfom64Ojfw4lcajRVN/pagina.html
  • Curiosità Galbo • 3/03/14 05:42
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Vincitore di tre premi oscar
    Matthew McConaughey premio Oscar come migliore attore protagonista

    Jared Leto Oscar come migliore attore non protagonista

    Adruitha Lee e Robin Mathews premio oscar come miglior trucco e acconciatura
  • Discussione Greymouser • 4/03/14 19:16
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Galbo ebbe a dire:
    Vincitore di tre premi oscar
    Matthew McConaughey premio Oscar come migliore attore protagonista

    Pienamente meritato, una volta tanto, e non solo per questo film...
    Ultima modifica: 4/03/14 19:58 da Zender
  • Discussione Brainiac • 4/03/14 20:07
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Matthew McConaughey spacca di brutto (10 punti a chi riesce a scriverne il nome senza fare il copia-incolla-ndr) ed è lapalissianamente in uno stato di grazia luminosa e illuminante (ma cosa sta combinando pure in True Detective?!?), però il film è già visto.
    Ultima modifica: 4/03/14 20:08 da Brainiac
  • Discussione Galbo • 4/03/14 20:35
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Brainiac ebbe a dire:
    Matthew McConaughey spacca di brutto (10 punti a chi riesce a scriverne il nome senza fare il copia-incolla-ndr) ed è lapalissianamente in uno stato di grazia luminosa e illuminante (ma cosa sta combinando pure in True Detective?!?), però il film è già visto.

    devo dire che mi aveva già positivamente colpito in The Lincoln lawyer
  • Discussione Brainiac • 4/03/14 21:08
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Galbo ebbe a dire:
    Brainiac ebbe a dire:
    Matthew McConaughey spacca di brutto (10 punti a chi riesce a scriverne il nome senza fare il copia-incolla-ndr) ed è lapalissianamente in uno stato di grazia luminosa e illuminante (ma cosa sta combinando pure in True Detective?!?), però il film è già visto.

    devo dire che mi aveva già positivamente colpito in The Lincoln lawyer

    A me con lui è successa una cosa strana (perchè poi ho scoperto -dal portiere alla fornaia- che è tipo l'attore più famoso al mondo fra la nutrita schiera dei "non-particolarmente-appassionati-di-cinema-ma-che-ogni-tanto-se-ne-escono-con-una-critica-approssimativa-su-film"), l'ho visto in True Detective e ho pensato "amico ti conosco ma non so che film hai fatto". Il ruolo in Killer Joe l'avevo completamente rimosso ed oltre ad un vaghissimo ricordo di Frailty, che vidi al cinema, non mi ricordavo uno-che-dico-uno dei suoi titoli. Dopo True detective sono andato a scorrere la filmografia e devo dire che effettivamente ha partecipato per anni a due fra i generi (la commedia romantica e l'avventuroso) che -moderatamente e con le dovute eccezioni- detesto.
    Ultima modifica: 4/03/14 21:14 da Brainiac
  • Discussione Raremirko • 21/05/16 20:06
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    McCounaghey sempre più bravo, ma qui è Leto ad essere strabiliante, magnifico.

    Rivalutato in tutto e per tutto (prima mi pareva solo uan discreta presenza ammiccante e ghignante, ora è un artista completo).


    Oscar meritatissimo, non vedo l'ora di vederlo come Joker.