Un duplice ruolo egregiamente interpretato da Asia Argento, imperscrutabile modella e fotografa, soggetto e oggetto sempre al centro della scena. Bonello realizza un'opera unita da un filo conduttore: la solitudine esistenziale. Ambientato in una stanza, ma mai claustrofobico, caratterizzato da una regia che cattura e che pervade lo spettatore, pregna richiami polanskiani e depalmiani. Introspettivo, psicologico, in odore di morte.
MEMORABILE: La canzone che rompe il silenzio; Il pianto liberatorio; La duplice interpretazione di Asia.
Una fotografa e una modella, molto somiglianti (stessa interprete), durante una sessione. Potrebbe essere una metafora sulla proiezione di sé oppure sull’appropriazione del soggetto nella creazione artistica, visto il registro molto esistenzial-rerefatto-annoiato che fa tanto profondità intellettuale. Sta di fatto che il nulla avrebbe più spessore o susciterebbe maggior interesse. Perfino lo slancio emotivo che compare a un certo punto non riesce a suscitare che irritazione. E pensare che dura solo 15 minuti! Velleitario.
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