Paura della paura - Film (1975)

In attesa del secondo figlio, l’apparentemente quieta moglie/madre Margot viene assalita da una inspiegabile paura: di cosa e perché? Ulteriore analisi di un caso “patologico” borghese, condotta stavolta da Fassbinder con uno sguardo ancor più rarefatto, quasi entomologico, senza scarti o ammiccamenti, lasciando lo spettatore nella scomoda posizione di interpretar i segni (frammentati e distorti come gli sguardi di Margot) d'uno schizofrenico stato depressivo. Emana una sottile e piana inquietudine, grazie anche a una Carstensen di cassavetesiana bravura.

Saggio sulla depressione di una donna-moglie-madre borghese di cui la matura autorialità di Fassbiner ausculta i mormorii più interiori, esternandoli negli intensi primi piani della Carstensen, uno dei più vivi ritratti femminili del cineasta tedesco; le tensioni e la malattia si acuiscono tra le mura domestiche, e non sarà certo un caso che lì sono concentrate quasi tutte le riprese. Misterioso Raab, cinica la Hermann; toccante la Caven nella sua breve apparizione in clinica.

Molto bello questo ritratto di donna, cesellato al solito con grande cura e bravura da Fassbinder che è sempre attento alla psicologia muliebre. La discesa nella depressone è tanto improvvisa e inesorabile quanto efficace e credibile. Il regista tedesco si mantiene sobrio, delicato ed evita inutili isterismi e scene madri. Confezione precisa ed elegante. Ottima prova della Carstensen. Uno dei film televisivi del regista che va riscoperto.