Ebbene sì, confermo che Besson è UN GRAN REGISTA!
Basterebbe la scena finale (che mi ha ricordato lo straordinario finale dello
Stato delle cose), Oldman dietro alla spalle di Lèon nell'atrio del palazzo, stile western silente, scena depalmiana all'ennesima potenza, con luce accecante e macchina da presa che cade a terra soavemente, per mandare Besson nell'olimpo dei grandi.
Invecchiato benissimo, con momenti di puro cinema (lo sterminio, le imitazioni di Matilde, loro due a passo spedito per New York, la Portman che suona al campanello di Lèon, Oldman che delira, nei cessi, con la Portman terrorizzata).
Adrenalinico, pervaso da una poetica prettamente europea, una versione furente e anfetaminizzata della
Gloria di Cassavetes, con omaggi a Eastwood (
L'uomo nel
mirino), Kubrick, Demme, Cameron, Melville e Carpenter (l'assedio nell'appartamento).
A Besson posso incriminare la pochezza della sceneggiatura (piuttosto elementare) e l'inverosomiglianza di certi momenti assurdi.
Ma qui è la regia che conta, a dir poco straordinaria.
Oldman un pò troppo macchiettistico e sopra la righe...Ma quando piglia la pastiglia è da applausi a scena aperta.
Non quel capolavoro che si dice in giro, di certo un buon film.