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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/07/13 DAL BENEMERITO DANIELA
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Daniela 29/07/13 08:25 - 12625 commenti

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Cosa succederebbe se, ad un gelido inverno, seguisse una gelida primavera, e poi una gelida estate? I rami degli alberi restano nudi, i semi non germogliano, le mucche non danno latte, è la miseria e la disperazione. Il film ci mostra le reazioni di una piccola comunità contadina, traendo dallo spunto apocalittico di una natura senza cambiamento un'allegoria sull'impossibilità di cambiare degli uomini: irrazionali, intolleranti, feroci. Talvolta troppo criptico, ma con sequenze di grande suggestione visiva.
MEMORABILE: L'uomo che conversa col gallo muto - La comunità in maschera compie il rito sacrificale

Mickes2 12/08/13 14:15 - 1670 commenti

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Una dolente catastrofe di disillusione si abbatte sulle anime di un piccolo villaggio fiammingo. Quant’è labile il confine fra Normalità e Apocalisse? Apologo esistenzialista, liturgico nella sua metamorfosi (auto) istruttiva fisica e coscienziosa, grondante pessimismo, diabolica alienazione e simbolismi che si (de)forma dentro una natura immobile capace di scardinare i (fragili) equilibri dell’essere umano, incapace di darsi una spiegazione e che in questa mascherata chimera, presagio di morte interiore, ristagna aspettando un cambiamento mai davvero desiderato e possibile (?) solo attraverso il sacrificio.

Capannelle 30/08/13 09:12 - 4399 commenti

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Una partenza fatta di silenzi e paesaggi - sembra un film russo ma è di marca fiamminga - e una storia che si dipana lenta e misteriosa fino a un cupo finale. Tra l'apocalittico esistenziale e la caccia alle streghe in ambito agreste. Motivi di interesse ce ne sono, alcune inquadrature rimangono impresse (la processione con i grossi pupazzi, i ragazzi nella cava) ma la generale lentezza e ricerca del simbolismo non lo rendono particolarmente appetibile.

Galbo 4/09/17 08:01 - 12380 commenti

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Una metafora filmica sul complesso rapporto tra uomo e natura, che vede il primo spesso soccombente alla seconda. Una comunità chiusa costretta a ricorrere a riti arcaici per liberarsi dalla maledizione della fissità della stagione che si ripete immota e sempre uguale a se stessa. La rappresentazione è intrigante ma troppo statica, affetta da un eccessivo pessimismo di fondo con momenti visivamente disturbanti. Attori in parte. Amaro.

Kinodrop 24/10/17 18:40 - 2922 commenti

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Un villaggio contadino inopinatamente isolato, da tutto e tutti (pur in epoca attuale), viene travolto da un cambio climatico che annulla le stagioni e i raccolti provocando l'imbarbarimento della popolazione alla ricerca di un capo espiatorio. Lentissimo fino allo sfinimento, infarcito da rituali medievalistici e da simbolismi di non facile digeribilità. Salvo qualche scena, si ha l'impressione di un qualcosa a cavallo tra sterile video-art e filmografia russa nella versione "più pesante". Cast anonimo poco più che funzionale. Sconcertante.

Myvincent 2/11/21 08:17 - 3727 commenti

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Se la terra diventa sterile e non nasce nessun filo d'erba, se gli animali non sentono più i cambiamenti stagionali dentro di sé, tutto sembra appartenere più al mondo degli inferi che altro. E così una comunità di uomini dediti alla agricoltura e all'allevamento del bestiame muore dentro e fuori, arrabattandosi come può e scambiandosi fiori di plastica. Una sensibile metafora sul mondo e su quanto la necessità di una natura che "funzioni" sia alla base del nostro vivere che è parte di essa.

Pigro 15/02/24 10:08 - 9635 commenti

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La natura impazzita, l’umanità inferocita, più rassegnata che disperata, mentre il tempo si sospende in uno stallo misterioso e nel villaggio il tempo e le stagioni sembrano fermarsi. Allegoria apocalittica che unisce il disastro ambientale con la deriva antropologica. Un film straordinario, capace di rapire nel gorgo della distruzione, attraverso preziose sequenze a camera fissa e una sensibilità visiva pittorica (a tratti tra Brueghel e Bosch) di grande fascino. Quasi un rebus o un amaro gioco di tarocchi. Potente.

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