Due vite al massimo - Film (1993)

Adolescenti un po' borderline voglion viver "on the edge": si comincia con marachellate, si finisce a pistolettate. Sta tra il Tarantino di Scott (coppia in love spree fugge) e quello di Stone (l'esile mercificazione del crimine) senza - beninteso - volersi porre sul piano di nessuno dei due, perché Sheppird guida con fare scanzonato, veloce come il sangue che scorre a mille nelle vene dei teenagers, azzarda qualche introspezione spiccia ma ci ricorda – nel finale redneck – che questi son giochi da adulti. Little cult puberale.

Film di livello estremamente dozzinale fin dalle prime sequenze. Regia e montaggio approssimative, sceneggiatura praticamente inesistente per l'ennesima riproposizione narrativa delle avventure dei due celebri criminali americani anni Trenta. Mediocri i due protagonisti: male Wolf (la cui carriera pur migliorando non spiccherà mai il volo), insopportabile e stucchevole la Flannigan, praticamente inespressiva al di fuori del perenne broncio tenuto dall'inizio alla fine della storia. Ingiustificabile.

Dopo un inizio non proprio entusiasmante il film prende un buon ritmo e francamente non dispiace. Gli attori non sono eccezionali, ma contando la giovane età e la scarsa esperienza non sono neppure malaccio. Qualche assurdità qua e la (il duo criminale diventa un trio, oltretutto prendendo nel gruppo un elemento non proprio affidabile) mentre si mischiano azione e sentimento. Guardabile.