Sixto Rodriguez, cantautore mancato di Detroit, spopola nel Sud Africa dell'apartheid… Impossibile parlarne senza guastare il piacere della visione; il documentario di Malik Bendjelloul ha il pregio di ricostruire innanzitutto i sentimenti che animano una storia incredibile e bellissima, rispettando il mistero dell'artista, evitando la retorica e facili sensazionalismi con uno stile nitido e circostaziato. Pregnanti - e fondamentali per accedere al clima culturale dell'epoca - i riferimenti alla corruzione dell'industria discografica e alla politica segregazionista sudafricana. Avvincente.
Un giornalista indaga su un musicista svanito nel nulla nei primi anni 70 tra false piste, indizi misteriosi e colpi di scena. Bendjelloul ha l'intuizione geniale: dipinge di giallo il suo documentario creando (minuti introduttivi a parte) un sorprendente clima di attesa che si scioglie trionfalmente in un finale emozionante e avvincente. A ben vedere, un vero e proprio inno alla vita, ottimista e a suo modo antileopardiano, come un Clarence Oddbody dei bassifondi statunitensi con mdp in spalla e pipa poirotiana in bocca. Da non perdere!
Quando la realtà supera la fantasia. In effetti è difficile immaginare una fiction ricalcare la vicenda di Rodriguez, un chicano operaio nei cantieri edili di Detroit e cantautore a tempo perso, sconosciuto in patria ma star inconsapevole dall’altra parte del globo (Sud Africa). Su tale mistero insondabile gioca il documentario, in cui l’indagine privata assume spesso i contorni di quella pubblica. Il ritmo incalzante e lo stile da giallo d’autore lo rende avvincente dall’inizio alla fine.
Documentario giustamente premiato che con gustosi espedienti narrativi e curata confezione racconta il sogno di qualsiasi artista incompreso. Scopriamo la vita e la musica di Sixto Rodriguez, un personaggio che ha dovuto farsi da parte e sgobbare per mantenere la famiglia mentre dall'altra parte del mondo era venerato e (a sua insaputa) economicamente sfruttato. Una storia recente ma in realtà lontanissima dato che adesso i fan del Sudafrica lo avrebbero potuto rintracciare su Facebook (e scaricare gratis i suoi dischi).
Se fosse stato romanzato e sceneggiato ci sarebbe stato un nutrito gruppo di detrattori che avrebbero imputato alla pellicola una scarsa aderenza con il reale e avrebbero tacciato di patriottismo gli sceneggiatori, "perché queste storie succedono solo in America". Invece lo straordinario documentario di Bendjelloul racconta con delicatezza ed empatia come la realtà, in certe strane occasioni, possa superare di molto la fantasia. Ottima la scelta di optare per un impianto giallesco, così da inchiodare lo spettatore sulla poltrona. Sorprendente.
Un oscuro cantastorie americano molto famoso in Sudafrica. Un documentario poetico e attento che ha l'enorme pregio di mostrare questo umile musicista simile a Dylan che offre testi sognanti e lievemente tristi. La musica si ascolta con piacere e le immagini incantano. Emozionante la seconda parte. Giustamente premiato.
Confesso che non avevo mai sentito parlare di Sixto Rodriguez, tanto che, nel corso della visione, ad un certo punto ho avuto il sospetto di assistere ad un fake-doc: la storia di questo sconosciuto in patria che ottiene senza saperlo enorme successo dall'altra parte del globo mi sembrava troppo incredibile per essere vera. Ed invece Bendjelloul non solo ci fa conoscere questa persona (non personaggio) straordinaria ma riesce anche a rendere la sua vicenda avvincente come un thriller. E alla fine le note di Sugar Man sembra di averle conosciute da sempre, un tesoro ritrovato.
MEMORABILE: Carrello che segue la passeggiata, sul retro i cumuli di neve fresca, sullo sfondo le ciminiere, i cui fumi bianchi si uniscono alle nuvole
Tra l'America e l'Africa volano le note di Sixto Rodriguez, cantautore di protesta conosciuto nel paese dell'apartheid, ignoto dall'altra parte del mondo. La sua incredibile vicenda è raccontata in un bel documentario costruito abilmente come un thriller con ritmo e stile (alcuni video sono realizzati in modo sopraffino) affiancando la storia alle note musicali e all'analisi dei testi delle canzoni.
Da vedere.
Storia non rappresentabile, se non fosse per essere reale, dalle moltitudini chiavi di lettura, rafforzata dalla classe umana del protagonista. Commovente come esempio di vita e romantico nella ricerca della verità. Le indubbie doti compositive rafforzano il lato musicale e le vicende storiche fan meditare. D'impatto il racconto dei protagonisti e la regia, che crea un quadro affettuoso senza essere invadente (anche se ha grossi limiti).
La ricerca e le enormi giravolte della vita del cantastorie statunitense Sixto Rodriguez, misconosciuto in patria, eroe e leggenda nel Sud Africa dell'apartheid. Quello che più colpisce sono senza dubbio l'impianto straordinario ma umanissimo della vicenda, la figura eccezionale di Rodriguez ma soprattutto lo sguardo, amorevole e dolce ma mai pietoso o insistente, di Bendjelloul. Costruito in maniera avvincente, riesce a sciogliere il cuore perché è un'ode, universale e senza tempo, alla bellezza struggente, a volte malinconica, della vita. Notevole.
Chi è Sugar man, ignoto in patria e icona pop in sud Africa? Rodriguez grazie a questo documentario si è giustamente rifatto del lungo e immeritato silenzio artistico. Vi sono narrati i tentativi di risalire all'identità e alla vita di questo folksinger tra gossip, delusioni e colpi di scena, per un finale inatteso e meraviglioso. La prima parte è (forse volutamente) un po' didascalica, ma subito prende la fisionomia di una brillante indagine contrappuntata dalle sue belle registrazioni. Sembra una favola, ma è stata ed è pura realtà. Emozionante.
MEMORABILE: La personalità di Rodriguez, figura mitologica, saggia e modesta, anche nel privato; I trionfi tardivi nel Sud Africa dove era più famoso dei big.
Due fan sudamericani di Sixto Rodriguez cercano di avere più notizie dell'amato cantante, famoso (da loro) ai livelli di Elvis e Rolling Stones. Ma chi era in realtà? Questa storia è così incredibile che per diverso tempo, durante la visione, non avendo mai ascoltato peraltro il cantautore in questione, ho pensato fosse un mockumentary. Ciò che è incredibile infatti è proprio come la combinazione di particolari fattori (distribuzione musicale, empatica, temi di rivolta, amore per la musica, ricerca e passione) abbiano reso possibile tutto ciò.
Così romantica e imprevedibile da sembrare del tutto inverosimile, la storia di riscatto del misterioso Sixto Rodriguez - talentuoso musicista folk attivo nella scena statunitense nei primi anni '70, sconosciuto in patria ma autentico best seller (a sua insaputa!) nel Sudafrica dell'apartheid - possiede tutti i crismi di una fiaba proppiana, compreso il ribaltamento conclusivo. Bendjelloul (morto tragicamente l'anno successivo) disegna un documentario essenziale nella struttura, ma dotato di buon ritmo e costellato di personaggi veraci, memorabili. Ottimi i brani del protagonista.
MEMORABILE: Concerto avvolto dalla nebbia in un locale sul porto di Detroit; Intervista a Clarice Avant, tra commozione e nervosismo; I concerti sudafricani.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussioneZender • 13/07/13 16:11 Capo scrivano - 47726 interventi
D'accordo, messo tra gli aka.
DiscussioneDidda23 • 18/02/14 09:15 Contatti col mondo - 5798 interventi
In realtò sia sky che mymovies mettono solo il titolo "Sugar Man". Io lo metteri come titolo italiano.