Icona degli sceneggiati Sessanta e Settanta, Ugo Pagliai si ritrova anche negli Ottanta al centro di un intrigo che prevede ricatti, minacce e cadaveri, aggiornato con qualche trovata “argentiana” (il killer che agisce spesso in soggettiva, coi guanti neri), un po' di sangue e soprattutto molta musica di quegli anni. L'avvio con “Jump” dei Van Halen è solo l'antipasto, durante il quale un giovane (Mucari) con inseparabili cuffie insegue in auto Patrizia (Jean) col chiaro obiettivo di spedirla fuori strada e ucciderla. Il tentativo fallisce ma il piano è solo rimandato. Patrizia è fidanzata al più stagionato Giorgio (Pagliai), il quale per...Leggi tutto lei ha mandato a monte il matrimonio con Giovanna (Guerrieri), proprietaria di un'agenzia di modelle da cui proviene (beffa) proprio l'amante del marito! E' sbarazzina e ha le idee chiare: la bellezza le serve per realizzarsi economicamente e un semplice agente immobiliare come Giorgio non potrà mai rappresentare la sua aspirazione in termini di matrimonio. Anche per questo decide di lasciarlo, proprio mentre questi sta trattando la vendita di un importante palazzo assieme al suo socio (Diberti). L'acquirente, uno spregiudicato affarista (Interlenghi), scopriamo avere una figlia (Ricci) che per combinazione sta insieme al fratello playboy (Alpi) di Giorgio, tanto per intrecciare parentele e relazioni. La prima vittima a cadere è Patrizia e il killer non è certo misterioso: si tratta del giovane che già aveva tentato di ucciderla e alla seconda volta non fallisce. Il punto è che del delitto viene accusato Giorgio, assente proprio in quei momenti da una festa dove, appena prima di entrare, aveva conosciuto una ragazza (Chauvin) con la quale si era poi intrattenuto altrove. Sarebbe lei l'unica persona in grado di testimoniare che Giorgio non può aver ucciso nessuno in quelle ore, ma risulta svanita nel nulla e il commissario incaricato delle indagini (Lopez) non pare nemmeno credere esista... Altre vittime cadranno, comunque, per mano di un assassino che non è più il solito ma colui che diventerà il centro di un whodunit fin troppo indovinabile anche per via di un imperdonabile particolare che non sfuggirà a chi bazzica il genere. E' uno dei difetti dello sceneggiato che tuttavia – pur nella ristrettezza evidente di budget (messa in risalto impietosamente, a differenza del più elegante bianco e nero di un tempo) - riesce a stimolare se non altro la curiosità nei confronti di una vicenda intricata come di consueto. La regia piuttosto agile di De Sisti permette di non annoiarsi e la storia – che assomma a dire il vero qualche ridicola coincidenza di troppo – trova gli appigli per proseguire variando a sufficienza. Zero suspense (anche negli omicidi, per quanto se ne segnali uno “all'aperto” a suo modo inusuale), un Pagliai un po' ingessato ma garanzia di professionalità, un Roberto Alpi costantemente irritato e su di giri che però si fa apprezzare e uno splendido contorno femminile: Christine Jean in abiti spesso succinti e una giovanissima Elena Sofia Ricci. Si gira attorno a una formula senza grandi sorprese in cui il movente principe è sempre e comunque il denaro, che sia speso per dissuadere un playboy a frequentare la propria figlia, per pagare riscatti o per abbandonare la vita di ogni giorno (da ricordare la Chauvin che indica sua madre invecchiata mentre cuce sotto un albero: “La vedi? Ha fatto solo lavori onesti nella sua vita... la fame e tanto lavoro onesto!”). Lopez commissario è una sorpresa: non accenna a una battuta nemmeno per sbaglio e anzi incalza il povero Giorgio con domande studiate per portarlo a confessare. Gli Ottanta trionfano tra abiti, acconciature e come detto musiche: dagli Alphaville di “Sounds Like a Melody” alla Laura Branigan di “Self Control”, dal Michael Jackson epoca “Thriller” alla Shannon di “Let The Music Play”. Brani inseriti un po' come capita che ahinoi aggiungono poco a un giallo nella norma, del tutto privo del fascino dei suoi predecessori in bianco e nero ma specchio fedele del suo tempo, epoca in cui il successo era misurato innanzitutto con le disponibilità finanziarie.
Sceneggiato Rai anni '80 come si facevano una volta, ha tutto il suo fascino del giallo italiano mischiato con il drammatico condito dalle belle musiche dance dell'epoca e un cast di primattori, su tutti il bravo Pagliai. L'uomo in trappola del caso è proprio il buon Pagliai, imprenditore di successo ma circondato da amici non troppo sinceri, che si trova coinvolto in un omicidio. Buono il cast, che vede un Lopez per la prima volta in un ruolo drammatico e inusuale come quello del commissario di polizia. Eccellenti anche i dialoghi e ritmo alto.
Folgorante l'inizio con un agguato automobilistico sulle note di "Jump". Una serie thriller anni 80 contaminata da una fantastica colonna sonora con i pezzi più famosi dell'epoca, diverse ingenuità (colpevole ampiamente individuabile o la trappola in cui cade), falsi indizi non troppo convincenti ma anche un po' di sangue e qualche momento discreto. Protagonista il solito Pagliai, coadiuavato da vecchi volponi (Interlenghi) e giovani promesse (Elena Sofia Ricci o il belloccio Carlo Mucari).
Sceneggiato televisivo che poco ha da invidiare a molti blasonati prodotti per il cinema. Ben recitato e diretto, ambientato in una bella Roma di metà anni Ottanta, ha diversi punti forti: teso al punto giusto, né troppo violento né troppo fiacco, un buon cast che vede sia attori rodati che volti nuovi (per quei tempi). Degna di nota anche la colonna sonora, che offre diversi successi di allora.
Omicidi, affari poco puliti e tradimenti sono alla base di questo interessante sceneggiato giallo dotato di una buona scrittura (evidente l'apporto degli specialisti Fabio Pittorru e Gianfranco Calligarich) e, almeno dalla seconda puntata, di un ritmo e una tensione cinematografici. La soluzione del mistero non è di quelle che fanno rimanere a bocca aperta, ma risulta onesta e non lascia buchi evidenti in sospeso. Se Pagliai è una certezza, sorprende Massimo Lopez nel ruolo serissimo di un non troppo simpatico commissario di polizia.
Ugo Pagliai, attore-feticcio dei gialli TV anni 70, alle prese col nuovo decennio e i cambiamenti che ne derivano. La storia gira attorno a un affare miliardario che si macchia dei delitti di alcuni personaggi; e se la prima puntata sembra un intrigo sentimentale, le successive prendono una piega diversa, rivelando un intreccio tutt'altro che banale. Merito anche di una scuola di attori come si deve: Alpi, Interlenghi, Guerrieri, Ricci, tanto per citare i principali. Finale inaspettato e cruento.
MEMORABILE: I continui "tesoro" con cui l'avvocato di famiglia apostrofa praticamente tutti...
Vittorio De Sisti HA DIRETTO ANCHE...
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Bella questa fiction dotata di un ritmo incalzante nei modi in cui si faceva una volta con un Pagliai in grande forma e un cast di esordienti come una giovane Elena Sofia Ricci.
Peccato non sia stata riproposta in dvd, Rai Premium lo ha mandato in onda qualche mese fà e spero lo ripropongano, ma almeno e presente alla teche Rai.
Incrociato solo per metà, a serie già iniziata purtroppo. Non mi è sfuggito però il bellisimo motivo musicale dei titoli di coda.
DiscussioneDusso • 6/03/15 08:56 Archivista in seconda - 1830 interventi
Zender devo aver sbagliato a cliccare ma i pallini sono 3
DiscussioneZender • 6/03/15 09:54 Capo scrivano - 47729 interventi
Il fatto è che se metti discreto non può esser tre pallini. Tre pallini è buono. O finisci scrivendo buono e dai tre pallini o lasci discreto e però sta a due e mezzo, in pratica.
DiscussioneDusso • 6/03/15 10:14 Archivista in seconda - 1830 interventi
Zender ebbe a dire: Il fatto è che se metti discreto non può esser tre pallini. Tre pallini è buono. O finisci scrivendo buono e dai tre pallini o lasci discreto e però sta a due e mezzo, in pratica.
Beh sono considerazioni personali i tre pallini io li rimando ad un voto discreto come può essere il 7 e comunque per ogni film faccio considerazioni a sè
Comunque la prossima volta almeno avverti che cambi il voto che ti prego di rimettere a tre pallini
DiscussioneZender • 6/03/15 10:44 Capo scrivano - 47729 interventi
Duddo, è un discorso che ho fatto già molte bvolte. La legenda dice chiaramente che 3 è un buon film e così dev'essere per tutti, altrimenti ognuno dà i propri pallini secondo una scala personale e addio... va bene far considerazioni a sé, però poi il voto deve rispettare il commento, e se uno scrive una cosa che poi il pallinaggio non rispetta non va bene. D'accordo esser stretti di manica o meno per un film, quello ci sta, ma non essere discordanti con i voti in legenda.
La colonna sonora è composta da un discreto tema principale, nelle varie puntate si sentono diversi successi degli anni 80 italiani e stranieri.
Alphaville - Sounds like a melody
Van Halen - Jump
Talk talk - It's my life
Laura Branigan - Self control
Michael Jackson - Beat it
Michael Jackson - Thriller
Eurythmics - Sweet dreams
Novecento - Movin on