Sull'onda del successo di BASIC INSTINCT si inserisce Sergio Martino che, forte di una primadonna (Vittoria Belvedere) davvero splendida e vagamente somigliante a Sharon Stone (ma molto di più a Ornella Muti), cerca di riprendere le immagini patinate del film di Verhoeven spostando l’azione in Italia, tra più ruspanti storie di imprenditori mantenuti e arrapati (Andrea Roncato) e atmosfere finto-vanziniane. Purtroppo Ron Nummi non è paragonabile a Michael Douglas e sul suo volto da fotoromanzo perennemente sperduto e passivo si infrangono i sogni...Leggi tutto di poter offrire un'alternativa credibile ai thriller erotici d'oltreoceano. Qui a dire il vero di thriller c'è poco o niente. Giusto il finale con una Belvedere patetica (e dire che fin lì non era stata certo la peggiore) e qualche raro momento qua e là. Si punta invece molto sugli sguardi ammalianti (perfino della non più giiovanissima Serena Grandi, che per una volta non mostra il generoso seno), sulle frasi ad effetto, fallendo stranamente proprio sul versante erotico, che pareva dovesse essere la giustificazione unica del film: gli amplessi sono contenuti, freddi. La Belvedere ovviamente non può esimersi dallo sfoggiare il seno perfetto, ma copre con attenzione tutte le altre parti del corpo. La recitazione (soprattutto di Nummi, doppiato) non convince proprio e le musiche da romanzo rosa di Natale Massara danno quasi l'impressione di aver a che fare con una telenovela. Andrea Roncato, che occhieggia di tanto in tanto, non è a suo agio in un ruolo serio, ma si vede pochissimo.
Derivativo e prevedibile, si regge essenzialmente sulle grazie della Belvedere, per concedere un po' di suspense solo nell'ultimo quarto d'ora, quando Martino rispolvera il suo antico talento per il thrilling. Molte le sequenze improbabili ed imbarazzanti (vedi il pubblico rifiuto del matrimonio e la rapina alla gioielleria). Scarsissima la recitazione.
Dal titolo originale ("La ragazza delle mimose") si passa a Graffiante desiderio: ma la storia è quella -derivata dal più celebre Basic Instinct, al quale Martino sembra attingere in più contesti- di carattere incestuoso (a coronare un tipo di plot esclusivamente italiano e cavalcato negli Anni Settanta) che vede Sonia (Vittoria Belvedere) sedurre il cugino Luigi (Ron Nummi) sino a fargli mandare in aria un matrimonio e condurlo sulla via del crimine. In parte erotico, in parte thriller, è assai ben diretto da Sergio Martino, tanto che appare, alla luce odierna, un ottimo prodotto Anni Novanta.
Film che parte discretamente per finire travolto dai luoghi comuni. Il personaggio maschile è troppo sciocco per essere credibile. Ron Nummi si aggira per tutto il film a subire qualsiasi angheria; davvero troppo. Effetto patinato impresso alla pellicola dall'esperto Martino, con una Belvedere raramente vestita, che richiama i Vanzina di Sotto il vestito niente. Complessivamente c'è poco, troppo poco. Deludente.
MEMORABILE: La mascella semi spalancata del costantemente inebetito Luigi (Ron Nummi).
Cavallo di battaglia delle Tv private, questo "Martino-movie" ha tutte le caratteristiche della sua storia registica. Storiella fra il giallo e l'erotico, con una sciatta ambientazione da riviera (sembra la Rimini di Attenti a noi due con Nino d'Angelo e Bracconeri). La Belvedere molto giovane è in gran forma fisica, ma non adatta ad un dramma umano e psicologico.
Posticcio e pruriginoso thriller erotico (a sprazzi involontariamente ridicolo) che ho rivalutato (un po') dopo aver visto Basic Instinct. Prevedibile nella costruzione della suspense e traditore delle aspettative dei più voyeristi, comunque decente nel suo insieme e sufficientemente morbosa la Belvedere. Certo non è Sharon Stone, ma se avesse accavallato le gambe e avesse avuto Hollywood alle spalle avrebbe avuto sicuramente maggior fortuna. Vedibile, senza aspettarsi troppo.
Non è brutto, ma per via di troppe idiozie (la rapina, il furto del caviale, il discorso del matrimonio) e per la recitazione non proprio eccellente dei due personaggi principali non raggiunge la sufficienza piena. Erotico e parecchio spinto per buona parte si trasforma in thriller puro negli ultimi 15 minuti. Una citazione di Buio Omega verso il quarantesimo minuto, mi allargo molto molto e gli do il 2 pallini e mezzo, anche se ne meriterebbe più 2.
È il Basic instinct all’amatriciana per eccellenza, a partire dalla protagonista che ricorda appunto nell’aspetto la Stone. Un po’ giallo, un po’ morboso, il film regge sostanzialmente per qualche immagine pruriginosa abbastanza funzionale che punta all’erotismo di qualità, ma di cui il contesto del b-movie italico fa ricadere nel ridicolo. Pessima fotografia, ancor peggiore la sceneggiatura, la pellicola si può guardare per l’indiscutibile bellezza acerba della Belvedere. La Grandi cede il passo; Roncato crede di recitare in un buon film ma...
Bisogna aspettare la fine del film per odorare un po' di thriller che sfocia nell'horror quasi fulciano (quello di Quando alice ruppe lo specchio però), il resto è la solita patinatissima sarabanda erotica squallida del cinema dell'italietta degli anni 90. Sergio Martino? A me sembra più un Antonio Bonifacio al cubo, con perversioni sessuali da porno soft di infima categoria. Ridicola Attrazione fatale in tono decisamente minore e unica nota positiva la Belvedere, bona e matta come un cavallo (anche se quasi quasi le preferisco la Grandi supermilf). Il Martino in nero non abita più qui, ahimè.
MEMORABILE: La scoperta del corpo nel frigorifero; Il diario della Belvedere; Gustosi pasti cannibalici (inconsapevoli) alla Marco Ferreri; Le tette della Belvedere.
Anonimo e insulso, il thriller erotico di Martino ha nelle grazie della Belvedere l'unico motivo di vero interesse. La sceneggiatura tenta la commestione con il genere erotico, ma crea più pasticci che altro e non sfrutta come dovrebbe la sensualità della Grandi. Ron Nummi è talmente scarso da far rivalutare il sincero neorealismo tombiano. Certe scene sono proprio gratuite e prive di senso e dimostrano l'assenza di una trama credibile. Filmaccio!
Perfetto esempio di 7gold movie: regia approssimativa (riprese piatte, zoom a non finire), fotografia televisiva, intreccio da thriller erotico di infima categoria, una tetta ogni dieci minuti per tener desto lo spettatore, atroci musichette sax & synth, qualche vecchia gloria nel cast. Anzi, qui c'è un valore aggiunto: un protagonista (tal Ron Nummi) dotato di fattezze e movenze di rarefatta trashosità. Tra i punti più bassi toccati dal regista, ma né meglio né peggio della maggior parte dei thriller nostrani dell'epoca.
Da vedere in un ideale double-bill con Spiando Marina, con cui condivide il mix tra thriller/noir e soft-core e la confezione para-televisiva. Al posto della Caprioglio qui troviamo la più intrigante Belvedere (molto somigliante alla Muti), che fa onore al suo cognome e offre una discreta prova nel ruolo della mantide schizoide di turno; curioso il resto del cast, con la coppia trash Grandi/Roncato e il temibile Nummi. Il film è comunque ben fatto, abbastanza morboso e regala qualche colpo basso; qualche scena evitabile, ma nel complesso ok.
MEMORABILE: Il diario con le formule di magia nera.
Thriller erotico diretto in modo scialbo da Sergio Martino, tanto da sembrare più un prodotto televisivo che un lungometraggio. Il protagonista (se così si può definire) Ron Nummi fa veramente cadere le braccia per l'inespressività e sembra essere trascinato a forza verso la fine di un film ove si salva solo una bellissima Vittoria Belvedere, che sfoggia un fisico da applausi.
Si comincia male con l'aggettivo "graffiante" screditato da decenni di satira arbasiniana, si fa partire il film come variazione sul vecchio adagio "non c'è cosa più divina che trombarsi la cugina" per poi virare improbabilmente sullo psycho-thriller. Il tutto con dialoghi atroci e cast di un certo trashume. Ma che davvero? Rimini resterà nella storia del cinema per altri motivi.
Sonia (Vittoria Belvedere) è una psicopatica con tendenze sataniste e sadomaso, bella, sensuale, ninfomane e criminale. La pellicola è quasi una boiata ma si lascia seguire. Fotografia piatta, regia televisiva. Cast trasandato, tranne la Belvedere che non mi è affatto dispiaciuta. Il film è fatto solo per lei e il suo personaggio. Mancata occasione di produrre qualcosa da ricordare come una perla di inizio anni '90.
Torbido thriller dell'artigiano "Martin Dolman" che mischia erotismo (molto nuda la Belvedere), esoterismo e follia psichiatrica. Il tutto è piuttosto scadente, pretestper mostrare un po' di seni e deretani. Qualche velato episodio lesbo e un pizzico ma proprio pochissimo di horror. Unica nota positiva la trama che, da scontata, rivela un finale abbastanza inaspettato. Camei della Grandi, di Roncato (!) e di una Borioni agli esordi.
Trascurabile thrillerino sciocco-core. Non infimo (specie nel finale) anche se, purtroppo, alcune sequenze assolutamente inadeguate per credibilità e tenuta attoriale (il matrimonio a monte, la riunione coi giapponesi, la rapina) lo affondano laddove è "pianto e stridore di denti" (verso il monopallino). Recitazione accettabile (se fosse un film muto con didascalie). La Belvedere fa la sciroccata e mostra la mercanzia con una certa spigliatezza.
In una Rimini fuori stagione, con una trama poco originale, il bellone in carriera sedotto dalla cugina pazzoide, è il sesso a farla da padrone, col thriller che prende piede solo nel finale. Si salva la Belvedere, che sembra la gemella della Muti, spesso e volentieri nuda. Lo sconosciuto Nummi è un disastro col suo sorrisetto perennemente ebete, mentre Andrea Roncato, privato del fedele Gigi, non riesce a essere serio nei panni di un improbabile manager.
MEMORABILE: Serena Grandi, già in fase calante, ma che mostrandosi più vestita del solito centuplica la sua carica erotica e ambigua.
Pellicola a metà tra erotico e thriller che non riesce a decidersi tra i due generi, prendendo un po' dall'uno e un po' dall'altro in maniera disordinata. L'atmosfera però non è male, torbida al punto giusto, e il film scorre piacevole sino alla fine. Se il cast fosse stato migliore (passabili Andrea Roncato e la bellissima Vittoria Belvedere, imbarazzante il resto) sarebbe stato anche meglio. Tutto sommato vale una visione.
Un uomo di belle speranze viene preso di mira dalla pseudo-cugina che lo porterà verso il baratro della follia attraverso l’utilizzo della magia nera. Un pasticciaccio come pochi, sit-com all’inizio, poi verso la fine dramma-thriller all’italiana. Gli anni 90 rombano inarrestabili con le loro mode, le pettinature, le tecnologie dell’epoca. Giusto questo, perché buona parte del resto è terribile. Ci sono però le forme tornite di una Serena Grandi in grande forma.
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Didda23 ebbe a dire: Non sfruttare appieno Serena Grandi (all'epoca supermilf come direbbe Buio) è davvero un peccato mortale!
Effettivamente la Grandi nel film è poco sfruttata e, a parte un paio di graditissimi scosciamenti con autoreggenti, il suo maestoso seno non è mostrato. Peccato davvero.
Per quanto riguarda la giovane Belvedere, beh... è proprio un belvedere! Essa si mostra senza veli come “mammà” l'ha fatta mostrando le sue deliziose "tettacce" (termine markussiano ormai stra-abusato ma pur sempre divertente), gambe con reggicalze e anche un accenno di feticismo del piede (vedi locandina). Buio, lo devi rivedere!
E’ valsa una serata trash da me con grandi risate!
Markus ebbe a dire: Didda23 ebbe a dire: Non sfruttare appieno Serena Grandi (all'epoca supermilf come direbbe Buio) è davvero un peccato mortale!
Effettivamente la Grandi nel film è poco sfruttata e, a parte un paio di graditissimi scosciamenti con autoreggenti, il suo maestoso seno non è mostrato. Peccato davvero.
Per quanto riguarda la giovane Belvedere, beh... è proprio un belvedere! Essa si mostra senza veli come “mammà” l'ha fatta mostrando le sue deliziose "tettacce" (termine markussiano ormai stra-abusato ma pur sempre divertente), gambe con reggicalze e anche un accenno di feticismo del piede (vedi locandina). Buio, lo devi rivedere!
E’ valsa una serata trash da me con grandi risate!
Sì, infatti, lo dovrei proprio rivalutare...
DiscussioneDusso • 23/04/13 16:20 Archivista in seconda - 1831 interventi
La Grandi me la ricordo Super Milfona in Radiofreccia (quando lo vidi per la prima ed unica volta al cinema per un assemblea di classe). In questo film di Martino proprio non me la ricordo, mentre le scene con la Belvedere le ricordo bene...
Nel bagno di Luigi Moscati (Ron Nummi) ci sono due profumi maschili: sulla sinistra un flacone (vuoto o quasi) del GIORGIO BEVERLY HILLS FOR MEN (A), una eau de toilette maschile uscita sul mercato nel 1984 e attualmente in vendita (seppur con distribuzione limitata) e il GLOBE di Rochas (B), una eau de toilette uscita sul mercato 1990 e attualmente fuori commercio.
Abbastanza dura trovare questo dvd che credo sia andato fuori catalogo dalla Federal o al massimo ne rimangono pochi pezzi, molti siti lo hanno fuori stock, e quei pochi hanno dei tempi medi di almeno una settimana per la spedizione con prezzi sui 19,00€ quindi molto alto per un film del primi anni '90.
E uscito anche negli USA per la solita Mya con il titolo Craving desire con la identica cover di quello italiano della Federal cosa che non sempre accade.
Audio sempre con la doppia traccia mono 2.0 italiano e inglese, purtroppo niente extra a differenza di quello nostrano che mi sembra contenga un intervista a Martino.
CuriositàCangaceiro • 12/08/14 13:11 Call center Davinotti - 739 interventi
Al cinema la Belvedere, Nummi(?) e la Borioni guardano La casa del sortilegio di Lenzi. Il blooper è abbastanza curioso visto che il suddetto film non è mai uscito nelle sale, faceva parte della famigerata serie di Reteitalia "Le case maledette", destinata alla tv ma uscita solo parecchi anni dopo direttamente in videocassetta.
E' stato rieditato dalla Quinto Piano, stessa cover di quello Federal è stesso formato ma audio portato ad un migliore 5.1 al posto del 2.0 se non erro, ma credo (almeno dalla cover posteriore che gira in rete) ahimè credo che anche questa versione sia monca dell'intervista al regista Martino, che solo ed unicamente la vecchia (e ormai fuori catalogo) versione Federal aveva.
Comprensibile il fatto che la Federal non ceda l'intervista visto che gli è costata farla (mandare uno a intervistare, pagare Martino,diritti etc) credo sia questo il motivo principale per cui molti cerchino la versione Federal.