Il giardino delle parole - Corto (2013)

Il giardino delle parole
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Titolo originale: Koto no ha no niwa
Anno: 2013
Genere: corto/mediometraggio (colore)
Cast: (animazione)
Note: Aka "The garden of words".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/06/13 DAL BENEMERITO VICCROWLEY
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Viccrowley 25/06/13 00:56 - 814 commenti

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Che Makoto Shinkai sia un poeta d'immagini lo avevamo già  appurato col meraviglioso 5 centimetri al secondo. La sua nuova opera non raggiunge vette così elevate, ma dischiude altre porte verso una percezione ancora più lieve del concetto di emozione. Un ragazzo e una ragazza divisi dalla differenza di età  si incontrano in un giardino solo nei giorni di pioggia. Il destino li unirà  in maniera inaspettata. Dialoghi rarefatti, ma sguardi, gesti ed emozioni a fior di pelle graziati da un tocco sognante, intimista e leggero. Come gocce di pioggia.
MEMORABILE: Il primo incontro tra Takao e Yukino nel giardino sotto la pioggia.

Mickes2 7/07/13 16:44 - 1670 commenti

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Ancora il destino, il tempo e le distanze (sentimentali) come punti focali della poetica dell’autore giapponese. Un racconto, un elegante poema visivo avvinghiato ai particolari, sull’amore platonico e impossibile immerso nella quotidianità di un giardino in cui pioggia battente scroscia come un flusso di parole non dette tra un adolescente e un adulto: due anime accomunate dalla tristezza dell’animo ma divise dall’età, le quali si completano nella struggente presa di coscienza di esser stata l’unica persona ad aver posto rimedio. Delicato.

Galbo 29/09/14 05:47 - 12399 commenti

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Sebbene inferiore per profondità e spessore narrativo al suo lavoro migliore, questa breve pellicola di Shinkai conferma in pieno il talento del regista e la sua attitudine alla messa in scena di opere raffinate che parlano di sentimenti con pudore e delicatezza, anche quando si affronta lo scottante argomento della differenza di età. Eccellente il comparto grafico, con immagini suggestive e di grande bellezza; raramente in un’opera animata si è vista la pioggia raffigurata con tale efficacia.

Pigro 2/09/15 12:31 - 9671 commenti

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Ancora una favola sull’amore distante per Shinkai: stavolta la lontananza è tra un 15enne e una 27enne, un allievo e una prof, uniti da un legame profondo ma divaricati dal mistero delle loro differenze. Struggente la narrazione, ispirata a un raffinatissimo registro romantico e con una pregevole cura nei dettagli, che trasferisce i sentimenti nella loro reificazione meteorologica e quotidiana: cosa che solleva il corto da un livello di “romanzo rosa” verso riflessioni più assolute e profonde. Da vedere fin oltre i lunghi titoli di coda.

Xamini 20/09/15 22:20 - 1253 commenti

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La narrazione di Shinkai è delicata, emozionale ma il punto di vista di questo Il giardino delle parole resta un pelo adolescenziale. Sono in realtà le immagini, soprattutto i colori a fare la parte preponderante, con momenti di viva bellezza in questa oasi di quiete, verde e sentimenti nascosta nel parco cittadino. Solo per questo merita la visione.

Rebis 14/04/16 11:15 - 2339 commenti

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Dopo Agartha, come 5 centimetri al secondo: Shinkai abdica al fantasy miyazakiano da esportazione e torna a quella narrazione intima e minimale condensata nella durata di un medio metraggio che ne ha sancito l'originalità e lo statuto autoriale. Meno trascinante e articolato del modello, ma sempre esemplare nel mettere in sinergica musica e immagini, nella scansione ritmica che si accorda alla ciclicità delle stagioni (la pioggia: accadimento naturale o fenomeno esistenziale?), è un altro valido tentativo di esplorare i paesaggi interiori attraverso il linguaggio degli anime.

Deepred89 19/01/21 19:04 - 3709 commenti

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Come già accaduto e come in futuro riaccadrà nel cinema di Shinkai, i disegni sono di una forza impareggiabile, in grado di valorizzare al massimo ogni singola espressione o dettaglio atmosferico. In questo caso però il soggetto non riesce ad andare molto oltre la bella idea iniziale, il che, unito a dei tocchi di pianoforte particolarmente di maniera a fare da costante base sonora, crea un risultato emozionalmente incolore. La resa dei conti sentimentale sulle scale del palazzo con successiva zoomata all'indietro ricorda curiosamente il finale di Borotalco.

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