Furia bianca - Film (1954)

In America latina, un rude coltivatore di cacao sposa per procura una vedova di New Orleans. All'inizio le cose non vanno bene ma lei riuscirà a conquistarne il rispetto e l'amore quando la piantagione sarà attaccata da un'orda di formiche in marcia che distrugge e divora tutto quel si trova sul suo cammino... A parte qualche svarione mirmecologico, un film piuttosto realistico nell'ambito del sottogenere "animali assassini", discreto nelle parti d'azione ma molto meno in quelle sentimentali (Heston "vergine"? ma dai...). Bellissima Parker rossa biancovestita, fotografia lussuosa.

Lei, stupenda Diana cacciatrice di sfolgarante bellezza, lui, giovanottone ben piazzato rimasto troppo tempo in Amazzonia da scordarsi di comportarsi da galantuomo. Solo un mostro di 60 Km² riuscirà a mettere d'accordo i due piccioncini che tutto avevano fatto fino ad allora fuorché tubare. Come film è innocuo, un buon passatempo, ma è impossibile non rimanere soggiogati dalla strepitosa bellezza (e bravura) della Parker: se vi avanzano ancora gli occhi utilizzateli anche per il resto della pellicola, in fondo non è tempo sprecato.

Spettacolo d'altri tempi ben girato e tutt'oggi godibile, con una seconda parte avventurosa che vede il bravo Heston contrapporsi a un esercito di formiche assassine. Nella prima assistiamo alle sue scaramucce con la bella Parker, un po' datate ma che danno il giusto spessore ai personaggi e dai dialoghi scontati ma non noiosi. Fotografia dai colori spettacolari, effetti per l'epoca più che dignitosi. Buono.

Inizio da drammone, con la povera Parker vessata dal burbero e tormentato Charlton Heston (bambinone dalla scorza dura ma dal cuore ovviamente tenero), che ha sposato per procura. L'ultima mezz'ora salta nell'avventuroso dalle striature animal-horror, coi coniugi assediati da una legione di formiche assassine. La continuità narrativa è data dalla progressiva accettazione di Heston nei confronti della donna, così che la presenza degli insetti pare un escamotage un po' più catastrofico del dovuto. Nel complesso un romance esotico un po' retrò (anche moralmente), ma pienamente godibile.