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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Uccio De Santis, comico pugliese non troppo noto fuori dai confini regionali, è il protagonista di una commedia romantico-malinconica che non spinge granché sull'acceleratore né trova conforto in una sceneggiatura ove l'umorismo è presente in basse dosi, rispetto alle aspettative. La storia di Lello Morgese (De Santis), cabarettista barzellettaro che d'improvviso si ritrova con la moglie (Benedetta) che lo pianta perché lasciata troppo sola, passa velocemente dalle due o tre gag sul palco (non di più) al dramma dell'uomo in crisi. Affrontato senza eccessiva tristezza, naturalmente, visto che di commedia si tratta come dimostra l'analista (Paltera) cui Lello si rivolge, tutto tranne un professionista...Leggi tutto serio (gioca con gli areoplanini di carta mentre ascolta il paziente...). La cura consigliata? Recuperare le lettere dei suoi fan e andarli a trovare per fare il pieno di autostima. Anche perché di recitare in pubblico non se ne parla più e l'intera compagnia, priva della sua “star”, va a rotoli... Per questo in viaggio per la Puglia assieme a Lello partono i suoi colleghi Volume (Paone), chiamato così perché ci sente solo da un orecchio e Salvavita (Sardella), il tecnico delle luci. E qui comincia davvero il film, un road-movie a tappe in cui Lello incontra i diversi fan scoprendo prevedibilmente che ognuno di loro ha qualcosa che non va: la prima lo sogna e glielo dice proprio quando compare in salotto il marito vigilante con pistola, una bimba ha il padre (Onnis) che si lamenta perché aveva fatto 50 km per portarla a vedere lo spettacolo proprio il giorno in cui Lello aveva chiuso lo show dopo pochi minuti annunciando di volersi ritirare dalle scene, un altro è morto e tocca fermarsi in camera ardente... Sketch di diversa durata e al massimo simpatici, spesso costruiti con un'unica idea tirata avanti per le lunghe. De Santis mostra una certa espressività, non è peggio dei tanti comici che ci hanno provato negli anni sfruttando di base sempre la medesima idea del partner che ti lascia e che si spera torni almeno nel finale (come quasi sempre accade). Il film inoltre ha un suo garbo, location apprezzabili e solatie; scegliendo però la strada della commedia vagamente sentimentale limita la comicità e le battute, il più delle volte simili ad arrancanti improvvisazioni. L'incontro con la bella Rossella (Prandi), finalmente la fan “giusta”, riprende a grandi linee il filo romantico in attesa di un'ultima parte dedicata alle rappacificazioni. Non siamo di fronte a niente di memorabile, ma il tutto si può vedere; De Santis, che visibilmente non vuol strafare per non togliere credibilità al suo personaggio, è almeno una faccia nuova. A garanzia della pugliesità doc dell'operazione, piccola parte per Gianni Ciardo, prete che benedice la bara al funerale per giungere poi a celebrare un matrimonio.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/04/13 DAL BENEMERITO PAULASTER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 23/10/18
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Paulaster 3/04/13 09:48 - 4417 commenti

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Commedia nostrana sul fronte meridionale, girata a mo' di spot per la regione Puglia. Sceneggiatura elementare che passa di scena in scena senza intrecci complessi, a volte forzatamente per raggiungere il momento successivo. Si apprezza la mancanza di volgarità che fa leva sulle caratterizzazioni e meno sulla dirompenza di battute ad effetto. La Prandi entra ed esce dalla scena con scelte mediocri.

Saintgifts 8/05/13 09:19 - 4098 commenti

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Tutta pugliese questa simpatica commedia che, oltre mostrarci il sole, la luce, i colori e la simpatica gente di questa bella regione, ha il pregio di non eccedere mai nei toni e non per questo rimanere piatta, facendoci così gustare di più i momenti divertenti, che non sono pochi. Sono proprio il sorriso, gli attimi di evasione dopo una dura giornata di lavoro che procurano uno spettacolo o un comico, il tema del film. Uccio De Santis omaggia Macario non solo con lo stesso titolo del film (1940), ma ricordando la rivista e l'avanspettacolo.
MEMORABILE: La lettera di Santino, il sant'uomo.

Pessoa 28/08/14 07:33 - 2476 commenti

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All'inizio ci sono le solite barzellette sceneggiate per cui Uccio De Santis è famoso in Puglia e dintorni, ma poi la storia prende corpo con garbo e la vicenda non è delle più banali. Si ride molto, come e più che nei cinepolpettoni miliardari che sono costati dieci volte tanto. Ciardo bravo e in parte nel ruolo del prete. Non siamo all´accademia ma il film c´è tutto e assicura la serata, anche per le belle immagini di una Puglia semisconosciuta. Nel panorama attuale del cinema italiano ci sono purtroppo cose molto peggiori. Promosso.
MEMORABILE: La colonna sonora con Gianni Ciardo e i Folkabbestia.

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