Cecil B. DeMille prende i personaggi più celebri dell'epopea del West e li unisce per un'operazione poco rispettosa della storia ma molto efficace dal punto di vista cinematografico, in una vicenda che parte addirittura dal governo degli Stati Uniti alla fine della guerra di secessione. I cattivi non sono solo i pellerossa, ma più onestamente vengono i governanti senza scrupoli e chi lavora per loro. Così Calamity Jane è innamorata di Wild Bill Hickok, amico di Bill Cody, amico a sua volta del generale Custer. Quinn è un Cheyenne.
MEMORABILE: Calamity Jane (una fascinosa Jean Arthur) tenta di rabbonire gli indiani di Mano Gialla regalando loro cappellini da donna.
La grandiosità di De Mille e l'epopea western narrata attraverso alcune delle sue figure più caratteristiche, fra storia e leggenda: sembrerebbe l'incontro ideale, ma il risultato è inferiore alle aspettative, i personaggi sembrano usciti da un album di figurine, i toni da commedia leggera dei battibecchi fra Wild Bill Hickok e Calamity Jane non si amalgamano bene con i passaggi drammatici, la retorica della frontiera è troppo marcata. Da gustare senza riserve Gary Cooper, bellissimo e meravigliosamente sempre a suo agio, sia nei boschi vestito da trapper che elegante al tavolo da poker.
Pellicola che mostra tutte le cicatrici del tempo, con personaggi a dir poco stereotipati che sembrano usciti da un libro di avventure per ragazzini; e con un rapporto lui-lei (chi disprezza compra) che non giova alla storia, a parte l'unico ironico bacio non rifiutato da lui. Qua e là ci sono anche buoni momenti e qualche simpatico botta e risposta, ma nel complesso, pur riunendo molte figure classiche del west, risulta piuttosto deludente, nonostante la carismatica presenza di Cooper.
MEMORABILE: Il ragazzo traumatizzato " Siamo tutti morti"; Nel bosco con Buffalo Bill; L'indiano (Anthony Quinn), testimone della fine di Custer; Nel saloon.
Cecil B. DeMille HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàDaniela • 16/06/17 22:48 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Nel cast compare nelle succinte vesti di indiano Anthony Quinn, in una delle sue numerose partecipazione "etniche".
Nato in Mexico da madre atzeca e da padre on sangue maya ed irlandese, Anthony Quinn sembrava destinato a ruoli da caratterista, spaziando fra le più diverse tipicizzazioni, dal cinese all'arabo, dall'italiano (mafioso) al filippino.
All'inizio degli anni '50, proprio interpretando un messicano, colse finalmente quel successo destinato a segnare una svolta decisiva nella sua carriera: il ruolo è quello del fratello di Marlon Brando in Viva Zapata! di Elia Kazan, che gli frutta il primo Oscar come miglior attore non protagonista.