Tanto incredibile da essere realmente accaduto... Quasi interamente ambientato sul retro di un fast-food, un dramma della stupidità che riesce a creare una situazione di tensione insostenibile: viene voglia di entrare dentro il film, afferrare quel maledetto telefono e scagliarlo a terra. Ma poi vien da chiedersi se quel mix di minacce e blandizie non potrebbe plagiare anche te, se comunque, anche senza arrivare a comportamenti aberranti, non ci si comporterebbe come i colleghi della vittima succube che preferiscono farsi i fatti propri per non avere grane.
Accondiscendere, sottomettersi: qual è il limite di tale comportamento? Qual è il limite della stupidità o dell’intelligenza umana? Insostenibile e angosciosa, disturbante e ipnotica nella sua parossistica verbosità che antepone il Potere della parola espressa dalle autorità come legittimazione delle proprie debolezze/nefandezze celate nell’animo, è un’opera calibrata e curatissima; torture-porn psicologico tout-court che dosa benissimo gli elementi in campo senza mai ricorrere a forzature da sens of wonder. Raggelante.
MEMORABILE: L'esercizio di ginnastica; Le sculacciate.
Un film concettualmente originale, ancorchè tratto da fatti incredibilmente accaduti: sposta il limite del disturbante su una scala psico-emotiva che la regia gestisce in maniera eccellente, in un crscendo di tensione angosciante che si risolve in un climax perfino inaspettato e quasi surreale. E' un film che ci fa arrabbiare, perchè è difficile credere dove possa spingersi l'umana stupidità, la bovina e supina acquiescenza ad un'autorità anche astratta, che si materializza in una voce telefonica. Ma in fondo, sappiamo che accade, purtroppo.
Biopic di un prankster a lungo impunito (d'altronde più grossa è la fandonia più si è disposti a berla): forte è lo scarto tra l'altrui propensione a soggiacere a una parola in divisa, e l'incapacità del film di suscitare la ben che minima sospensione dell'incredulità e di rendere emotivamente partecipi o complici di una sceneggiatura vittima di un sociologismo tutto crepetiani fegatini di pollo. Capito l'alambicco, la tautologica allegoria sbrindella vieppiù le uallere, la tenuta drammaturgica si sgretola, la carica tensiva è un concetto astratto, concreto è lo stupro della noia. Thumb down.
Pochi film sanno mettere a disagio come questo, ad esempio La ragazza della porta accanto, altro gioiellino di nicchia che sapeva costruire piano piano la tensione e poi ti teneva dentro, atterrito, senza vie d'uscita. Le armi però sono diverse: la minaccia proviene da un'autorità senza volto, che sa irretire i "distratti" come Hitler nel 1933. La capacità critica cede il passo alla ordinarietà del "mi hanno detto che". Cast notevole e scelto a dovere, tempi di regia ben calibrati, contrasti vivi tra angoscia e normalità separate da pochi metri.
Si rimane sconcertati dalla storia narrata con sapiente abilità, ma ancor più dal fatto che si tratti di una vicenda realmente accaduta. Da un lato una lucida e viziosa crudeltà, dall'altro l'ingenuità e un'accondiscendenza fino alla stupidità conclamata, dalla quale nessun personaggio riesce a svincolarsi, compreso lo stesso spettatore che non si sente in grado di giudicare. Ne risulta una continua tensione emotiva che il regista dosa in crescendo fino alla soluzione del dramma, che pone interrogativi sulla fragilità dei nostri comportamenti. Disarmante.
MEMORABILE: La perquisizione per telefono; La "connivenza forzata" di Sandra e il suo compagno.
La rabbia monta sempre di più col passare dei minuti, parallelamente all'incredulità ed all'inquietudine per ciò che accade sullo schermo cui si stenta a credere, se non fosse che è tutto vero. Zobel dirige e sceneggia
con grande bravura un plot ad alto coefficiente di difficoltà, praticamente girato quasi in un unico ambiente. E tratteggia dei caratteri e delle psicologie umane che suscitano sentimenti forti nei loro confronti, riuscendo
però anche a instillare terribili dubbi a la "cosa avrei fatto se mi fossi trovato al loro posto?". Da brividi.
Se la realtà spesso supera la fantasia, ciò non vuol dire che questa realtà messa su pellicola funzioni. Per quanto tratto da una storia vera, a Compliance non si crede nemmeno per un secondo: non con quei personaggi, non con quelle psicologie. Svelate a metà film le prevedibilissime carte, il film si prende gioco dell'intelligenza dello spettatore remando contro ogni possibile logica narrativa, cercando infine di mettere qualche toppa nell'ultimo quarto d'ora. Girato e interpretato benissimo, irrita per ragioni ben diverse da quelle volute.
Glaciale resoconto di un incredibile crimine, talmente paradossale che, se non si basasse (pare piuttosto fedelmente) su una vicenda realmente accaduta, si potrebbe quasi trovare involontariamente comico. Un film in cui l'azione è limitatissima (in pratica si tratta di una lunga serie di dialoghi telefonici), il cui ritmo inevitabilmente lento (ma sorprendentemente mai pesante) viene spezzato da brevi parentesi da cardiopalma (quando il prankster esaurisce il credito) e da svolte scioccanti (quanto può essere manipolabile la mente umana?). A fine visione si rimane quasi interdetti.
MEMORABILE: La biondina viene convinta a spogliarsi mentre una fredda luce solare le illumina le spalle; L'escalation feticistica; Il conciso, straniante epilogo.
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DiscussioneDaniela • 20/04/13 16:08 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Come ho scritto altrove Greymouser, anche io ho trovato Compliance più angoscioso di tanti horror. E' un film che ti costringe a porti domande scomode: come mi comporterei io in quella situazione? E non parlo tanto della situazione della vittima (ormai ho una età e una esperienza che mi dovrebbero immunizzare) quanto di quella dei carnefici "per caso". E' terribile che si tratti di persone normalissime. La direttrice del fast fast - come si può vedere nel link del filmato segnalato dall'amico Kanon - ha l'aria di essere una brava donna. Eppure, invece di difendere una persona giovane che era sotto la sua responsabilità pretendendo di avere delle prove di quello che gli viene riferito, è pronta a credere ed obbedire.
SPOILER (grosso)
A combattere ci pensa - come è accaduto nella realtà - il suo fidanzato, fino al punto di obbligare la ragazza a fargli un "servizio" perché così gli ha ordinato di fare il presunto poliziotto. Ed anche questo fidanzato è presentato come un tipo tranquillo, normale, che giustamente resta sconvolto dall'azione commessa.
FINE SPOILER
E' la normalità di queste persone il dato più sconvolgente...
DiscussioneDaniela • 21/03/18 01:36 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Capannelle, è passato quasi un lustro da quanto l'ho commentato, eppure me lo ricordo come se l'avessi visto ieri sera, tanta è l'impressione suscitata, cosa che certo non accade con gli horrorini a cui accenni - nella miriade che guardo ogni anno, sono pochi quelli che restano impressi in maniera indelebile.
In effetti, più che un film, è una specie di test che obbliga a porsi interrogativi d'ordine morale di quelli urticanti.
Lo ricordo quasi sequenza per sequenza e nel farlo riprovo lo stesso senso di disagio e di vergogna provato allora per questi "aguzzini" inconsapevoli ma comunque volenterosi.
Non so se lo sai: il vero autore di questo "scherzo" telefonico ha detto di essere rimasto stupito del fatto di aver trovato persone disposte a prenderlo sul serio. E, come hai ricordato, di "scherzi" simili ce ne sono stati parecchi.