The collection - Film (2012)

Tagliola che azzoppa non si cambia, e dunque rieccolo, il Myers che s'è messo in testa di ereditare il krameriano lascito: tristemente ridotto a macchietta 2D, a brand fumettaro, ormai tratteggiato come un impazzito Diabolik senza costrutto, ridotto ai minimi termini da una scemeggiatura imbevuta di ridicolo e assurdissime situazioni liquidabili con un vabbèciao. Parte anche a bomba, per fare poi leva su un'inverosimiglianza che non dà il resto e sulla sola bontà del trappolame. Dura appena 70', ed è il suo unico pregio. Speriamo valga la regola, come per Saw, di un terzo capitolo strepitoso.

A dispetto delle buone premesse del primo titolo, questo sequel prende una direzione decisamente retriva e grossolana, inseguendo modelli e schemi alla "Saw" che dovrebbero già essere ormai squalificati a priori. L'azione non manca, il ritmo pure, per cui non è complicato seguire uno sviluppo tanto lineare e compatto, per quanto improbabile nella logica e improponibile nel realismo. Breve quanto basta per non spazientire troppo e non rimpiangere oltre misura il tempo speso nella visione.

Bisogna spegnere i neuroni e credere agli asini che volano, visto che la coppia Dunstan-Melton infarcisce questo sequel di una memorabile fucina di sciocchezze (da qui il titolo) e trasforma il collezionista da sinuosa sagoma nera ad atletico superuomo esperto di ingegneria meccanica. Sarà, forse, perché impegnati a innaffiarci di sangue: in tal ottica il film ci vizia e soddisfa, spinge a manetta (la trebbiatura in disco è straordinaria) e porta a casa la pagnotta del fan splatterofilo. Regia prevedibile, ma di certo la noia non alberga qui.

Il collezionista ritorna, al pari di Dunstan, in cabina di regia. Qui si inizia in maniera folgorante con una scena di morte in discoteca degna dei vari Final destination. Poi però, tra miriadi di ulteriori citazioni (c'è anche un'"unghiata" alla burnt Freddy) si scende nella ripetizione, non sempre soddisfacente. Il corpo è oggetto di ogni tipo di malversazione, il sangue imbratta ogni parete, il museo degli orrori è vietato ai minori. Chi ama lo slasher ad alto tasso splatter riuscirà a farsene una ragione. Gli altri...

Prodottino di serie tale e quale al precedente. Un culturista mascherato dalle maniere inurbane versa ettolitri di sangue fronteggiato da un soldo di cacio di presunta immortalità. Non si cade nell'infimo (c'è di peggio), ma la casa-trappola e il killer mutanghero dalle mille risorse stanca dopo pochi minuti. Inessenziali la trama, i dialoghi, gli attori e una pur pallida logica degli eventi, as usual.

Seguendo le orme della saga di Jigsaw, anche il sequel di The collector si evolve in direzione survivalista, lanciando un gruppetto di agguerriti soccorritori sulle tracce dell'ennesima vittima in pericolo. L'originalità continua a latitare, ma lo splatter spericolato e la dinamicità action degli eventi subiscono una doverosa impennata, tra un incipit che pare il prologo di Ghost ship in versione mietitrebbia e lotte corpo a corpo che lasciano poco all'immaginazione. Divertenti le citazioni italiche (le tarantole fulciane e un "Hotel Argento" che si aggiudica un finale à la Inferno).