Branded - Film (2012)

Un film bizzarro, delirante e affascinante, che disegna una distopia di grande effetto, in un mondo dominato dalle "marche", popolato di gente condizionata dalla pubblicità in tutti gli aspetti della vita. Fra criptici simbolismi, varie imperfezioni e straordinari squarci psichedelici, l'interesse non viene mai a mancare: merito di uno script in parte discutibile, ma assolutamente originale, fatta salva qualche stimolante reminiscenza orwelliana e carpenteriana. Mi si potrà dare del matto, ma "Branded" mi ha ipnoticamente ammaliato.

Stranissima questa produzione russo-statunitense diretta a quattro mani in quel di Mosca e Sofia, che propone un'equazione fanta-cospirazionistica balzana, temeraria ma non lontanissima dalla plausibilità: dopo la caduta del regime sovietico, il virus della propaganda mutò cromosomicamente continuando a proliferare attraverso la dittatura del marketing e la pop-simbologia consumistica. Al nocciolo, una ribellione sciamanica e "fightclubiana" al cancro divorante dei brand commerciali e al metodo con cui le strategie pubblicitarie manipolano le aspirazioni del popolo-acquirente. Mitridatizzante.

Sarà una cowstellazione a mandare in vacca il commercio, la sua svendutissima anima, il marketing e annesse strategie, chi acquista, chi è acquistato, e a far girotondeggiare cancellazione della cultura e cultura della cancellazione, in una logorrea di loghi fattasi aura o slime. HorrOrwell in mise da commedia agitprop o commedia agghindata da horror cowspirazionista, siamo a chi non si accontenta di dire troppo e gode nell'aggiungere sempre più privando d'ogni residuo piacere di interpretare, e che a forza di colpi di testa diventa acefalo . F/x in CG pessimi oltre ogni stroncare.