Zender ebbe a dire:
ma il mettere un bambino di fronte a certi argomenti non sono affatto sicuro che sia solo il moige a considerarlo non del tutto sicuro.
sacrosanto, ma è sempre il
come a fare la differenza. mi sono anch'io posto il problema, ma dopo averlo visto -in sala, attorniato da un sacco di ragazzini e pargoli accompagnati- mi son detto che un
paranorman, un
coraline o l'ultimo burton per un piccirillo sono assai più perturbanti...
ciò detto, leconte floppa proprio sulla gestione del tema, che tratta sempre in levare e mai in battere: tiene il suicidio in media res prima, lasciando perplessi gli adulti (che comunque non si aspettano certo buttgereit o un'opera apologetica), e poco dopo lo inabissa per 65' minuti filati sotto poderose mareggiate di glucosio, usandolo solo ed esclusivamente come ponte levatoio e come filtro per far passare il tautologico messaggio
la vita è una cosa meravigliosa volemose bene, a questo punto nauseando gli adulti e scontentando quei bambini e quei ragazzini (oggidì attrattissimi dalla lievità del pink-gothic, mi si passi la neoetichetta, nonché smaliziati e temerari di fronte all'orrore più di quanto non si creda) che magari si aspettavano quel pelo in più di cattiveria. di contro, tema a parte, si concede piccoli passaggi visivamente potentissimi (come la visita dallo psichiatra, figurativamente giocata su macchie di roscharch in divenire - a quella scena va il mio mezzo punto) che fanno la gioia dell'adulto ma disarcionano del tutto un bambino di 4-5 anni, che al netto della succitata scena avrebbe davanti un film di gran lunga meno crudele di certi titoli disney. per cui il vero problema di questo film è, se mai, di essere per nessuno.
recuperalo, e sappimi dire.
Zender ebbe a dire:Peraltro non mi risulta che la commissione censura sia assimilabile al moige, quindi qualcuno c'è, visto che è un po' improbabile che la commissione censura metta veti senza vedere i film.
il problema di una commissione di censura -e qui magari il più ferrato alessio potrà convenire- è di essere composta per tre quarti da gente estranea allo specifico cinematografico, che valuta l'opera su rigidi parametri democristianoidi (quando non fascisti) e pastorali (quando non torquemadisti), radiografandola per il tramite del più spicciolo psicologismo.
Ultima modifica: 24/01/13 11:23 da
Schramm