La bottega dei suicidi - Film d'animazione (2012)

La bottega dei suicidi
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Titolo originale: Le magasin des suicides
Anno: 2012
Genere: animazione (colore)
Cast: (animazione)
Note: Soggetto tratto dal romanzo Il negozio dei suicidi dello scrittore francese Jean Teulé pubblicato nel 2007.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/01/13 DAL BENEMERITO SCHRAMM
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Schramm 23/01/13 14:26 - 3495 commenti

I gusti di Schramm

Siamo davvero tornati al medioevo se si è arrivati a vietare ai 18 un tale distillato di buonismo new age e populismo, che sviluppa le micidiali potenzialità del tema appannaggio di un'ottica univocamente lavitaèunacosameravigliosatuttinsiemappassionatamentepensopositivowlapappacolpomodoro. Dove maggiormente Leconte collassa, è nel forgiare un'opera destinata a nessuno, che scontenta e allontana adulti e infanti. Al netto di un certo gusto figurativo e uso del colore, il bonbon si dipana tra canzoni che manco Radio Maria e un tasso iperglicemico che a paragone Burton batte Spasojevic 10 a zero
MEMORABILE: La visita dallo psichiatra.

Cotola 5/05/13 21:05 - 9052 commenti

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La prima parte, con il suo sapiente uso delle cromie grigie e funeree, sarebbe anche quasi accettabile, pur volendo essere nera a tutti i costi e nonostante le terribili canzonette (mal doppiate). Ma il colpo di grazia arriva nella seconda parte, troppo ottimista e sdolcinata per non provocare pericolosi innalzamenti del tasso glicemico. Il risultato finale è un filmetto brutto e banale. Il divieto ai minori di diciotto anni imposto nelle sale sembra francamente eccessivo.
MEMORABILE: La sorella formosa che scopre il suo corpo e le sue potenzialità.

Paulaster 8/05/13 10:01 - 4425 commenti

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L’idea di commercializzare il suicidio dà vita a numerose situazioni che, specie nella prima parte, rendono scorrevole la visione. Forse manca un’identità precisa nelle immagini per dare un'impronta che resti nella memoria e non tutte le canzoncine sono all’altezza. Esorcizzare la morte? Quando fa fumare il bambino e mostra la sorellina nuda ci si chiede che senso voleva dare.

Galbo 3/06/13 05:42 - 12399 commenti

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Mal gliene incolse a Patrice Leconte (autore di ottimi film) a dedicarsi all'animazione. Il cartoon non è evidentemente nelle sue corde, non tanto tecnicamente (il film da questo versante non è male, pur non mostrando mirabilie) quanto dal punto di vista narrativo. La storia infatti viene affrontata con un fastidiosissimo piglio new age e personaggi irritanti nel loro schematismo:viva la vita/abbasso la vita. Le canzoncine poi sono davvero terribili e pessimamente rese in italiano.

Furetto60 21/01/15 13:53 - 1196 commenti

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Impostare un film d'animazione, inevitabilmente rivolto a un pubblico di minori, con protagonisti una famiglia di venditori di strumenti atti a favorire il volontario trapasso, è operazione di dubbio gusto; non stupisce che abbia avuto ostacoli alla diffusione. Almeno si fosse rivelata opera valida... invece, al di là della curata parte grafica, ci si annoia. Ritmi lenti, vicenda scontata, musiche fiacche. Gli autori avrebbero dovuto, prima di produrre, farsi una ripassatina delle opere di Burton.

Belfagor 16/03/15 11:04 - 2690 commenti

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Un Leconte chiaramente a disagio con l'animazione manda all'aria quella che poteva esssere una buona operazione di stampo burtoniano. Nulla da eccepire sulla qualità dell'animazione, con la città che passa progressivamente da plumbea a variopinta, ma la schematica opposizione fra cinismo e buonismo va a discapito della trama, fino a un finale troppo facile. L'idealismo new age del sorridente Alan diventa presto insopportabile; molto meglio i suoi macabri genitori. Buono il doppiaggio italiano, tranne che per le canzoni (scarse in partenza).

Daniela 11/07/20 06:25 - 12670 commenti

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Regista quasi sempre interessante, Leconte toppa con il suo primo film d'animazione,  non sotto il profilo tecnico perché lo stile è piacevole e a tratti suggestivo, ma per la trama, insensata nella prima parte e dolciastra fino allo sbrodolamento in quella conclusiva. Può darsi che il problema fosse nel manico, ossia nel romanzo di origine, ma certi passaggi risultano comunque incomprensibili, altri addirittura imbarazzanti. Mediocri anche le canzoncine che scimmiottano malamente quelle del bel Nightmare before christmas. Vietato ai più piccoli, sconsigliato a tutti.  
MEMORABILE: Due momenti in negativo: il bambino istigato dal padre a fumare; Lo spogliarello della ragazzina spiata dal fratello minore e dai suoi compagni.

Pigro 17/02/21 09:09 - 9672 commenti

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Nella città dei depressi fiorisce una bottega per suicidi gestita da una lugubre famiglia: idea sfiziosa, che in questo film d’animazione (visivamente accattivante) cerca di coniugare l’atmosfera degli Addams e le pulsioni black di Tim Burton con una tipica impronta impressionistico-caricaturale francese. Ma il risultato sta a mezz’aria, così come il senso complessivo, che dall’imprecisione del concetto (sono tristi, strambi o autolesionisti?) plana verso un dolciastro lieto fine (opposto al romanzo originario) in modo superficiale e stucchevole.

Gottardi 29/04/21 12:01 - 396 commenti

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In una grigia metropoli cittadini affranti si rivolgono alla Bottega dei suicidi gestita da coniugi zelanti, dove trovano un vasto campionario di mezzi per farla finita. L’unica attrattiva sono le animazioni insolite (in particolare la resa della città è davvero deprimente), più adatte a un pubblico adulto che non di bambini. Anzi, si rimane sempre a mezza via tra le due età probabilmente scontentando tutti. Una buona idea banalizzata con l’iniziale elogio del suicidio che diventa elogio della vita, mentre lo humour nero graffia solo nei primi 10 minuti. Ha il merito di durare poco.

Caesars 26/10/22 12:53 - 3794 commenti

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Una grossa delusione. Da Leconte, autore nel passato di film anche pregevoli, ci si aspettava di più, e la sua incursione nel genere "disegni animati" poteva risultare interessante; invece siamo di fronte a un film fiacco, che si trascina faticosamente fino alla conclusione. L'idea di una bottega che procura la "fine" a chi decide di non proseguire nell'avventura della vita, è sviluppata in modo banale e con poche idee che riescano a "colpire" lo spettatore. Un altro grosso limite sono le canzoni, per nulla incisive, cui la traduzione in italiano probabilmente nuoce assai.

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  • Discussione Zender • 23/01/13 18:52
    Capo scrivano - 47806 interventi
    Pazzesche resta opinione personale o di un gruppo di persone, però. Opinabili è più neutro. Al di là delle sfumature, continuo a non capire però dove stia il caso unico e planetario, voglio dire. Di film che hanno beneficiato del VM 18 ne esistono a bizzeffe, ovviamente. Tu scrivi:

    il film ha pubblicitariamente beneficiato di un incredibile e paradossale divieto ai 18, caso unico planetario.

    un VM 18 non è certo un caso unico, né lo sono i VM 18 paradossali, per cui non capisco a cosa ti riferisci. Inoltre non capisco perché un supposto inno alla vita non possa esser letto in modo contrario, se male interpretato (e la malinterpretazione mi pare possa attribuirsi facilmente a un bimbo)...
  • Discussione Schramm • 23/01/13 19:03
    Scrivano - 7694 interventi
    lo ripeto: unico caso planetario per questo film. vale a dire scelta presa unicamente in Italia nei riguardi di questa pellicola, rispetto al resto del mondo dove è stata tranquillamente considerata per bambini. opinabile non è neutro, è solo un po' più diplomatico, ma rientrerebbe comunque nella considerazione personale, delle quali comunque, non mi sembra certo scevra la sezione curiosità (penso a certi interventi semantici di undying, ad esempio)

    credo che, ultras del moige a parte, chiunque l'abbia visto possa dire di questo film che è tutto fuorché diseducativo o addirittura pericoloso per un minore di anni 18 o per un bambino di 8 anni, a meno che la melensaggine non lo sia (e lo è)
  • Discussione Zender • 23/01/13 19:13
    Capo scrivano - 47806 interventi
    Ah ok, adesso è chiaro, ma avevi detto
    unico caso planetario è naturalmente inteso per questo film
    è ben meno chiaro, se mi permetti. Ora parli di Italia e tutto torna...

    La sezione curiosità è scevra non da sempre, perchè prima era un caos e anche per quel motivo l'ho isolata dalla generale.

    Io non l'ho visto e non voglio dire che sia diseducativo, però non mi stupisce troppo che sia stato vietato. Ai 18 son d'accordo che sia tanto, ma il mettere un bambino di fronte a certi argomenti non sono affatto sicuro che sia solo il moige a considerarlo non del tutto sicuro. Peraltro non mi risulta che la commissione censura sia assimilabile al moige, quindi qualcuno c'è, visto che è un po' improbabile che la commissione censura metta veti senza vedere i film.
  • Discussione Raremirko • 24/01/13 08:39
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Concordo con ciò che dice Zender
  • Discussione Trivex • 24/01/13 09:50
    Archivista in seconda - 1317 interventi
    Non ho visto il film, ma spero di vederlo in futuro.

    L'unica cosa che posso dire e che non mi sembra un film per bambini piccoli (almeno dal trailer).

    Direi che la visione in presenza di un adulto sembrerebbe indispensabile (ma ripeto, non ho visto il film).
    Ultima modifica: 24/01/13 09:50 da Trivex
  • Discussione Schramm • 24/01/13 11:04
    Scrivano - 7694 interventi
    Zender ebbe a dire:
    ma il mettere un bambino di fronte a certi argomenti non sono affatto sicuro che sia solo il moige a considerarlo non del tutto sicuro.

    sacrosanto, ma è sempre il come a fare la differenza. mi sono anch'io posto il problema, ma dopo averlo visto -in sala, attorniato da un sacco di ragazzini e pargoli accompagnati- mi son detto che un paranorman, un coraline o l'ultimo burton per un piccirillo sono assai più perturbanti...

    ciò detto, leconte floppa proprio sulla gestione del tema, che tratta sempre in levare e mai in battere: tiene il suicidio in media res prima, lasciando perplessi gli adulti (che comunque non si aspettano certo buttgereit o un'opera apologetica), e poco dopo lo inabissa per 65' minuti filati sotto poderose mareggiate di glucosio, usandolo solo ed esclusivamente come ponte levatoio e come filtro per far passare il tautologico messaggio la vita è una cosa meravigliosa volemose bene, a questo punto nauseando gli adulti e scontentando quei bambini e quei ragazzini (oggidì attrattissimi dalla lievità del pink-gothic, mi si passi la neoetichetta, nonché smaliziati e temerari di fronte all'orrore più di quanto non si creda) che magari si aspettavano quel pelo in più di cattiveria. di contro, tema a parte, si concede piccoli passaggi visivamente potentissimi (come la visita dallo psichiatra, figurativamente giocata su macchie di roscharch in divenire - a quella scena va il mio mezzo punto) che fanno la gioia dell'adulto ma disarcionano del tutto un bambino di 4-5 anni, che al netto della succitata scena avrebbe davanti un film di gran lunga meno crudele di certi titoli disney. per cui il vero problema di questo film è, se mai, di essere per nessuno.
    recuperalo, e sappimi dire.

    Zender ebbe a dire:Peraltro non mi risulta che la commissione censura sia assimilabile al moige, quindi qualcuno c'è, visto che è un po' improbabile che la commissione censura metta veti senza vedere i film.

    il problema di una commissione di censura -e qui magari il più ferrato alessio potrà convenire- è di essere composta per tre quarti da gente estranea allo specifico cinematografico, che valuta l'opera su rigidi parametri democristianoidi (quando non fascisti) e pastorali (quando non torquemadisti), radiografandola per il tramite del più spicciolo psicologismo.
    Ultima modifica: 24/01/13 11:23 da Schramm
  • Discussione Zender • 24/01/13 14:22
    Capo scrivano - 47806 interventi
    Vedi, io non credo che in questo caso la commissione censura debba essere necessariamente competente in ambito cinematografico. Se si ritiene che il tema affrontato (con un linguaggio "per bambini", indubbiamente, come il cartone animato) possa essere "pericoloso" il cinema non c'entra nulla, perché il pubblico non è fatto solo da critici o da esperti del settore, ma innanzitutto da gente comune. Quindi, in linea teorica, è anche meglio che non ci si faccia coinvolgere dallo specifico filmico. Quanto ai parametri mi pare ridicola e gratuita l'accusa di torquemadismo e fascismo.
  • Discussione Rebis • 24/01/13 19:32
    Compilatore d’emergenza - 4422 interventi
    Mah, non ho visto il film ma ho letto molte polemiche in merito. Credo che un VM 14 avrebbe avuto un valore più sensato e orientativo per il pubblico di quel sensazionalistico VM 18.
  • Discussione Schramm • 24/01/13 20:49
    Scrivano - 7694 interventi
    fidati: scontornate due scene due, che paradossalmente sono il fuori tema della trama, è a tutti gli effetti un film digeribilissimo per bambini di 5 anni

    magari ne riparliamo a visione esperita, che così me pare di essere un allucinato nel deserto... :)
  • Discussione Rebis • 25/01/13 13:50
    Compilatore d’emergenza - 4422 interventi
    Ma no, guarda, non penso lo vedrò... mi fido, anzi, da quanto ho letto non avrei posto nessun divieto. Se proprio proprio, per la nostra Italia vaticana, allora un VM 14 mi sarebbe parso almeno un po' più ragionevole. Bisogna pur mettere tutti d'accordo...
    Ultima modifica: 25/01/13 13:51 da Rebis