Due fanciulle si aggirano nemicamiche nel grigio dell'industria livornese; che tutto abita, tutto conquista: anche i cuori e il futuro. Il fratello di una, bello e solido, seppellisce i livori in un amore ritrovato. Forse. Ambiguità non risolta e non risovibile. E il film fatica, schiavo, a trovare una direzione di compiutezza. Forse un ritmo. Restano questi tubi sulla spiaggia grigi dove si gioca, si scopre, ci si perde. E' possibile in effetti che tutto sia da un'altra parte.
Volendo dare sfoggio di benevolenza, si potrebbe dire che si tratta di un prodotto cinematograficamente imbarazzante; non soddisfa neppure i più tolleranti standard per una decente fiction televisiva. Ritmi soporiferi, personaggi irrisolti, interpretazione anonima; anche l'acciaieria si vede poco e male. Se si considera che il film è stato finanziato con risorse pubbliche, si è fortemente tentati di invocare le spending review e i famigerati "tagli alla cultura".
Il bel romanzo di Silvia Avallone avrebbe meritato una migliore trasposizione cinematografica. Forse il regista Mordini pecca di inesperienza: fatto sta che non va oltre una scelta azzeccata del cast, specie per quanto attiene alle due giovani protagoniste. Per il resto, una sceneggiatura lacunosa e soprattutto la mancanza di "tempi" da cinema, con ritmi troppo blandi e una non passabile collocazione ambientale come se i personaggi fossero messi lì a caso, senza relazione con il contesto. In definitiva, un'occasione sprecata.
Parallelismo contorto, quello tra la vita in acciaieria e i sentimenti duri (fatti di poche parole) delle due adolescenti protagoniste. La loro bellezza acerba prova a riempire i vuoti di un film dal ritmo blando, sicuramente voluto ma spesso poco efficace. Sul finale stendo un pietoso punto interrogativo, perché sinceramente stento a capirlo. Decisamente migliore la fotografia.
Dal romanzo della Avallone uno spaccato della provincia livornese incentrato su due quattordicenni. Ambientazioni appropriate con ritmi tendenti al lento. La narrazione appare comunque dignitosa e ben supportata dalle due giovani interpreti traboccanti acerba sensualità. La fedeltà al romanzo è presente con continuità.
Tra gli altiforni dell’acciaieria di Piombino, le problematiche lavorative e familiari – si giunge anche alla violenza domestica e alle morti bianche -, gli amori, le amicizie e i condizionamenti del paese natio si intersecano in una struttura rapsodica, con sequenze interrotte o appena accennate che spargono ambiguità, suscitano interrogativi ed enfatizzano inquietudini. Buona la regia post-neorealista e bravi gli interpreti, in particolare la giovanissima epicorica Matilde Giannini: viso dolce e occhio empatico a cui vanno i nostri migliori auguri per una fruttuosa carriera cinematografica.
MEMORABILE: Il rapporto di affetto e mutua comprensione/apprensione tra Anna e il fratello maggiore.
Pallinare questo film non è semplice: il film non mi è piaciuto, tuttavia vanno obiettivamente riconosciuti dei meriti. Innanzitutto alle due giovani protagoniste che rendono credibili i propri tormenti e danno colore a un'atmosfera grigia e monotona. Interessante anche il tema centrale della storia. Ma. La regia è soporifera e, forse per darsi un tono ricercato, salta troppo da una scena all'altra senza, peraltro, alcun guizzo degno di nota. Ho avuto un po' l'impressione del "vorrei ma non posso" (vorrei fare un film d'essai ma non ne sono in grado).
Ha tutti i difetti (molti) e i pregi (pochi) del cinema "d'autore" italiano degli ultimi due decenni: da un lato, ritmo ultra-dilatato, scene sospese, silenzi, sguardi, ambiguità, stralci di vita, qualche clichè, critica sociale solo accennata, attori in parte più per i volti che per la recitazione; dall'altro, una certa atmosfera, buona fotografia, qualche momento poetico post-neorealista riuscito. Ne esce un film con potenzialità, malinconico ma mai veramente incisivo, laddove sarebbe stato meglio concentrarsi solo sulla storia formativa.
La linea della mediocrità definisce bene la storia fondante del romanzo di Avallone e del film di Mordini: poco sopra di essa sta il libro (uno degli esordi letterari più incomprensibilmente gonfiati dell'ultimo decennio), poco sotto si pone la trasposizione cinematografica, assai blanda e in grado addirittura di sprecare un personaggio chiave come Elena-Puccini (viso adorabile e nulla più). Per il resto alcune ingenuità e molta diaristica di mestiere, alla lunga francamente insopportabile.
Stefano Mordini HA DIRETTO ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.