Americani - Film (1992)

Americani
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Glengarry Glen Ross
Anno: 1992
Genere: drammatico (colore)
Note: Tratto dalla pièce "Glengarry Glen Ross" di David Mamet (anche sceneggiatore del film).
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Con un cast del genere e una sceneggiatura firmata da David Mamet (perdipiù tratta da una sua pièce) era difficile imbattersi in un brutto film. E GLENGARRY GLEN ROSS infatti non delude; anzi, supera le previsioni per regalarci uno splendido spaccato di America al lavoro: quattro venditori (in ordine di importanza nella storia Jack Lemmon, Al Pacino, Ed Harris e Alan Arkin) si ritrovano all'improvviso costretti a produrre contratti in pochissimo tempo per soddisfare le richieste del nuovo “motivatore” (un eccellente Alec Baldwin, che negli unici dieci minuti in cui è in scena si dimostra spietato e perfetto per il ruolo) mandato dai grandi capi. Per il migliore è...Leggi tutto in palio una Cadillac, per gli altri si apre il baratro del licenziamento. Arbitro della sfida “cannibale” è il gelido capoufficio Kevin Spacey (altra interpretazione magistrale), che distribuisce ai quattro i contatti. Lemmon si mette subito al lavoro con poco successo, Ed Harris e Alan Arkin perdono tempo a recriminare, Al Pacino è già in azione e tenta di circuire il facoltoso Jonathan Pryce (altro duetto straordinario). Seguendo un copione serratissimo, dialogato straordinariamente, Lemmon e Pacino giganteggiano e offrono due performance indimenticabili, dando al film (diretto da James Foley con il giusto grado di anonimità) un ritmo e un trasporto rari. Quando poi hanno modo di interagire tra loro (e col resto del cast) c'è da rimanere meravigliati e ammirati. Un soggetto diretto senza tanti svolazzi, nulla di trascendentale e anzi molto prosaico. Ma efficacissimo, terreno ideale per un cast che così ricco s’è visto in rarissime occasioni.

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Puppigallo 10/05/07 12:14 - 5251 commenti

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Standing ovation per gli attori (nessuno escluso). Questa è una prova di alta recitazione. Sono tutti venditori di lotti di terreno, che naturalmente devono rendere conto a vari capi e capetti (Lemmon, con l’acqua alla gola, Spacey, capetto freddo ma giusto, Pacino, il vincente e grande oratore, Baldwin, rappresentante del capo, un lurido bastardo sparasentenze e Harris e Arkin che si sostengono a vicenda per non crollare). La sparata di Baldwin è agghiacciante. Notevoli gli scambi tra Lemmon e Pacino. I dialoghi qui sono tutto. Da vedere!

Renato 7/12/07 23:18 - 1648 commenti

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Un ottimo film, poco conosciuto -soprattutto visto il cast che presenta- ma decisamente da vedere. L'origine teatrale è abbastanza evidente e i dialoghi (fittissimi) sono ottimi... anche perché a recitarli ci sono i vari Lemmon, Pacino e compagnia bella. Comunque notevole anche la regìa, che non perde un colpo tenendo il film al giusto ritmo. La descrizione del piccolo mondo di questi lavoratori in difficoltà è reso con una delicatezza insolita in un film prodotto da una major e questa è forse la qualità migliore della pellicola.

Pol 18/04/08 01:19 - 589 commenti

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Applausi a scena aperta per questo manuale di recitazione su pellicola. Dialoghi implacabili, senza una virgola fuori posto, interpretati in maniera perfetta dall'incredibile cast. La storia è semplice semplice e si svolge in 3 location in croce, ma è l'ultima cosa che si nota ipnotizzati come siamo dai vari saggi di bravura offerti da Lemmon, Pacino, Harris... Nel complesso, la migliore prestazione attoriale che abbia mai visto: scusate se è poco!

Galbo 19/04/08 20:28 - 12372 commenti

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Ottima trasposizione cinematografica di una bella commedia di David Mamet che viviseziona letteralmente una giornata di un gruppo di agenti immobiliari e ne fa una geniale metafora della lotta per la sopravvivenza nella "giungla" umana. Su un'ottima sceneggiatura, la regia di Foley si rivela molto efficace nell'assecondare un gruppo di attori straordinari tra i quali spiccano Al Pacino e Jack Lemmon e nel conferire un bel ritmo alla pellicola.

Cotola 28/12/08 15:31 - 8998 commenti

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Ottimo film in cui non può non colpire la straordinaria prova attoriale di tutto il cast: ognuno, infatti, dà il meglio di sé fornendo una prestazione da applausi. Anche la sceneggiatura, del bravissimo Mamet, è notevole e riesce ad avvolgere lo spettatore con grande continuità dall'inizio alla fine della pellicola. Ingiustamente poco conosciuto ma sicuramente da rivalutare. Chi ama la grande recitazione non deve farselo scappare nel modo più assoluto.

Capannelle 20/03/09 16:29 - 4394 commenti

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Pezzo di bravura di Foley, cinico come pochi nel fotografare la spietata concorrenza che caratterizza il mondo degli agenti di commercio. Lo script di tipo teatrale e i dialoghi sono ficcanti anche se ogni tanto si avverte il bisogno di maggior respiro. Gli attori del resto sono molto bravi, specie Lemmon e Harris nei loro sfoghi. Pacino naviga un po' sottotraccia. Baldwin magari non ha il fiato per reggere una partita intera ma qui offre 10 minuti tambureggianti.

Stefania 24/06/09 13:23 - 1599 commenti

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Quarantotto ore per non morire, cioè per non passare dallo status di white collars a quello di white trash. Non sono una fan dei film di impianto teatrale, ma questa è un'eccezione. Il microcosmo dell'ufficio e l'espediente narrativo del "time lock" si adattano perfettamente a questa storia di impiegati in lotta per la sopravvivenza, costretti a giocare secondo regole aziendali che mirano alla sopravvivenza... della stessa azienda! Grande prova degli attori, ovviamente.

Rambo90 26/08/10 01:58 - 7661 commenti

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Veramente stupendo. Una storia cinica sorretta da ottimi dialoghi e, soprattutto, da una bellissima prova di tutto il cast. Baldwin in pochi minuti è fantastico, Arkin naturalissimo, Harris esaltato, Spacey antipatico come poche altre volte. Lemmon e Pacino danno vita ad assoli e duetti di enorme intensità e dispiace davvero che il primo sia venuto a mancare, anche perché, come dice lo stesso Pacino nel film: "Lui è il maestro!"

Domino86 2/11/10 15:22 - 607 commenti

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Un cast altisonante per questa pellicola che sicuramente mostra in modo diretto, chiaro e piuttosto cinico la concorrenza e la lotta, senza esclusione di colpi, che vi è nell'ambiente dei venditori. Tuttavia ho trovato il film eccessivamente verboso.

Didda23 27/09/11 15:49 - 2424 commenti

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Il grandissimo Mamet confeziona una sceneggiatura tagliente e cinica; purtroppo al proprio interno non funziona la formula alchemica dei personaggi che vengono ridotti a macchiette isteriche e insopportabili. Foley dirige con mestiere e convenzionalità, senza troppi fronzoli. La miglior prova attoriale è incredibilmente quella dell'ottimo Alec Baldwin, che ci offre cinque minuti di puro cinema. Sulle qualità di Lemmon non ci sono dubbi, a non colpire è il personaggio interpretato. Opera decisamente sopravvalutata.

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Daniela 1/07/12 08:55 - 12606 commenti

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I venditori di una piccola agenzia immobiliare devono concludere il maggior numero di contratti in breve tempo: la posta in gioco è una Cadillac per il migliore, mentre per gli altri c'è il licenziamento. Gioco al massacro, concentrato nell'arco di poche ore e quasi tutto ambientato fra quattro mura, da un pièce di Mamet che aggiorna l'inferno sartriano. Foley dirige con mestiere, affidandosi ad un cast stellare (in cui a sorpresa Baldwin non sfigura), il risultato è verboso, a tratti troppo teatraleggiante, ma salvato dalla classe superiore degli interpreti.
MEMORABILE: Pacino gigioneggia assai, ma strappa l'applauso per come si "lavora" il povero Pryce (il giochetto sui tre giorni).

Rigoletto 31/01/14 17:11 - 1785 commenti

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Un film sottovalutato, dove invece le grandi performance si sprecano. Di primo acchito non mi era piaciuto, o meglio mi aveva lasciato un retrogusto amaro non proprio piacevole. Pacino e Lemmon bravissimi, ma mi hanno "annichilito" i 7 minuti di monologo di Alec Baldwin (una lezione di recitazione e di bastardaggine). Minuti di una crudezza, di una spietatezza tremendi. Chissà, forse è la vita, ma sono minuti di schiaffi che per chi conosce il mondo del lavoro (specie a livello competitivo) significano qualcosa. Promosso. ****

Zender 10/01/16 18:32 - 315 commenti

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Un saggio di recitazione da brividi: Al Pacino svaria tra registri diversi con una padronanza che lascia stupefatti! A tenergli testa un Jack Lemmon commovente, uno Spacey già meraviglioso, Harris e Arkin che tra tanta grazia si fatica a comprendere quanto siano perfetti, Baldwin da applausi a scena aperta. Mamet adatta il suo capolavoro, Foley non può che dirigere in punta di piedi, forse quasi intimorito dalla qualità di ciò che si trova davanti. Di rara ferocia psicologica, un quadro d'ufficio spietato, talvolta amaramente comico e con tanto di implacabile finale “giallo”.
MEMORABILE: La furiosa escalation di Pacino contro Spacey, opposta alla filosofica placidità con cui blandisce Pryce; Le finezze usate per svelare la soluzione.

Il ferrini 16/03/17 16:07 - 2337 commenti

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Con un cast del genere era impossibile non sfornare un grande film e così è stato. Alec Baldwin resta poco sullo schermo ma ci regala il miglior monologo della sua carriera, Jack Lemmon dimostra per l'ennesima volta il suo talento drammatico, Al Pacino è semplicemente incontenibile. A completare il quadro caratteristi di razza come Ed Harris e Alan Arkin, nonché un bastardissimo Spacey (ruolo che comunemente gli riesce meglio). Stupisce che un tema così noioso sulla carta riesca invece a coinvolgere per tutta la durata. Davvero imperdibile.

Paulaster 29/09/20 09:36 - 4375 commenti

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Quattro venditori sono sull'orlo del licenziamento. Piccolo trattato a livello lavorativo di ciò che significa essere rappresentanti in strada per vendere con la proprietà che spinge al massimo per il fatturato. Nel mezzo c'è pure il ruolo di Spacey, perfetto imbranato d'ufficio. Grandi interpretazioni: Lemmon tocca punte di tragicità esistenziali, Pacino con la favella incanta, Baldwin perfetto per il ruolo, discreto Harris. L'impalcatura teatrale funziona e regala una discreta sorpresa finale.
MEMORABILE: Il contatto indiano; I tre giorni per la disdetta del contratto; Lemmon indicato come "maestro" da Pacino.

Il Dandi 24/10/20 11:51 - 1917 commenti

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Fa specie lo sprezzante titolo "esotico" che i distributori italiani gli affibbiarono in un'epoca in cui evidentemente il lavoro piramidale, basato sul telemarketing a provvigione e per obiettivi, ancora non coincideva con il mondo del lavoro tout-court. Proprio questo lo rende un film urgente da recuperare oggi, che pur denunciando l'origine teatrale del copione è forte di una sceneggiatura ad orologeria e di prove attoriali d'eccezione (Baldwin è una rivelazione, ma perfino il Pacino in stato di grazia risulta secondo a un Lemmon divino).
MEMORABILE: Gli acronimi "motivazionali" di Baldwin, un saggio di PNL che in cinque minuti incenerisce le tre ore di The wolf of Wall Street.

Pigro 25/03/22 09:31 - 9624 commenti

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Quattro agenti immobiliari alla disperata ricerca di contratti per mantenere il posto di lavoro: una lotta per la sopravvivenza che porta alla luce sotterfugi, astuzie, meschinità e fragilità nel bel testo teatrale che Foley trasferisce al cinema affidandosi (troppo) a un cast stellare dalle recitazioni esemplarmente tiratissime, e a un ritmo cinematografico "jazzato" (come la musica stessa suggerisce). Grande lezione interpretativa degli attori e intelligente metafora della giungla sociale, con una regia senza personalità.

Androv 29/03/22 18:18 - 194 commenti

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Capolavoro di genere teatrale con una sceneggiatura unica, interpretazioni eccelse da parte di alcuni fra gli attori cinematografici più grandi di sempre e una messa in scena perfetta. Può venne fuori solo un capolavoro totale, una pièce leggibile a più livelli in base all'età e alla preparazione. Un film letteralmente senza difetti, ficcante, pungente e universale, da far vedere ai giovani come se fosse una lezione scolastica. Cosa può succedere se si porta un uomo oltre il limite?

Xamini 20/09/22 17:01 - 1244 commenti

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Dramma smaccatamente teatrale diviso in due atti, di cui il primo quasi noir, tra pioggia, buio, neon vividi. Ma invece di un investigatore hard boiled abbiamo quattro venditori privi di scrupoli, a mettere in scena una sfida feroce per la loro stessa sopravvivenza. Sfida che si traduce in un confronto continuo tra tutti gli attori di spessore del cast; una battaglia che continua anche nel secondo atto, con il favore della luce del giorno dopo, ma una fila di ombre ancora da disvelare. Unica nota dolente il lavoro sul suono della versione italiana, che lo rende a tratti soporifero.

Enzus79 17/11/22 22:47 - 2864 commenti

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Film corale di notevole livello. Tratto da una pièce di David Mamet (qui anche sceneggiatore). Dialoghi cinici e straordinari, dinamiche e personaggi più che interessanti. Cast superbo: non c'è un attore che risulti al di sotto della sufficienza (Al Pacino candidato all'Oscar). Effervescente. Cult. Titolo in italiano che non rende totalmente onore alla storia.

James Foley HA DIRETTO ANCHE...

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  • Discussione Pol • 15/10/11 03:59
    Servizio caffè - 185 interventi
    Si si, nello specifico non transigo, un film di HK va visto in cantonese. Come pure i giapponesi, i coreani...insomma gli asiatici, rigorosamente lingua originale. Ma non è una questione di cieco integralismo o atteggiamento snob, e che secondo me (ci tengo a sottolineare che è una personalissima posizione e non vuole essere LA VERITA') sono cinematografie con "sensibilità non traducibili". So che non ruscirò a spiegarmi, ma ci provo: prendo ad esempio il solito "kung fusion", che non è l'esempio più adatto ma almeno sappiamo di cosa parliamo. In questo caso Chow inizia con una sparatoria molto violenta, poi si passa alla commedia, poi alle arti marziali, poi c'è il drammatico, poi il sentimentale...insomma è un film di HK, sai bene che per loro una mescolanza del genere è normale tanto quanto da noi i film sui trentenni che c'hanno i problemi. In Italia questo approccio viene generalizzato come "grottesco" e di conseguenza ci becchiamo il doppiaggio stile Svarione degli anelli. Ripeto, non è l'esempio più calzante, ma spero si sia capito almeno in parte il mio discorso. Quello che per loro è assolutamente normale per noi è una stravaganza esotica, è quasi fisiologico il "Lost in translation". Intendiamoci, non ce l'ho con i doppiatori italiani, io stesso non avrei idea di come doppiare film del genere, è proprio impossibile secondo me.
    E poi le loro cadenze, vuoi mettere? Anch'esse sono parte del film, forse più importanti di un'espressione del viso.

    Fine del pistolotto :)
  • Discussione Zender • 15/10/11 08:11
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Beh, non è l'esmpio più calzante nel senso che si sa che da noi quel film è stato stravolto. Io parlavo più che latro delle varie traduzioni inglesi dei loro noir, che immagino siano curate direttamente anche da loro, in molti casi, e comunque sno piuttosto rispettose. Anche noi The killer e gli altri Woo li abbiamo tradotti discretamente, se non ricordo male. Il comico loro secondo me è proprio intraducibile o quasi, son d'accordo.
  • Discussione Pol • 15/10/11 10:07
    Servizio caffè - 185 interventi
    Ho visto solo un film HK in inglese, e per quanto oggettivamente non fosse male soggettivamente vedevo il labiale e mi mancava tantissimo la fonetica tipica del Cantonese...
    Ovviamente anch'io ho ricevuto il battesimo di fuoco con i Woo in italiano, e anche qui per quanto il doppiaggio sia fatto benino, "a pelle" sento che è una forzatura, non mi da lo stesso impatto. Poi non so se hai sentito le vere voci di Chow Yun-Fat piuttosto che Anthony Wong, la loro parlantina... Uno spettacolo a se!
    Poi se qualcuno mi dice che per lui in italiano, in inglese o in cantonese è la stessa cosa lo capisco, ognuno ha le sue fisse ed è bello così!
  • Discussione Zender • 16/10/11 03:05
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Lo so, lo so, lo ripetono in tanti che il film in cantonese ci guadagna. E a maggior ragione la vale per il genere comico. D'altronde non è un caso che il riso alla cantonese sia una delle specialità locali.
  • Discussione Gestarsh99 • 16/10/11 10:03
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Pol ebbe a dire:
    ...mi mancava tantissimo la fonetica tipica del Cantonese...

    Io preferisco il mandarino, che è un po' più aspro ma si mastica con più facilità...
  • Discussione Pol • 16/10/11 12:02
    Servizio caffè - 185 interventi
    Per restare in tema culinario, ieri sera mega abbuffata al ristorante cino/giapponese: nel breve volgere di due post mi contraddico affermando che il cantonese mi è rimasto sullo stomaco...
  • Discussione Zender • 16/10/11 23:08
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Ecco, così si chiude il cerchio :)
  • Curiosità Daniela • 30/06/12 20:43
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Il film ha ottenuto vari riconoscimenti, fra cui:
    Oscar 1993
    Nomination Miglior attore non protagonista a Al Pacino
    Golden Globe 1993
    Nomination Miglior attore non protagonista a Al Pacino
    Festival di Venezia 1992
    Miglior interpretazione maschile a Jack Lemmon
  • Homevideo Digital • 20/10/12 14:07
    Portaborse - 3973 interventi
    Blu-ray della Pulp Video disponibile dal 05/12/2012.
  • Discussione Tarabas • 19/10/20 23:06
    Segretario - 2069 interventi
    Per chi fosse interessato, il film è ora disponibile su Amazon Prime Video, solo audio italiano, ma in una più che buona qualità HD.