Il candidato - Film (1972)

Il candidato

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Per la rielezione a senatore della California il repubblicano Jarmon (Porter) sembra avere pochi ostacoli; per questo i democratici cercano di sparigliare le carte con un candidato inatteso, l'avvocato Bill McKay (Redford) figlio di un importante politico, di bell'aspetto ma apparentemente per nulla allettato dall'eventualità di poter diventare un rappresentante del senato americano; ha già ottenuto molte soddisfazioni dal suo lavoro, è sposato con una splendida donna (Carlson)... E' solo quando gli assicurano mani libere e la possibilità di sostenere davvero in pubblico qualsiasi cosa voglia che accetta una campagna tutta in salita. Costretto a presentarsi ai suoi elettori fuori dalle fabbriche,...Leggi tutto nei centri commerciali, ignorato dal suo avversario che gli nega ogni confronto televisivo, Bill gioca la carta della sincerità e dell'antiprofessionismo proponendosi come volto fresco, lontano dal politicamente prevedibile. Ciò che il film di Michael Ritchie fa è seguirne l'avventura passo passo, descrivendo con una certa esattezza quanto accade durante una tipica campagna elettorale negli Stati Uniti. McKay è travolto dagli eventi, ostenta sicurezza ma è chiaramente spaesato, in un mondo che non conosce. Qualche offesa, addirittura un pugno in faccia mentre stringe le mani durante un passaggio tra la folla; c'è persino chi lo blocca in toilette davanti a un orinatoio per dirgli ciò che pensa di lui e di suo padre... La sceneggiatura di Jeremy Larner (premiata con l'Oscar) avrebbe le carte in regola per dare vita a un film coinvolgente, ma la regia di Ritchie tende a smorzarne l'impatto rallentando i ritmi, prendendosi pause che appesantiscono la narrazione senza mai riuscire a calarci fino in fondo nella rappresentazione. Non che si possa imputare al film una scarsa professionalità perché la fotografia è eccellente, la faccia di Redford è quella giusta (per quanto non fosse lui la prima scelta) e non mancano scene efficaci come quella del confronto televisivo (infine accettato dall'avversario dopo la crescita netta nei sondaggi di McKay), eppure si avverte una debolezza di fondo che sta anche nel non saper offrire varianti (e qui non è indenne da colpe il celebrato copione) in grado di far salire la tensione. Non si avverte il brivido della sfida e tutto sembra ricondursi a un asettico studio sul modo di comportarsi e proporsi al pubblico dei due contendenti e in particolar modo del protagonista, con una simpatica comparsata di Natalie Wood che nella parte di se stessa è la diva ansiosa di conoscere McKay per poi fargli solo sciocche domande sui suoi gusti alimentari. Resta impressa più che altro l'interpretazione a tratti volutamente straniata eppur convinta di Redford con un personaggio di candidato sui generis, ma il film non trova modo di lasciare il segno nemmeno nel finale, all'annuncio del risultato.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/12/12 DAL BENEMERITO KARRAS91 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 26/03/20
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Karras91 3/12/12 21:45 - 1 commenti

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Uno dei ruoli classici di Robert Redford, che raccoglie la palla al balzo di una sceneggiatura (originale) poi premiata con l'Oscar. La narrazione è smilza ma coglie nel segno. L'ascesa di Bill McKay ha contenuti e contorni abbastanza risaputi; ma tant'è, il film funziona, con quell'aria magica da cinema americano dei primi anni settanta, una squadra professionale affiatata e ovviamente un mattatore assicurato come Redford.
MEMORABILE: Redford, in un momento di intimità tra decine di comizi, storpia irrisoriamente il suo discorso-tormentone e il finale "Adesso cosa facciamo?"

Saintgifts 9/11/16 13:05 - 4098 commenti

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Ciò che il film riesce a cogliere al meglio è il clima e l'ambiente che gravitano attorno a elezioni americane (in questo caso per il Senato). Pessimista, ma con una visione piuttosto centrata sulla politica e sul futuro, evidenzia le differenze tra ciò che si propone, con convinzione, in campagna elettorale per essere eletti e ciò che probabilmente sarà la realtà da affrontare. Redford diventa quasi un agnello sacrificale, coinvolto in un meccanismo a senso unico che non risparmia nessuno. Ottimo il cast e regia efficace.

Alex1988 8/11/17 18:53 - 728 commenti

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Commedia aspra (ma non troppo) sul mondo politico statunitense, anche se l'argomento trattato potrebbe andar bene per qualsiasi contesto. Forse è tra i ruoli più celebri di Redford. L'Oscar assegnato alla sceneggiatura potrebbe sembrare esagerato, ma il cinema americano Anni '70 aveva ancora il coraggio di osare. Insomma, un film più che attuale. Da vedere.

Rambo90 4/05/22 04:15 - 7697 commenti

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Un film piuttosto semplice ma che colpisce nel segno. Seguire la campagna elettorale del protagonista permette allo spettatore di immedesimarsi in chi cerca di fare una cosa giusta (e nuova) ma poco a poco diventa ingranaggio di un sistema, anche contro la propria volontà. Il ritmo è giusto e la progressiva consapevolezza di Redford (molto bravo) di ciò che sta accadendo attorno a lui avvince. Anche Boyle funziona, mentre il finale risulta leggermente repentino per quanto comunque apprezzabile.

Pessoa 31/10/22 18:01 - 2476 commenti

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Film "elettorale" di Ritchie che si prende maledettamente sul serio, tanto da essere realizzato in fretta e furia per uscire in tempo per le elezioni presidenziali di quell'anno. La vicenda, in realtà nemmeno troppo originale, è condotta con diligenza e vede in Redford l'interprete ideale, un "uomo nuovo" non troppo al di fuori del sistema manovrato (fino a un certo punto) dal suo partito. Purtroppo la denuncia si ferma alla facciata, senza il coraggio di affondare la lama nel marciume della politica e alla fine resta un buon film, elegante ma poco significativo. Peccato!

Paulaster 29/12/22 18:17 - 4419 commenti

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Alle elezioni per il Senato i democratici puntano su un nome nuovo. La sceneggiatura riesce a dimostrare che basta convincere la pancia degli elettori per farsi eleggere e ha un che di fantapolitico nella scelta di un candidato senza speranze. Sporadicamente colpisce nel segno (il cameo della Wood, il nervosismo dell'antagonista, l'esultanza finale), anche se la piega kennediana di qualche discorso di Redford è pura retorica. Manca la critica più ampia al sistema americano (erano gli anni del Vietnam) e finisce così col sembrare solo un film su un tema politico.
MEMORABILE: Le risa di Redford davanti al microfono; L'appoggio del padre; Entrambi i candidati all'incendio.

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  • Homevideo Digital • 20/10/16 15:04
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