Si ha la sensazione che il figlio di Miyazaki, non avvalendosi dell tocco fantasy e senza il talento del padre, perda in potenza visivo-evocativa. Ma nonostante questo, non si può non restare colpiti dal tratto, netto ma gentile e dai colori, mirabilmente distribuiti (oltretutto, se si fa attenzione agli oggetti sullo sfondo, alcuni sembrano veri). In più, si nota la mano delicata nei rapporti interpersonali e nella caratterizzazione dei personaggi. Il ritmo latita un po' troppo, ma resta un prodotto animato piacevole, che qualcosa ti lascia, nonostante la storia sia piuttosto lineare.
MEMORABILE: Ai chimici: "Dannato branco di mistificatori prostituti!"; Sotto le coperte; La visita alla sede dopo i lavori di ripulitura e ristrutturazione.
Dopo il poco riuscito I racconti di Terramare, ecco il nuovo lavoro di Goro Miyazaki, figlio d'arte a cui manca in parte la scintilla geniale che anima da sempre il padre Hayao. Ambientato agli inizi degli anni 60, il film è caratterizzato da un'impressionante, minuziosa ricostruzione storico/scenografica, che conferisce all'opera un taglio quasi documentaristico, presentandosi tecnicamente ineccepibile. Dove invece casca l'asino è purtroppo sull'emozione, che nonostante personaggi riusciti rimane piuttosto sterile.
La collina dei papaveri potrebbe essere anche un film recitato con attori in carne e ossa, trattandosi di una storia sentimentale; dopo Terramare Goro presenta una più autentica diversificazione di stile rispetto ad Hayao: non ci sono tracce di fantasy qui, ma anzi, una attentissima ricostruzione del contesto storico (il Giappone dopo la guerra di Corea) in cui si sviluppa una trama in fin dei conti lineare e nemmeno tanto articolata; ma il tratto animato è eccellente e in modo fluido il film sa essere toccante; oltretutto è rilassante.
Sfondi graficamente magnifici come nella migliore tradizione dello studio Ghibli accompagnano questo film di Goro Miyazaki, che cerca e trova una cifra stilistica diversa da quella del celebre padre. Una storia di amicizia e sentimenti ambientata nel Giappone post bellico, in piena epoca di fermenti giovanili. Buona la caratterizzazione dei personaggi e superlativa l'animazione. Bella anche la colonna sonora. Sebbene non sui livelli del celebre padre, siamo davanti a un autore promettente.
Il figlio di Miyazaki non ha la mano del padre ma il tratto dei suoi disegni non è certo male, così come di buona fattura sono certamente gli sfondi. Ma quello che manca davvero alla pellicola, oltre alla complessità ed alla profondità dei film di
Hayao, è la capacità di far provare emozioni profonde che solo a tratti e blandamente riescono a toccare gli animi ed i cuori degli spettatori. La storia è semplice ma delicata. Non riesce però a servire allo spettatore quel guizzo di cui avrebbe bisogno per volare in alto. Peccato.
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