Una pallottola spuntata 2 1/2 - L'odore della paura - Film (1991)
Una pallottola spuntata 2 1/2 - L'odore della paura
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Naked Gun 2½:: The Smell of Fear
Anno: 1991
Genere: comico (colore)
Regia: David Zucker
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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Capolavoro assoluto (e ce ne sono pochi!):
Redeyes - Un film straordinario, quasi perfetto!:
Ryo, Metuant - Grande esempio di cinema:
Marcel MJ Davinotti jr., Puppigallo, Renato, Belfagor, Rigoletto, Nick franc - Davvero notevole!:
Lovejoy, Harrys, Pigro, Ale nkf, Daniela, Il ferrini, 124c, Ultimo, Taxius, Rambo90 - Quello che si dice un buon film:
G.Godardi, Fabbiu, Magnetti, Il Gobbo, Ciavazzaro, Hackett, Supercruel, Pinhead80, Il Dandi, Saintgifts, Alex75, Noodles - Non male, dopotutto:
Galbo, Cotola - Mediocre, ma con un suo perché:
B. Legnani, Undying, Parsifal68, Buiomega71
Non poteva essere all’altezza del primo, ma vi assicuro che vola comunque molto alto, se non fosse per qualche mezza scemenza, soprattutto nelle scene tra Nielsen e la Presley. Per il resto si ride non poco, il ritmo è pressoché costante e lo scienziato a rotelle è un personaggio decisamente indovinato (la voglia sulla natica). Anche qui le scene divertenti sono molteplici, ma dovendo scremare: a tavola col Presidente, il luogo dell’esplosione, al pub, sotto la macchina, la trattativa, lo scontro col killer. Semplicemente grande!
Preventivando il fatto che ripetere l'exploit del primo episodio sarebbe stato impossibile, questo capitolo 2 e mezzo è un dignitosissimo sequel. Le gag sono più diradate, non vi è più quell'esplosione continua di trovate. Tuttavia la confezione è gradevole e un paio di scene fanno centro (su tutte la notte d'amore filmata tramite un montaggio allegorico di immagini che si rifà a Gola Profonda). Qua e là vi sono reminiscenze di Ridere per ridere. Ci si diverte ancora.
La demenzialità di Zucker ha uno stile tutto suo, grazie alla grande interpretazione di Nielsen perfetto nel ruolo, e che nessun altro attore avrebbe mai potuto sostituire. Il film è una carrellata di gag fin dai titoli di testa (con l'auto della polizia che si infila dappertutto) ai titoli di coda (con scritte comiche e voci in sottofondo). Tra tutte le gag molto divertente quella d'amore tra i due, rappresentata da un montaggio di scene allusive (il canestro, il treno in galleria, il petrolio). Meno geniale del primo, ma divertente.
MEMORABILE: L'amore è come la fascia di ozono! Ti accorgi di lui solo quando non c'è più!
Era impossibile riproporre la incredibile serie di gag del primo capitolo e quindi gli autori hanno, giustamente, puntato molto sulla storia, che risulta gradevolissima. Film demenziale molto valido che si vede e rivede con piacere. Un po' ripetitive alcune battute. La formula comica di Una pallottola spuntata era comunque più azzeccata essendo fatta di gag fulminanti e non-sense mentre in questo sequel si è puntato anche molto sulla parodia di scene famose di film (scelta, questa, meno originale).
MEMORABILE: La Presley: "Sulla scena del delitto ho visto un uomo caucasico, con baffi, di un metro e 85 circa". E Drebin: "Dei baffi lunghissimi".
Diciamo sùbito che il film è sufficientemente divertente e che si fa guardare senza nessun problema, specialmente se ci si ricorda che ripetersi non è mai facile. Ma è indiscutibile che il numero dei giri sia più basso rispetto al prototipo e che ci sia qualche momento di ritmi bassi. Degno seguito, ma dimenticabile.
Divertente seguito. Zucker e soci riprendono il personaggio dell'imbranato Tenente Frank Drebin e costruiscono un'altra pellicola dal ritmo serrato, dalle battute e dalle gag molto divertenti (sopratutto all'inizio, dopo l'esplosione). Cast all'ennesima potenza, con Leslie Nielsen e George Kennedy su tutti.
MEMORABILE: Con il presidente e signora; la polizia sul luogo della strage; la trattativa con il killer; con il sindaco alla festa; la carrozzina.
Non frequente caso di sequel all'altezza dell'originale, beninteso senza procedere a una notarile puntualizzazione di quante e quali gag siano effettivamente confrontabili. Il punto è che la combinazione faccia di Nielsen (da sola esilarante)+ scemenza sublime + abilità tecnica funziona anche qui egregiamente, sollecitando testa e pancia. Ok, più la pancia, ma chi se ne frega? Allo scambio "Avrò il piacere di ucciderla personalmente" "Il piacere è tutto mio" si ebbe, in sala, una crisi notevole.
Degno seguito di quel capolavoro che era il primo. Torna l'intero cast a fornire interpretazioni di un certo livello, a cominciare dall'ottimo Nielsen, la Presley e tutti gli altri. Si ride e molto. Da vedere. Degno anche il successivo e ultimo capitolo.
La ZAZ cerca di bissare l'esilarante primo episodio della serie e ci riesce in pieno. Questa seconda pellicola non risente della minima traccia di stanchezza e ci trascina nuovamente nelle assurde imprese di Frank Drebin, con lo stesso slancio. Una comicità demenziale che, pur accennandole, non eccede nelle volgarità ed ha il classico diabolico senso dell'umorismo di casa Zucker/Abraham. Film demenziali così oggi non riesce a farli più nessuno.
Se non siamo ai livelli del primo, poco ci manca: la storia è ben scritta e le gag sono ancora tantissime e universali, cioè senza troppi riferimenti a film o episodi del momento. Da citare quantomeno la sequenza col dobermann, la canzone "Besame mucho", il bacio appassionato di Drebin ad una esterrefatta Barbara Bush ed uno dei pochi momenti parodistici espliciti, cioè la scena del vaso ripresa da Ghost. Moltissime anche le gag verbali, spesso tradotte con difficoltà in italiano... Grandioso Nielsen, ma questo si sapeva già.
David Zucker HA DIRETTO ANCHE...
Sarebbe stato quasi impossibile ripetere il successo e la riuscita del primo episodio, ma il trio di geniacci che sta dietro questa saga c'è riuscito egregiamente. Stavolta il tema si fa più pungente, il ricorso al nucleare e il rifiuto (puramente per motivi economici) dell'utilizzo di energie alternative. Il buon Nielsen tenta, come sempre goffamente, di destreggiarsi tra scambi di identità, rapimenti, truffe e inganni. Fa ridere, a volte sonoramente. ***½
C'era da esultare già poco per il primo capitolo; figurarsi con un sequel che ripropone Leslie Nielsen nei panni dello svanito e rintronato tenente. D'altra parte da Zucker/Abraham questo è quello che ci si può aspettare, ovvero un'ironia surreale e grottesca. A chi piace il genere farà comunque un buon effetto, non discostandosi di una virgola - in termini di risultato "artistico" - dal suo predecessore.
Ritorna lo sbadato tenente protagonista di una delle serie più intelligentemente demenziali del cinema, stavolta impegnato in un'indagine a sfondo ecologico. Leslie Nielsen è più travolgente che mai in uno dei rari casi in cui il sequel riesce a replicare felicemente l'alto livello (comico, in questo caso) del primo film. Tra le opere su cui si scatena la parodia in maniera più brillante ci sono Psyco e Ghost. Esemplare l'esilarante meccanismo per cui battute serie sono calate in un irresistibile e vorticoso slapstick.
Una sequenza pressoché ininterrotta di gag piccole e grandi, che prendono di mira non solo il genere poliziesco ma anche il filone sentimentale e il thriller, con ottimi risultati. Nielsen da solo svolge metà del lavoro, ma l'appoggio datogli dal resto del cast non è certo indifferente. La bravura di Zucker, come sempre, sta nell'evitare la volgarità. Un film che fa letteralmente sbellicare, semplice ma efficace. ****
MEMORABILE: "La zona a luci rosse. Mi domando perché Savage la bazzichi." "Sesso, Frank?" "No, no, non adesso, abbiamo un lavoro da svolgere."
Inevitabile (dopo il grande successo del primo film) un sequel delle eroiche (si fa per dire !) gesta del tenente Drebrin che qui sventa un complotto contro il presidente Bush. Il film è gradevole (anche se meno buono del primo) grazie alla buona forma del protagonista e ad un buon livello complessivo delle gag. Il regista mantiene un discreto ritmo.
Secondo capitolo con protagonista l’irresistibile e pasticcione tenente Drebin. Ripetere i fasti ed il divertimento del primo era molto difficile ma il gioco, sebbene a tratti mostri la corda, vale ancora la candela. Tante gag, citazioni cinefile e giochi linguistici più o meno riusciti, diverse risate e qualche giro a vuoto. In definitiva: non male.
Per il sequel di quel capolavoro che è The Naked Gun, il trio decide per una sceneggiatura un pizzico più elaborata e con palesi riferimenti politico/economici. Il film nel complesso funziona, pur tra evidenti forzature (Bush e le energie altertive? suvvia...) e un certo qual cedimento della solidità delle gag proposte. Si continua a ridere, a volte molto, ma un piccolo passo indietro è stato fatto. Buono, ma inferiore al prototipo.
Ritornano le strabilianti avventure del tenente Drebin. Il livello complessivo della pellicola si mantiene come in passato molto alto. Forse in alcune scene cala leggermente il ritmo, ma la trama (questa volta più ricercata ed attuale) è ben scritta. Dopo l'ottima riuscita del primo capitolo, la scelta di non cambiare il cast si è dimostrata vincente.
MEMORABILE: Nielsen che entra in scena sbattendo la porta in faccia alla moglie di Bush e poco dopo a tavola mentre le toglie la sedia.
Rispetto al primo film della serie siamo sicuramente un gradino più sotto, anche se il livello della comicità rimane sempre molto alto. Leslie Nielsen (che interpreta al solito il poliziotto Frank Drebin) continua a cacciarsi in situazioni paradossali ed è sempre attratto dalla bella Priscilla Presley; nel mentre deve cercare di sventare un complotto anti-ambientalista. Le scene migliori sono quelle vedono Nielsen alle prese con un uomo sulla sedia a rotelle. Si ride, ma meno che nel precedente capitolo.
Di solito quando si arriva così in alto con un film come il precedente capitolo di questa mattacchiona trilogia, è difficile bissare il successo con un sequel. Non per David Zucker, che è riuscito addiritura a fare meglio di prima! La struttura è quasi intatta, ma ciò non disturba, perché le trovate geniali tutte da ridere sono pazzesche e originali. Cast confermato, brillante e carismatico, ma Leslie è un gradino in alto rispetto agli altri.
MEMORABILE: La sequenza con immagini suggestive che richiamano al sesso con slam dunk finale!
George Kennedy HA RECITATO ANCHE IN...
L'ineffabile tenente alle prese con un complotto ordito da alcuni plutocrati che vogliono contrastare la politica filo-ecologista del Presidente Bush babbo promotore dell'utilizzo di energie rinnovabili (senza dubbio, l'idea più inverosimile di tutto il plot). Pur non essendo all'altezza del primo capitolo e neppure del terzo, ce n'è abbastanza per divertirsi con gag verbali e slapstik a bizzeffe, seguendo le avventure di Nielsen, impagabile nel ruolo, e dei suoi colleghi pasticcioni. Particolarmente simpatiche le citazioni/parodie di Psyco e Ghost.
MEMORABILE: Gli sport pubblicitari sull'accademia per i comandanti di petroliere e sui vantaggi di poter utilizzare l'energia nucleare
Non arriva alla perfezione del primo film ma fare un sequel così, che si mantiene su livelli altissimi, è cosa assai rara. Il canovaccio è lo stesso del primo film e il trio Drebin-Ed-Norberg è quanto di più affiatato si possa trovare. Eccellente la capacità di prendere in giro la società e la politica americane, estremizzandone le paure ed enfatizzandone i pregi. A tratti esilarante. ****
MEMORABILE: La rissa Drebin-Savage a colpi di spazzolino elettrico ed asciugacapelli; La scena d'amore con immagini allusive; Drebin al Sexy-Shop.
Sequel che insegue la perfezione del capostipite (stesso canovaccio e stesso cast) ma con una trama più costruita e un andamento meno a sketch: il risultato è che, oltre a mancare il dirompente effetto sorpresa della prima volta, il ritmo delle gag sia meno serrato e il film si ricordi meglio, a discapito delle visioni successive. Comunque sempre divertente, con alcuni isolati lampi di genialità.
MEMORABILE: "Era un uomo coi baffi sul metro e ottanta" -"Mmm, ha dei baffi spaventosi"
Quando si dice che un sequel non può essere all'altezza dell'originale basta vedersi questo film per ricevere una clamorosa smentita: Nielsen è più scatenato che mai e così anche i suoi comprimari, tanto da sfornare una seconda serie di gag indimenticabili. Può anche darsi che ci sia dietro qualche eccesso di americanismo, ma il tono del film è talmente assurdo e sopra le righe che non ci si fa nemmeno caso e questo è un grande pregio.
MEMORABILE: Il volo del dottore paralitico dalla finestra; Il tentativo di Drebin di liberarsi dalle corde segandole con una scaffalatura.
Anche in questo secondo capitolo il livello delle gag è notevole; forse cala leggermente il ritmo ma in compenso il personaggio di Priscilla Presley ne guadagna. Tante le citazioni cinefile, fra le quali anche la parodia del già metaforico finale di Intrigo internazionale: il treno che entra nella galleria, a simboleggiare il sesso fra i due protagonisti e che qui viene esagerato con infinite altre allegorie fino a rendere la scena esilarante. Se avete amato il primo film non potete perderlo.
MEMORABILE: Quentin che si salva miracolosamente dopo essere caduto dal tetto e viene divorato da un leone.
Seconda pellicola delle avventure del tenente Drebin, sempre interpretato da Leslie Nielsen e sempre scritto e diretto dagli Zaz. Continuano le strizzate d'occhi politicamente scorrette ai potenti della Tarra (nel primo film a essere principalmente presa di mira era la regina Elisabetta, qui è l'allora presidente in carica George Bush, con la moglie Barbara), gli intrighi criminali da scongiurare e la love story con Priscilla Presley. Robert Goulet, pur non arrivando ai picchi di Montalban, è un dignitoso cattivo. Divertente, ma meno del primo.
Una pallottola tira l'altra. Ancora molte gag e battute nel bagaglio di Zucker; la seconda puntata non è che il seguito naturale della prima, con gli stessi interpreti e nella stessa smagliante forma. Ne consegue un film molto simile al precedente, che divertirà gli estimatori e forse stancherà quelli che hanno "sopportato" l'originale e ne hanno avuto abbastanza. Niente molto altro da dire; si potrebbe andare avanti all'infinito, come per le puntate quotidiane di una soap opera, finché regge la fantasia degli sceneggiatori.
Non ai livelli del primo ma comunque un ottimo film comico demenziale, per di più dalla durata contenuta (circa 80 minuti), in modo da concentrare al meglio le gag. La trama lascia il tempo che trova ma grazie al solito grande Nielsen si ride spesso, e alla fine il vero obiettivo di Zucker è proprio questo. Momento migliore: Nielsen dà una pacca sulla spalla all'agente dei corpi speciali, il quale inizia a sparare a raffica e tutti lo seguono a ruota. Come si fa a non ridere? Davvero notevole.
Scontato e inevitabile sequel del fortunato primo capitolo che ricalca stancamente il cliché del precedente con situazioni e battute non-sense tipiche del genere demenziale. Nielsen, manco a dirlo, è la punta di diamante del film attorno al quale tutto ruota; ci sono tutti gli attori del precedente ma purtroppo si assiste a qualcosa di già visto. E c'è pure un terzo capitolo...
Il primo film è uno dei migliori film demenziali della storia del cinema (se non il migliore) e il sequel, pur non raggiungendo lo stesso livello, è ugualmente divertentissimo e fa sbellicare dalle risate dall'inizio alla fine. Come nel primo è presente una pungente critica sociale e politica. Fantastiche le citazioni (su tutte quella di Ghost). Il punto forte di questa saga sta sicuramente nel rifiuto di inutili volgarità. Epico.
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Sequel che si colloca nel solco del capostipite riprendendo tutti gli elementi che ne avevano decretato il successo; la combinazione di parodia e citazioni continua a essere spesso esplosiva, anche se meno irresistibile per la mancanza dell'effetto novità (peraltro, i pochi giri a vuoto sono attenuati dal ritmo agile e dalla buona prova degli attori); più che nel precedente si nota l’abilità della ZAZ a presentare un umorismo colorito che non scade mai nella volgarità.
MEMORABILE: La scena d’amore tra Nielsen e la Presley (con citazioni di Gola profonda).
Mantenuta quasi intatta la freschezza del primo capitolo, questo film è condotto con ritmo ancora più scatenato e senza alcun tempo morto. La sceneggiatura è ricca di gag brillanti, che un Nielsen sempre in palla interpreta alla perfezione. Anche il rest del cast è più presente rispetto al precedente, con Kennedy e Simpson protagonisti anche loro di un paio di momenti davvero esilaranti. Le citazioni si sprecano, tra le migliori quella di E.T. e la bomba finale che ricorda Goldfinger. Notevole.
Il tasso di comicità si abbassa e le gag risultano spesso stantie. A parte lo sketch dei mariachi e Drebin vs dobermann c'è poco di cui sganasciarsi. L'incipit catastrofico con il mostruoso crostaceo strizzatette servito a tavola faceva ben sperare, ma poi si tirano in ballo le solite prese in giro sui disabili (con omaggio volante a E.T.) e soluzioni comicarole da film muto. Meno curato nello script e con momenti più fracassoni che veramente divertenti (l'assalto alla casa con gli SWAT, Drebin alla guida del piccolo carroarmato). Si comincia a mostrare la corda.
MEMORABILE: Il professor Meinheimer che, durante la conferenza, si mette a leggere i passi di un libretto pornografico datogli dal distratto capitano Hocken.
Secondo capitolo di una trilogia che ha fatto la storia del cinema demenziale. Un flusso ininterrotto di gag e battute, anche a sfondo politico, di una qualità media elevatissima, quasi tutte a segno, con un Leslie Nielsen, attore simbolo del genere, praticamente perfetto con la sua espressività. Citazioni memorabili, ritmo e tempi comici perfetti e un cast in gran forma ne fanno un gioiellino che non risente minimamente del peso degli anni. Quando ancora non esisteva il politicamente corretto...
MEMORABILE: La parodia di Ghost; Il travestimento da messicani; L'avversione verso lady Bush; Il carrarmato; La lotta tra Debrin e Savage a casa di Jane.
Magari non farà esattamente ridere come il primo, ma cosa vuoi dirgli a un film che si apre con la perfetta parodia di George Bush o che presenta duelli a colpi di idropulsore e asciugacapelli? La carica demenziale è sempre potente, qualcosina forse si ripete ma le scene assurde sono così tante e così surreali che non te ne accorgi. Come sempre, tanta bella ironia nei confronti degli Stati Uniti. Rallentano un po' le scene sentimentali, sebbene anch'esse surreali. Attorno a Leslie Nielsen il cast è ancora in forma. Da vedere per ridere.
Uno dei capolavori della comicità. Si parte fortissimo fin dalle prime scene e non si lascia mai l'acceleratore. Drebin col suo gretto fare da poliziotto medio americano riesce a farci sganasciare su temi come l'ambiente, l'invalidità e non si ha mai la sensazione di essere oltre le righe. Iconico il bar blues, Hector Savage coi suoi molteplici "nickname" e un bistrattato dr. Meinheimer. Poesia pura del sorriso.
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