Pescherecci - Corto (1958)

Pescherecci
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Anno: 1958
Genere: corto/mediometraggio (colore)
Cast: (n.d.)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/09/12 DAL BENEMERITO GIùAN
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Giùan 14/09/12 22:20 - 4559 commenti

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Nell'inverno del 1958, la storia di uno dei tanti pescherecci siciliani costretti dalle tempeste ad attraccar a Lampedusa. Rispetto ad altri viaggi antropologici di De Seta, in questo anomalo diario di bordo emerge forse per la prima volta una disarmonia tra l'elemento naturale (l'acqua, il mare) e gli uomini, costretti a lavorar con ogni condizione di tempo. Il giudizio morale sul loro sfruttamento traspare (senza la necessità di arringhe dirette) dalla loro rassegnazione, dalla stanchezza dei volti, dal loro esser in balia di elementi non solo ambientali.
MEMORABILE: Il mare grosso con i gabbiani che incombono sul peschereccio e i pesci buttati in mare per "placarli"; Gli imbarcati che si abbandonano al sonno.

Pigro 18/04/13 08:38 - 9666 commenti

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È fatto di suoni costanti e immagini estreme il viaggio di De Seta su un peschereccio al largo di Lampedusa: il motore che sferraglia, le voci incomprensibili dei pescatori, il mare e i gabbiani accompagnano il duro lavoro della pesca con la rete, mentre le onde ingrossano, il temporale arriva e occorre riparare in rada. Come sempre, la presa diretta ha una potenza espressiva che affascina (anche dove la narrazione, presente in altri corti, sembra venir meno come qui), riconoscendo eroismo nella faticosa e umile lotta per la sopravvivenza.

Galbo 20/04/13 11:22 - 12393 commenti

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Un'importante testimonianza visiva delle dure condizioni di lavoro e di vita dei pescatori siciliani, in un cortometraggio di De Seta attento spettatore sociale. Lo sguardo del regista e' insieme testimone e giudice del mondo degli umili ma la sua denuncia viene realizzata con grande lirismo e immagini della fatica quotidiana del vivere che restano nella memoria.

Pinhead80 10/03/16 20:17 - 4760 commenti

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La forza delle immagini sta nel riprendere la quotidianità di questi lavoratori sempre in balia della forza della natura, che non si può domare ma solo assecondare. Sacrifici immani segnano le vite dei pescatori che si immolano alla ricerca di una pesca ricca che possa portar loro benessere. Tutto è più vero del vero e la rappresentazione del riposo (che può essere letta come una sorte di quiete dopo la tempesta) è qualcosa di straordinario.

B. Legnani 19/08/17 21:45 - 5532 commenti

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Interessante, come tutti i cortometraggi di De Seta, ma colpisce meno di altri perché, pur sotto l'impeccabile aspetto documentaristico, manca un poco (o è, per lo meno, inferiore rispetto ad altrove) l'elemento narrativo. Restano impresse le azioni di cernita e le divisioni del pescato in base al tipo oltre, ovviamente, all'arcobaleno, simbolo di quiete dopo la tempesta.

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