L'intervallo - Film (2012)

L'intervallo
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Anno: 2012
Genere: drammatico (colore)
Note: Il film è quasi tutto in dialetto napoletano con i sottotitoli in italiano.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/09/12 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 9/09/12 11:11 - 9009 commenti

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L'intervallo è quel "fiabesco", breve momento di sospensione della realtà che vivono i due giovani protagonisti (molto bravi) tra una fantasia ed un'altra, tra un "lago" ed un "bosco". Il resto è dominato da una quotidianità dura ed ineluttabile. Di Costanzo scrive e dirige con grande bravura, raccontando in modo lucido un mondo di sopraffazione, violenza e soprattutto sottomissione. Il finale è notevole, potente e di rara tristezza: un vero colpo al cuore. Bellissimo e coinvolgente. Grande la fotografia di Bigazzi. La rivelazione italiana di Venezia.
MEMORABILE: Il bestiario quotidiano. Il "bosco" in cui si addentrano i due protagonisti. L'agghiacciante storia di Gelsomina Verde. L'arrivo di Bernardino.

Rebis 13/09/12 11:30 - 2332 commenti

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Salvatore e Veronica (omen nomen?), catturati in un intervallo, liberi dal quotidiano, sospesi nell'incedere del tempo: dentro un non-luogo che spoglia il desiderio e amplifica l'intensità di vivere. Piccolo, pregevole film partenopeo, che inquadra il Sistema del male – la camorra – e la sua logica autocratica da un inatteso e abbagliante scorcio, facendosi portavoce, al contempo, dell'intensità adolescenziale. Come si conviene, la semplicità della forma è apportatrice di complessità concettuale e amore. Accurato e circostanziato nella scrittura, è vivificato da due interpreti eccezionali.

Mutaforme 21/11/12 02:28 - 415 commenti

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In una Napoli dipinta come un capannone fatiscente, dove la volontà è solo conseguenza delle cose, dell'appartenere o meno al "Sistema", due ragazzi riscoprono il bello della vita e dell'ingenuità giovanile. Tutto in dialetto napoletano (per fortuna ci sono i sottotitoli in italiano), il film fa della semplicità la sua forza. Interessante. **!

Viccrowley 16/10/13 18:16 - 814 commenti

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La favolosa fotografia di Bigazzi accende l'oscurità nell'animo umano, la regia pulita e senza fronzoli di Costanzo segue la giornata di due ragazzi qualunque costretti dalla legge della malavita a una reclusione forzata. Il fatiscente palazzo abbandonato diventa così un enorme simulacro dove con la fantasia si può, anche se per poco, ritrovare il gusto e la spensieratezza dell'adolescenza. Ma è solo un attimo, sospeso nel tempo, prima di arrivare a un finale che di botto ci restituisce a una realtà quotidiana triste e forse senza via d'uscita.
MEMORABILE: I due ragazzi, sul tetto dell'edificio, si confidano chi vorrebbero vedere morto in un eventuale terremoto.

Nando 29/10/13 20:40 - 3810 commenti

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Un palazzo fatiscente in terra napoletana e due ragazzotti: una reclusa, l'altro carceriere improvvisato. Dopo l'iniziale diffidenza nasce un clima fiabesco e complice che regala momenti poetici e una buona introspezione dei due giovani protagonisti. Il dialetto partenopeo è appropriato alla pellicola. Finale spiazzante ma notevole.

Mickes2 1/11/13 19:06 - 1670 commenti

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Oasi. Esistenziale. Di Costanzo filma la realtà di una stasi pacifica e di conoscenza graduale nella vita di due ragazzi, prigionieri sempre più consapevoli, braccati da un sistema che annulla e aliena. Fuori, una Napoli che inghiotte e opprime con le sue regole ferree, dentro la scoperta di un nuovo mondo fatto di sogni e possibilità che seppur effimere sono necessarie, salvifiche. Bigazzi illumina e oscura come una fiaba gotica le reali paure di una vita ingrata. Si poteva intensificare maggiormente la scrittura. Riso bravissima e naturale.

Manfrin 5/08/14 14:35 - 391 commenti

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L'intervallo è la parentesi di una giornata forzatamente trascorsa assieme da due teenager già preda della camorra, giovani già vecchi, che riscoprono le fantasie e la spensieratezza della loro età all'interno di un enorme collegio abbandonato, mirabile location simbolo della grandezza e della decadenza di quei luoghi. Un piccolo gioiello di regia e di interpretazione. Sottotitolato!

Delpiero89 30/10/14 16:26 - 263 commenti

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Insolito e pluripremiato film dell'esordiente Di Costanzo. L'intervallo del titolo è il "viaggio" di due giovani napoletani dal destino già segnato, il pomeriggio di evasione da un futuro che non sarà come i loro sogni. Quasi tutto in napoletano stretto e sottotitolato, il film - la cui durata è giustamente calibrata - si lascia apprezzare per l'originale confezione e i contenuti. Tuttavia, siamo lontani dal capolavoro. Ottime le interpretazioni dei giovani Ruocco e Riso.

Paulaster 2/12/15 18:25 - 4389 commenti

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Se la reclusione della ragazza fosse stata una vera e propria segregazione, duratura nel tempo, il film sarebbe stato ambientato in più di una sola giornata. Così invece aiuta nell’intento di mostrare due adolescenti che si evitano, scoprono e cercano di riempire un vuoto anche esistenziale; oltre ciò manca l’affondo che la camorra ci si aspetta che dia. Brava soprattutto la ragazza, che ha già il piglio da donna. Location da film dell’orrore, fa riflettere sul suo abbandono reale.

Homesick 13/02/16 16:13 - 5737 commenti

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Molto verace, sia per il forte rilievo del profilo ambientale, sociologico e linguistico, sia per la spontaneità neorealistica dei due giovanissimi protagonisti. E dopo fughe nel bosco, gite in barche da fermi, amichevoli confidenze, excursus sul folklore autoctono e pensieri di adolescenti, il brusco epilogo cade con il peso di un macigno, avvisando che l'intervallo è finito: si torna alla cruda realtà quotidiana degli stenti lavorativi e della dittatura del Sistema.
MEMORABILE: La gita in braca; l'arrivo di Bernardino e il suo teso dialogo con Veronica.

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Kinodrop 17/10/17 20:45 - 2921 commenti

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Storia di due vittime della malavita partenopea che tiene sotto ricatto sia la quindicenne contesa tra due boss che il ragazzotto forzosamente suo carceriere. In un palazzone fatiscente della periferia, dove tutto sembra spento e surreale, fioriscono nei due adolescenti i sogni le ingenuità e le speranze proprie di un'infanzia non vissuta. A una prima parte piuttosto greve e ripetitiva fa da contrappeso la leggerezza e la poesia della "sospensione" e un rapido quanto crudele epilogo. Si apprezzano l'intensità della storia e la bravura dei due ragazzi.

Pigro 19/11/17 14:34 - 9635 commenti

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Napoli è un enorme edificio abbandonato e deserto; la camorra è un sistema misura delle cose; il sequestro di persona è una giornata di vacanza: ovvero, il mondo visto da un’altra prospettiva, osservato con stupore e immaginazione. Il lungo incontro-scontro di due adolescenti (la rapita e il carceriere, entrambi pedine forzate di un volere altrui dalle sembianze di fato normale) negli spazi immensi di palazzi e giardini (stupendamente fotografati) è una piccola grande storia di non-formazione che rapisce e affascina. Tetramente luminoso.

Giùan 20/12/18 10:06 - 4539 commenti

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Scarno, disadorno, di un essenziale che talora rischia il sottacere ma che evita sempre il basico con ellissi poetiche che sfondano nel doloroso e addirittura nel proustiano. L'intervallo trova la sua bellezza nel saper raccontare con rarefatta misura e "allusivamente" un mondo nel quale la strada della "virtù" è strettissima (per i due protagonisti il ritorno nei ranghi è irrinunciabile) ma la sosta della trasparenza, del concedersi "liberamente" all'altro, superando diffidenze e sovrastrutture, indica un orizzonte morale e pedagogico da perseguire.
MEMORABILE: La preparazione del carretto dei gelati; "Tu chi si Mimmo "o chiatto" o Mimmo "o scem"?
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