Scott Reynolds è un regista davvero notevole, ritmi serrati, elissi di montaggio, fluidi movimenti della MDP, ottima costruzione narrativa e gran perizia sulle immagini
Parte benissimo questo suo terzo (e ahimè ultimo) lungometraggio, dopo aver sondato la psiche deviata di un serial killer e le preveggenze di una transessuale, dove il senso di smarrimento, la suspence, il mistero, l'inquietudine si elevano a livelli altissimi
Una ragazza che lavora in una tavola calda sperduta nel nulla, tra strade polverose e deserte, un giovane ragazzo inquieto, ferito e perseguitato (così, almeno, e quello che afferma), una moglie gelosa e vendicativa, tre surfisti in Volvo station-vagon un pò bulleschi e non molto raccomandabili (almeno, così sembra), uno sceriffo che pensa solo alla F. . A di cui non ci si può fidare.
Tutto ruota intorno alla ragazza che viene risucchiata in una situazione di estremo pericolo, dove non si sà bene di chi si possa fidare e di chi no, in un continuo ribaltamento di ruoli, di bugie e di complotti.
Reynolds non dà tregua, tra le notti in un motel e le doppie facce che si susseguono continuamente, regalando momenti di grandissimo cinema (*la bambina che vede, dall'esterno, Beth aggredita dalla vetrata della tavola calda, il ragazzo fulminato nel bagno, l'inizio con l'automobile, con la tavola da surf sul tetto, fuori dal dinner, Beth inseguita di notte tra strade buie e campi abbandonati , l'arrivo alla stazione di servizio, Beth che in mezzo alle fiamme si accende una sigaretta, spenta provvidenzialmente dalla bocchetta antincendio, e parte il pezzo
Don't Let Me Be Misunderstood dei Santa Esmeralda) che tiene col fiato sospeso.
Purtroppo, però, il tutto scade un pò nel finale fracassone di pura action, tra esplosioni, auto che sfondano pompe di benzina, fucilate, cd-rom da recuperare e Beth coriacea final girl ai limiti delle eroine "pulp-tamarrose" rodrigueziane.
Peccato anche far spacciare la Nuova Zelanda per l'Oregon(!), dove le bellissime location kiwi tradiscono un pò il tutto e stonano col contesto
Opera comunque originale, spiazzante, inusuale, di un regista ancora da riscoprire.
Notevoli le sonorità di Roger Mason, che occhieggiano a quelle herrmanniane di
Psycho
Violenza contenuta, ma ne guadagna l'emotività.
Sorpresina , in stile POV, dopo i titoli di coda.
Curioso di sapere il film trashissimo sulla vampira che i tre surfisti si guardano nella camera del motel
Nei titoli di coda , Reynolds, ringrazia anche Peter Jackson e Fran Walsh
*La scena della bambina e piaciuta molto anche al
Mereghetti (che al film appioppa un non sottovalutabile **e mezzo), visto che, dopo aver scritto il mio commento, vado a leggere la sua recensione e mi trovo la stessa sequenza citata paro paro.