L'ESTATE FRANCESE IN NERO
Loffio e noiosissimo filmetto sulla "giustizia privata" che non racconta nulla di nuovo, con ritmi e convenzionalità da telefilm.
Leroy dirige svogliatamente una specie di "noir" metropolitano, che guarda ai nostri gloriosi poliziotteschi (dallo score di Jean-Marie Sènia, alle stragi con mitra) e al nero americano (le luci notturne di Parigi, i night "futuristici" che scimmiottano echi bladerunneriani, ma che sembrano usciti da
Intimo con la Grimaldi), senza avere la ferocia compulsiva del primo e la pregnanza del secondo.
Lento, che tira allo sbadiglio perenne, già si vede il poco polso registico di Leroy nel massacro alla stazione (davvero fatto un tanto al chilo), all'associazione di giustizieri presa di peso da
Roma violenta, ma se quelli di Girolami pestavano di brutto, quelli di Leroy sono per la non violenza, cianciano e fanno festicciole e al massimo manifestano stile sindacati in sciopero.
Le scene d'azione sono degne di un episodio di Derrick e il tutto e banale e scontato. Da non perdere la scena della festa con balli valzer, in puro Merola style.
Potrei salvare, dal disastro generale: l'ottima prova attoriale di Brasseur, una Valerie Kaprisky incantevole (che si fà fare il bagnetto dallo "zietto", gira a chiappe all'aria, civetta coi ragazzotti issando la gelosia del vecchio amante che la mantiene), un pò di turpiloquio, una larvata incestuosità (il delinquentello morbosamente attaccato alla sorella, che vuole sapere da un vendicativo Brasseur come "Scopa a letto" , in una delle scene più weird del film), la bellezza sfrontata di Vèronique Genest e la fotografia di Ramòn Suàrez che regala alcuni cromatismi nel night club.
Christopher Lambert fa la particina del malvivente bello e tenebroso, intellettualoide mosso da ideali che non ho ben capito...Ma fà lo stesso...
Il resto e roba che scivola addosso senza lasciare il segno, tra discorsi su Mishima, drag queen e un finale girato in fretta e furia (che però terrà a mente Luc Besson per
Subway).
Il bello e che ci si sono messi in sei per scrivere questa pochezza...
Un filmettino sciapo sciapo che potrebbe tranquillamente restare nel dimenticatoio.