Evidentemente Giannetto De Rossi ha pensato che un solo film per il suo coccodrillo gigante non gli rendesse giustizia: un bestione così mastodontico doveva essere riutilizzato e non per niente il primo capitolo si chiudeva su un uovo di coccodrillo intatto dal quale sbucava un nuovo nato. Ecco quindi arrivare KILLER CROCODILE 2. Dovrebbero essere passati molti anni, in teoria, tra l'uno e l'altro (una bestia simile non cresce in un attimo) e invece ritroviamo Kevin (Anthony Crenna) e l'avventuriero cacciatore Joe (Thomas Moore) quasi più giovani di prima. Mah! Alla regia non c'è più Larry Ludman alias Fabrizio De Angelis (comunque produttore...Leggi tutto e co-sceneggiatore) ma Giannetto De Rossi in persona: lo specialista in trucchi autore materiale del supercoccodrillo evidentemente sa come inquadrare la sua creatura di plastica, perché in questo seguito la bestia sembra meno finta (nei limiti del possibile ovviamente) di quella vista nel primo capitolo. KILLER CROCODILE 2 è uno dei pochi esempi di seguito migliore dell'originale, anche se va detto che in queste mini-produzioni i due capitoli sono spesso intercambiabili. Il merito di De Rossi è forse quello di aver dato meno spazio agli insipidi dialoghi in favore di una più incisiva spettacolarità. Abbiamo quindi qualche scena di massa con il coccodrillone che semina il panico tra le imbarcazioni e altre sequenze magari ridicole nella loro esagerazione (una barca sul fiume viene sfondata e trascinata in acqua dalla bestia, un finale in cui Kevin cavalca il dorso della bestia come in un rodeo) ma perlomeno godibili. Belle le soggettive e alcuni paesaggi. Debra Karr (non Deborah Kerr, mi raccomando!) è meno peggio del previsto.
Dato il non disprezzabile risultato ottenuto dal primo capitolo, La Fulvia Film sotto sceneggiatura di De Angelis, opta per riciclare il girato scartato dall'edizione definitiva di Killer Crocodile e al timone della regia impone il bravo effettista (Giannetto De Rossi). Ma la storia -più un remake che un sequel- soffre di interpretazioni penose e di un budget risicatissimo, atto a recuperare lo scarto già realizzato in precedenza. Il coccodrillo è qui di dimensioni incredibilmente sproporzionate e conferisce al film un'aura grottesca...
Assurdo seguito di un dimenticabilissimo film d'azione. Cambia il regista (?) ma non il risultato. Colpa di una storia ancora più squinternata, di personaggi per nulla credibili, di dialoghi assurdi e di scene horror che non emozionano neanche per sbaglio. La regia non ha spessore e gli attori sono del tutto improbabili. Insomma, di sicuro non rimarrà nella storia del nostro cinema. Effetti speciali ridicoli.
Ritorno del coccodrillo gigante ad opera del nostrano Giannetto De Rossi, che nel precedente capitolo si occupava solo degli effetti speciali. Girato "back-to-back" col precedente, il 2° episodio è una ripetizione del primo con ben poche varianti. Alcune scene in cui la bestia entra in azione sono efficaci (come quando sfonda la capanna e si mangia i 'cattivì), ma i troppi flashback rendono la pellicola un po' 'tirata per il collo. Si poteva evitare, comunque se vi piace il primo guardatevi anche questo!
Bruttarello. A parte che si tratta di un palese remake del primo capitolo, il budget è davvero limitato e si vede: attori poco in forma, buchi nella sceneggiatura, battute talmente idiote da innervosire. Certo nel 90 hanno girato film molto peggiori, ma questo resta comunque un pessimo esempio del cinema di quegli anni. Salvo solo il formoso corpo della Kerr.
MEMORABILE: "Quando siamo vicini alla morte i nostri organi sessuali vengono stimolati alla riproduzione (sic!), è una teoria scientificamente provata..."
Dopo gli squali surdimensionati devastanti, ecco in arrivo il megacoccodrillo mangiatutto! A parte gli indubbi limiti generali, il film è comunque dotato della necessaria ombra di genere, con l'ambiente sempre scuro e minaccioso e qualche nota di nudo (che non guasta mai). Inevitabilmente le prestazioni del rettile e la sua aggressività sono assurde, ma il realismo non è l'elemento protagonista, anzi l'esagerazione è, in questo caso, un apprezzato segno distintivo. Realizzato con risorse modeste, ma sfruttate molto bene. La regia è consapevole di tutto.
Dopo un pessimo primo film mi aspettavo un seguito pure peggiore. Invece devo dire che il film si tiene sugli stessi livelli (scarsi) del primo senza peggiorare. Anzi, se proprio vogliamo, in questo secondo capitolo si nota un piccolo sforzo di abbozzare una trama leggermente più articolata. Scadendo, nonostante ciò, nel finale. Scene assurde, già viste, nulla di nuovo ma con in più un cambio fastidioso di fotografia in base all'inquadratura: La scena dell'uccisione del coccodrillo è la medesima del numero uno, riciclata!
MEMORABILE: "Kevin, non ti andrebbe di fare l'amore?” "Mi vuoi prendere in giro?" "No, dico sul serio" "Ti è venuta voglia così, all'improvviso?" "Succede, no?"
Un "so bad it's so good" all'ennesima potenza! Trama ridicola, attori ridicoli, ambientazioni pessime, girato con scarti del primo Killer Crocodile. Grottesco poi il coccodrillo gigante creato da Giannetto De Rossi che si muove a scatti, ruggisce (!) e balza come un leopardo fuori dall'acqua! L'idea poi che il coccodrillo si veda il meno possibile, mimetizzato e con inquadrature strette per nascondere la pochezza dei mezzi...
MEMORABILE: Il coccodrillo che ruggisce come un leone!
Animale assassino (un grottesco coccodrillo gigante degno di spadroneggiare su qualche carro di Viareggio) e artefici della pellicola allo sbaraglio. Non si è dalle parti dell'inguardabile (il livello qualitativo è lo stesso di Killer crocodile) ma lo schematismo di fondo (distribuito tra tecnica e vicenda), la prevedibilità nei momenti cardine, la tensione assente e le interpretazioni alla buona distruggono la baracca. Prevalgono l'assurdo e il sopra le righe, ma senza convincere come scelte espressive coinvolgenti.
La saga del mega coccodrillo famelico di umani continua e, suo malgrado (siamo nel 1990), segna davvero l'ultimo scampolo di cinema di genere italico prima di arrendersi a quello yankee. Un politico locale di un'isola caraibica promette d'aver ripulito il fiume da una contaminazione nucleare, ma Liza Post del "Miami Chronicle” (la bella Debra Karr) ci vuol vedere chiaro... Il maxi rettile par più un tronco di pino con degli occhi posticci, ma insieme a qualche situazione involontariamente ridanciana il film regala - un po' come il primo capitolo - uno sano svago trash.
Siamo di fronte all'ennesimo animale extralarge a causa di contaminazioni radioattive che per ovvie ragioni sempra avercela con il genere umano al completo. Ma se la storia è obsoleta (complice una sceneggiatura inadeguata con momenti imbarazzanti) il film viene parzialmente salvato da un cast che non demerita e da un "mostro" meccanico non indecente che si vede spesso in azione. La confezione è conforme al budget poco generoso ma la pellicola è quantomeno guardabile e riesce tutto sommato a portare a casa il prezzo del biglietto, soprattutto se si è appassionati del genere.
MEMORABILE: "Ma perché le donne non stanno a casa a fare la calzetta?".
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