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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ingiudicabile secondo parametri tradizionali, il film di Soderbergh, che se lo scrive e interpreta addirittura in doppia parte, è di fatto uno di quei progetti altamente divisivi che si possono alternativamente odiare o amare (con prevalenza della prima ipotesi). Perché a prima vista (e anche a seconda e terza) pare un guazzabuglio in cui ci si perde peggio che nei più astrusi progetti lynchiani, con l'introduzione di un doppelganger (quello del protagonista) che fa da amante alla moglie con cui è sposato l'originale. L'originale è tale Fletcher Munson (Soderbergh), impiegato in una società il cui direttore è K. Azimuth Schwitters, il classico...Leggi tutto guru acclamato da folle di adoratori pronti a sposare le sue teorie "eventualiste".

Alla morte di un collega, Fletcher si trova incaricato di scrivere in breve tempo un discorso per il suo principale, e fin qui ancora la storia in qualche modo segue direttive comprensibili. Poi però, appena entra in scena un disinfestatore, attrezzato come nemmeno un ghostbuster, che suona a casa delle mogli di chi lavora nella società di Fletcher portandosele a letto e comunicando attraverso frasi e dialoghi privi di senso, si avverte che il filo si perderà quanto prima. Ed è ciò che avviene, anche perché la comparsa di Jeffrey Korchek (sempre Soderbergh), il succitato doppelganger di Fletcher che lavora come dentista, precipita ulteriormente il tutto nel caos. E' un secondo punto di vista sulla stessa storia? Forse sì, e in questo caso l'ultima parte sarebbe il terzo, quello vissuto attraverso l'occhio della moglie di Fletcher, che diventa poi amante di Korchek (e quindi della stessa persona!).

A fare ordine in un tale caos ci si perde la testa, e non è nemmeno quello a cui Soderbergh punta, consapevole dell'astrusità dell'operazione, dichiarata come tale fin dall'introduzione ad opera dello stesso Soderbergh che presenta il suo lavoro al microfono di un teatro. Tuffarcisi dentro significa planare in un mondo di cui cogliere soprattutto le singole scene, da viversi spesso come surreali sketch non privi talvolta di una certa carica ironica (o di vere e proprie battute, saltuariamente: si pensi all'allegro vicino di casa la cui moglie si ripassa, senza nasconderlo, l'intera zona), singolarmente quasi godibili; perlomeno quando sul set è il protagonista, perché invece buona parte delle sequenze col disinfestatore sono assai deboli e terribilmente ripetitive.

Qua e là, insomma, lo spirito iconoclasta che si vorrebbe infondere nel film si coglie, la provocazione simbolista anche e Soderbergh nelle vesti di attore ha la faccia giusta, buffa e ideale per il ruolo (basti vedere le smorfie in cui si produce a lungo davanti allo specchio della toilette). Tuttavia, anche a voler apprezzare l'obliqua genialità di alcuni passaggi, l'insieme è duro da reggere e un'ora e mezza di nonsense insistiti finisce con l'anestetizzare la capacità di comprensione. Se l'obiettivo era quello di avvicinare la comicità dei Monty Python può dirsi fallito in partenza, e semmai certi spunti illogici, sviluppati però con maggior coerenza, li raccoglierà anni dopo il buon Quentin Dupieux. SCHIZOPOLIS è una scheggia impazzita che rimane un esperimento isolato avvicinabile giusto da chi sa a cosa va incontro e si predispone a subire i vaneggiamenti free form di un Soderbergh in vena di celiare...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/07/12 DAL BENEMERITO COTOLA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 28/05/23
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Cotola 25/07/12 00:15 - 9043 commenti

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Pessimo film senza nè capo nè coda, senza se e senza ma, senza un perchè o forse sì? Di sicuro ci vuole coraggio per girare e produrre una pellicola del genere e ci vuole anche un egotismo smisurato e senza alcun pudore. Regia e attori non si sono fatti accreditare. Perchè? Inutile cercare un senso: d'altronde se non lo si trova (come dice Soderbergh nel prologo parlato) è colpa di chi guarda. O forse è solo una voluta presa per i fondelli ai danni del povero spettatore? in ogni caso un'imperdibile sciocchezza di razza.

Daniela 8/09/21 01:37 - 12660 commenti

I gusti di Daniela

Come è possibile che Soderbergh alterni senza soluzione di continuità film validi o comunque interessanti con altri pessimi? Forse questo, da lui diretto, scritto e interpretato senza accreditarsi in nessuna delle tre vesti, può fornire una risposta: dopo aver fatto boom col primo lungometraggio, bisognava avere coraggio e un certo grado di pazzia per proporre un film che poteva essere percepito come una burla o una sciocchezza insensata, ma, se si sta al gioco, c'è da divertirsi con i personaggi grotteschi e i dialoghi surreali di quest'operetta dallo spirito dadaista.
MEMORABILE: I colloqui tra marito e moglie in cui le frasi convenzionali sono sostituite dalla loro definizione.

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