Aspra lotta tra un riccone e un malavitoso per accaparrarsi la poltrona di sindaco di una città della California. Il film ha il merito di avvincere e di non annoiare mai, con inaspettati picchi di violenza (da citare Arlene Dahl che spara un colpo di fiocina e successivamente di pistola a Ted de Corsia) e una buonissima caratterizzazione psicologica dei personaggi. Peculiarità di “Veneri rosse” è il fatto di essere stato uno dei primi noir girati in Technicolor.
Film di buona fattura in cui a colpire non è tanto la storia (comunque gradevole ed
abbastanza avvicente) ma altri elementi. Si pensi alla regia di Dwan che è molto attenta sia alle inquadrature che all'uso del colore, ma soprattutto alla costruzione
dei personaggi che sono ben caratterizzati e che presentano quasi tutti lati ambigui:
sono un impasto chiaroscurale di luci e ombre, bene e male. Il risultato finale è buono. Non particolarmente noto ma meritevole di essere ripescato dall'oblio.
Due sorelle (la prima segretaria di un onesto uomo d'affari, l'altra una cleptomane appena uscita dal carcere) si ritrovano loro malgrado coinvolte nella sfida per la carica di sindaco di una città in cui spadroneggia il solito gangster. Diretto da un regista di lunghissimo corso, uno dei pochissimi noir degli anni '50 girati a colori, che affronta lo scottante tema della corruzione sacrificandolo però rispetto alle dinamiche tra i personaggi e alle solite schermaglie sentimentali. Il titolo rende il giusto omaggio alle due radiose protagoniste.
Una sorella è clepto-ninfomane, l'altra dovrebbe essere più sensata ma preferisce un mascalzone ad un uomo onesto, entrambe sono splendide donne rosso-chiomate e forse questo spiega la scelta del colore, rarissimo nei noir del periodo. Dwan da bravo artigiano dirige un film formalmente curato, al netto di qualche incongruenza e forzatura melodrammatica, in cui la denuncia della corruzione diffusa si intreccia a vicende sentimentali di minor interesse. Non male Payne nel personaggio ambiguo dell'"intellettuale" della banda criminale che trama per spodestare il boss da cui è umiliato.
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CuriositàDaniela • 29/05/20 02:49 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Il film è diretto dal canadese con cittadinanza statunitense Allan Dwan, uno dei registi più prolifici di Hollywood. Durante la sua lunga carriera, iniziata nel 1911 e proseguita per 50 anni, ha diretto ben 386 film.