Per 100 chili di droga - Film (1972)

Più che droga, fulcro della vicenda sono Cisco ed il suo girovagare per le vie di L.A. Un disilluso Kristofferson cerca redenzione dal passato ma sulla retta via ci si mettono poliziotti trafficoni, discografici meschini, spacciatori inetti e malinconiche compagini hippie. Si cerca un ritratto alternativo, la ballata dei derelitti, l'amara percezione che la festa è finita e s'apre un nuove ed infelice decennio; tira però aria da B-movie figlio del suo tempo, incapace d'essere una piccola grande storia. Pre-finale esagerato.

Malvivente cerca una redenzione nella musica ma troverà un poliziotto corrotto pronto a perseguitarlo. Discreto ritmo per assistere alla peregrinazioni di Kristofferson che s'imbatte in variegati personaggi. Hackman sfoggia un piglio sadico ma mi ha convinto poco, mentre la Black sciorina un'interpretazione sofferta e convincente. Appropriata la colonna sonora.

Lui è un musicista in decadenza, l’altro un agente della narcotici che non si accontenta più della paga mensile che percepisce e pretende, per sbarcare il lunario, di far smerciare un ingente quantitativo di droga all'artista di cui sopra. Da questo assunto ne esce fuori un film dal sapore prettamente seventies, senza particolari guizzi ma che riesce tuttavia a mantenere un certo qual interesse. Abbastanza sprecato Hackman; discreto Kristofferson; puramente accessoria la Black. Bella la colonna sonora country, mentre il finale appare tirato via.

La simpatica canaglia protagonista del film, in equilibrio tra musica, criminalità e voglia di ricominciare, sembra tagliata su misura su Kristofferson. Film tutto sommato leggero, scandito da una colonna sonora azzeccata e una atmosfera '70 al solito affascinante. Bravi anche i comprimari, dal viscido Hackman alla bella e riflessiva Karen Black per finire al derelitto Stanton. Non un capolavoro ma un film gradevole.

Dramma dalla sceneggiatura convezionale ma condotto senza fronzoli, in un modo discretamente realistico che lo rende valido e interessante. Il plot della droga da vendere in un weekend fa sì che lo spettatore partecipi all'ansia del protagonista attendendo la scadenza con curiosità anche quando sembra non succedere nulla di che. Kristofferson è ben calato nella parte, così come Hackman e Stanton che pur apparendo poco dipingono personaggi penosi e antipatici insieme. Bella la colonna sonora.

Brutta storia quella in cui si trova impelagato Cisco Pike, non riuscendo a staccarsi dal passato che cerca di lasciarsi alle spalle. In una cornice fortemente settantiana si dipana una insolita storia di droga, tra hippies e strani personaggi senza scrupoli. Bravo Kristofferson, non pienamente sfruttato Hackman, azzeccati i personaggi di contorno; ottima la colonna sonora country. La sequenza finale, tirata via troppo alla svelta (mancanza di idee?), penalizza il giudizio finale. Nel complesso non male.

Non serve una trama a film come questi. Per una magica combinazione di fattori essi si reggono su di uno stato d'animo epocale: la sensazione d'aver perduto qualcosa (la band), il tentativo, vano, di riguadagnarlo (la morte di Stanton), la certezza della sconfitta. Ogni personaggio diviene, quindi, pedina d'una recita che riflette la storia americana del periodo. Notevole la batteria di attori principali e anche delle seconde linee femminili (Black-Viva-Bang), autentiche icone in grado di contrassegnare un'intera controcultura cinematografica.