Cosmopolis - Film (2012)

Cosmopolis
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Amara parabola sul consumismo che si specchia nel volto imperscrutabile di Robert Pattinson. Questi, smessi i panni del vampiro stracciamutande, si trasfigura in una tipica maschera cronenberghiana, di gelida espressività, giovane rampante ma già da tempo arrivato: vive nella sua limousine insonorizzata, microcosmo personale che è insieme sala d'appuntamenti ed alcova, studio, toilette, pensatoio... Amanti e consiglieri, medici ed assistenti: a tutti Pattinson rivolge domande inventando risposte come fossero sentenze in un turbinio di frasi spesso sconnesse, somma illogica di elucubrazioni che svisano con disinvoltura dalla situazione economica...Leggi tutto internazionale alla prostata asimmetrica, come se vi fosse del male nel concepire un solo dialogo con un capo e una coda. Difficile leggere nel cuore del personaggio, prevedere le sue mosse... e in questo Cronenberg sa ritrovare la propria via al cinema, esagerando tuttavia con la costruzione di una sceneggiatura che stratifica dialoghi pronti a dissolversi nel giro di pochi minuti coperti da nuovi concetti costruiti quasi solo per colpire con flash programmati l'immaginazione dello spettatore. E dopo un'ora di parole in libertà, di navigazione cieca nell'oceano dei massimi sistemi, si ha ancora l'impressione di non aver ascoltato nulla di così significativo da poter dare una direzione al film; che nell'ultima parte, dopo interminabili viaggi ovattati nel traffico e qualche fugace fermata al bar o in libreria, approda nella stanza disfatta di Giamatti, dove qualcosa, finalmente, si riesce ad afferrare, ritrovando in pieno lo spirito cronenberghiano che aveva cementato il suo mito. Non sarebbe nemmeno troppo tardi, a dire il vero, ma la prolissità di cui è rivestita ogni singola fase del film colpisce anche qui, riducendo l'impatto di un finale che invece possiederebbe una forza non indifferente. La tipica colonna sonora ipnotica e avvolgente del fido Howard Shore cesella bene il gran lavoro sul sonoro, ma non basta la capacità di accompagnarci in una sorta di bolla surreale ricavata nel mondo di tutti a rendere sopportabile la quantità di dialoghi che difficilmente lasceranno il segno e a dare spessore a personaggi in definitiva di rara inconsistenza.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/05/12 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 30/05/12
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Bjorn 31/05/12 01:51 - 32 commenti

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La parola che si fa carne e allo stesso tempo Verbo. La parola che sorregge la linearità della trama, fatta di punti di vista e strati sociali diversi, che converge in un finale tragico ma meraviglioso, traguardo ultimo della "discesa all'inferno" del protagonista. E in questa discesa erompono gli spettri del capitalismo e i mostri partoriti dal progresso sfrenato. Il microcosmo/limousine all'interno del cosmo (polis) esterno ed abnorme, che il tutto ovatta ed esclude in un guscio surreale dove i vari, assurdi personaggi entrano in contatto. Superlativo.
MEMORABILE: I brillanti dialoghi; Il braccio della Binoche che sguscia via dalla caviglia di Pattinson; I "topi"; Lo sparo nella mano; Le rivolte.

Mickes2 26/05/12 23:43 - 1670 commenti

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Il capitalismo regna sovrano sorretto da anime alienate ed è accecato dal potere; inesorabile è il suo cammino: ciò che fuori accade rimane Fuori, non c’è spazio per la realtà. Sorta di riflessione antropologica con implicazioni socio-politiche declinate al mondo della finanza in un futuro vagamente distopico. Verboso e affatto partecipe, dispersivo e inutilmente ellittico dramma dalle forti influenze teatrali di immane pesantezza, che alla concettosità dell’assunto addiziona una zavorra costituita da personaggi di contorno impalpabili e farneticanti.
MEMORABILE: La seconda scena di sesso.

Puppigallo 26/05/12 01:03 - 5250 commenti

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Siamo al cospetto di un'emorragia verbale che Cronenberg riversa sullo spettatore, sostituendo di fatto le immagini, che assumono un valore quasi secondario. Il regista visionario e contorto di un tempo, che proprio con immagini spesso disturbanti dava alla pellicola un tocco unico e magistrale non c'è. Ci si deve accontentare di qualche pillola in un mare di dialoghi volutamente eccessivi che, più che interessare, finiscono per sfiancare. La zampata alla società capitalistica che crea mostri informatizzati, speculatori e paranoici c'è, ma che fatica.
MEMORABILE: Il rapporto tra l'andamento dello yuan e la prostata asimmetrica; Profitto, sesso e possesso (Cronenberg scopre a modo suo l'acqua calda).

Ariel 27/05/12 10:44 - 40 commenti

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Un film eccessivo, a tratti intollerabile. Dialoghi logorroici, difficili da gestire, quasi comici e grotteschi (involontariamente?). Battute non-sense che tentano di spiazzare e disorientare l'uditore ma spesso tali da risolversi in ovvietà ammantate di nuovismo e fastidiosi clichè. Interessanti le ambientazioni e l'atmosfera complessiva. È comunque percepibile l'idea di fondo: l'epilogo della società capitalistica e "dei suoi figli" inevitabilmente condotti verso l'implosione e l'autodistruzione.
MEMORABILE: Il pazzo finale con l'inseparabile "mantellina di spugna".

Manrico 28/05/12 10:56 - 95 commenti

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Tante parole, molto DeLillo, anche molto Cronenberg se si osserva bene. Tema importante, meno banalizzato di quanto alcuni punti della sceneggiatura possano far sospettare. Per tutto il film il desiderio che il pessimo Pattinson si dissolva e compaia al suo posto, che so, un giovane Kyle MacLachlan (e a caduta come windows impazzite desiderare anche uno sguardo lynchiano, ma no, è troppo...), ma non si esce dalla sala indifferenti. Non memorabile il doppiaggio e il bilanciamento del sonoro, attendo di rivederlo in originale per una conferma.
MEMORABILE: I manifestanti che assaltano la limousine e il dialogo dal barbiere con lo chauffeur.

Didda23 30/05/12 14:07 - 2424 commenti

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Bombardamento anestetico e psicotropo di asfittiche elucubrazioni filosofeggianti che causa un insano intasamento intellettivo, Cosmopolis conferma la crisi dell'estro visionario tipico del canadese. Piccoli frammenti geniali e spiazzanti illuminano la vacuità argomentativa dell'autodistruzione umana e capitalista. L'insostenibile pesantezza del verbo rimanda ad opere borghesi italiane degli anni settanta.

Ford 3/06/12 21:52 - 582 commenti

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Scult. Risate grasse per tutta la durata del film, dialoghi che vogliono essere profondi ma che suonano di filmettino parafilosofico anni 80 e regia inesistente, che segue svogliatamente la storia senza sforzarsi minimamente di ricordarci che stiamo guardando un film e non un reading di un libro di DeLillo. Ecco, il fatto che sia tratto da un libro fa pensare: un'opera del genere doveva forzatamente rimanere su carta; non è il solito discorso da snob ma la reazione a un film che fa ridere senza volerlo, finto e freddo, girato male e recitato peggio.

Cotola 1/06/12 00:17 - 8998 commenti

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In un film così logorroico, i dialoghi sono fondamentali: chiaro che se non funzionano, le cose non vanno bene. E così è, purtroppo per lo spettatore che si annoia non poco ed è costretto a sorbirsi pipponi e tecnicismi vari con ben pochi guizzi. Certo, qualche perla ed alcuni momenti interessanti non mancano ma sono poche gocce in un profondo mare di noia. Pattison prova a recitare, ma i risultati sembrano dare torto a lui e a chi lo ha scelto. Comparsate importanti ma esornative, eccetto Giamatti. Bruttino ma con un suo perché.

Ducaspezzi 2/06/12 20:09 - 222 commenti

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Gekko, adesso, è meno che trentenne, i dubbi gli sovrastano algidamente le certezze, l'avvitamento di una finanza avulsa dall'economia reale ha alienato la comunità da chi, come lui, si è arricchito esponenzialmente alle spalle dei più. Barricato in una limousine-astronave che attraversa la città-cosmo, popolata da un'umanità offesa che riesce solo a scalfire quel veicolo, senza poterlo violare o arrestare. Ma l'involucro blindato non è un paracadute su quell'abisso interiore ove le parole servon solo a produrre un'eco distorta e tragica.
MEMORABILE: Il volto di Pattinson, perché non mi pare che con questo ruolo sia riuscito ad affrancarsi dall'alone vampirico. Anzi, sembra averlo aggiornato.

Nancy 3/06/12 16:28 - 774 commenti

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Un film di parole, talmente pressanti da scalvalcare pure gli eventi, da schiacciarli, congelarli, sminuirli. Il percorso di decostruzione di un uomo d'affari chiuso nel suo solipsistico mondo che ovatta non solo i rumori, ma anche le facce, le persone che stanno all'esterno, tutti potenziali nemici. Cronenberg sceglie con azzardo il protagonista (Pattinson) e indovina: è veramente in linea con tutto il film, ma mediamente tutte le interpretazioni sono buone e per un film così era veramente fondamentale. Straniante. Tra le righe pure molto cronenberghiano.
MEMORABILE: La prostata asimmetrica.

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Kint 6/06/12 21:00 - 39 commenti

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Prolisso, didascalico, verboso, pesante. Sono questi gli aggettivi più utilizzati per descrivere l'ultima opera di Cronenberg verso cui noi tutti avevamo grandi aspettative. Indubbiamente si tratta di un'opera anomala, sulla linea del recente A dangerous method con cui condivide il grosso difetto di mettere troppa carne al fuoco, lasciando solo degli spunti interessanti allo spettatore. Ma in "Cosmopolis" c'è un'anima che tiene vivo il film e anche se si parla di tutto e niente è innegabile il fascino magnetico che la pellicola esercita.
MEMORABILE: "Montone".

Fabbiu 7/06/12 08:17 - 2133 commenti

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Bravo Pattinson: diretto da Cronenberg riesce ad essere attore interessante. Un po' odiosa e prevedibile la personalità fredda, confusa (noiosa) della ragazza, figura quasi d'obbligo (deve mettere in difficoltà il protagonista e non si capisce di che soffre). Alla fine Cosmopolis è piu caotico del clima che vuole narrare, pare molto vicino al racconto di DeLillo, e in ogni caso recupera un po' dello stile Cronenberg perso nel tempo. Certo, era meglio se tra tanti para-dialoghi ce ne fosse stato qualcuno più concluso...

Rebis 9/06/12 13:19 - 2331 commenti

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La crisi globale è frutto di una prostata asimmetrica? Un'anomalia occulta, organica, scompagina il sistema capitalista micronizzato, tradisce l'illusione d'intendere e governare i principi armonici (presunti) del cosmo-polis. Cronenberg riflette sulla contemporaneità in un'allucinazione geometrica che abusa della parola fino a negarne il senso: il capitale è una cellula tumorale, i personaggi postulati teorici, le relazioni pura dialettica, il dolore antitesi. Finale geniale che riflette e sovverte quello mitologico di Videodrome. Da studiare in assoluta integrità di spirito. Apocalittico.

Daniela 20/11/12 10:56 - 12606 commenti

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Operazione rischiosa trasferire sullo schermo la prosa così poco visualizzabile di Tom DeLillo, e forse per questo stimolante per lo sperimentatore Cronenberg, che qui accantona in parte i temi consueti per puntare su dialoghi interminabili o meglio monologhi bidirezionali, brevi cenni sull'universo (capitalistico) che vorrebbero essere profondi ma risultano spesso privi di senso, quando non involontariamente comici. La lunga sequenza finale con Giamatti risolleva l'interesse, sia per i contenuti che per merito dell'interprete, ma giunge fuori tempo massimo, con lo spettatore ormai in trance.
MEMORABILE: Da dimenticare: la disquisizione sul significato dell'accartocciamento della bottiglia con contemporanea esplorazione di prostrata asimmetrica

Cloack 77 29/10/12 16:46 - 547 commenti

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La limousine diviene la bara del film, parole e lezioni pretenziose ascoltate da un protagonista inespressivo come in un' altra sua qualsiasi pellicola con o senza vampiri; proprio per questi motivi il vero film sfugge dalle mani del suo autore, che non indaga "al di là" dell'auto, rappresentando tutta la ricchezza delle istanze della "vita" come un teatrino fantastico (e malriuscito), una mascherata da contorno. Delusione immensa, nonostante qualche punta(tina) verso l'altro: la condanna della guardia del corpo.

Capannelle 22/11/12 14:34 - 4394 commenti

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Decisamente mediocre per via della logorrea claustrofobica impostata da Cronenberg, che solo a metà film riesce a produrre delle situazioni interessanti. Per il resto, tra comparsate scialbe e stilettate che non pungono, si può impegnare il pc su altre attività più proficue. E non è un problema legato a Pattinson, per me lui se la cava anche bene. Comunque interessante e da lodare l'assunto del microcosmo nella limuosine.

Paulaster 21/01/13 09:36 - 4373 commenti

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Come prendere una scatola, un involucro bellissimo e invitante e analizzarlo, studiarlo e filmarlo attentamente da ogni angolazione. Ma una volta aperto contiene il nulla, il poco presente evapora e scompare. Girato certamente bene, il film mi ha regalato una boccata di smog newyorchese, scomparso nelle sue chiacchiere inutili e capitalistiche. Pattinson sembra un angelo senza sesso e sentimento. Una faccia adatta a un ruolo anemico.

Herrkinski 28/02/13 01:03 - 8052 commenti

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In quest'ultima opera del Cronenberg post-anni '90, più che vedere un film pare di ascoltare un libro vocale o di stare a teatro, vista la quantità impressionante di dialoghi e la limitatezza degli ambienti. Il problema è che i temi affrontati, seppur si avverta un alone cronenberghiano più marcato rispetto alle ultime opere, non arrivano in modo abbastanza diretto allo spettatore, che finisce a cercare un'interpretazione nel marasma di input che cadono dall'alto, con ampi rischi di fallimento e una noia piuttosto insidiosa. Pattinson funziona.

Nando 4/06/13 15:09 - 3806 commenti

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Una narrazione straniante, logorroica e visionaria in cui il consumismo e la violenza vengono messe alla berlina con risultati non sempre eccelsi ma comunque apprezzabili, valutando il messaggio che Cronenberg vuole esprimere. Interessante la limousine come centro nevralgico della vita del protagonista. Dialoghi comunque interessanti, mentre Pattinson non brilla per espressività ma si comporta dignitosamente.

Pumpkh75 29/07/13 19:29 - 1735 commenti

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Cronenberg ha da tempo abbandonato le mutazioni e le piaghe della carne, ma il passaggio a quelle della parola si risolve in un estenuante fiume in piena di dialoghi, spesso criptici e ardui da sostenere. Le critiche capitalistiche riescono sì ad arrivare, ma procurano al massimo qualche graffio, né lividi o quantomeno cicatrici. E per un film che fatica a coinvolgere ed emozionare è solo un semplice palliativo. Una delusione, o semplicemente non un film per me.

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Homesick 4/08/13 17:25 - 5737 commenti

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Le costanti del cinema di Cronenberg – l’ipertecnologia, le alterazioni del corpo, il sesso, la violenza improvvisa, il sangue – si sono spesso agganciate a critiche sociali e politiche: in questo caso il bersaglio è il sistema capitalistico, ma le frecce non giungono mai a segno poiché si portano dietro il fardello di una sceneggiatura informe e di dialoghi tanto logorroici quanto vacui. Algida e acquosa la fotografia autoriale, nella quale si confondono i volti di pietra degli interpreti. Finale in tardiva ascesa. Oniriche le musiche.
MEMORABILE: La superaccessoriata auto-casa-ufficio di Pattinson e il suo lento viaggio attraverso Manhattan.

Luchi78 19/09/13 14:10 - 1521 commenti

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Se avessi voluto concentrarmi sulla ginnastica discorsiva tra strampalati personaggi dell'era moderna mi sarei letto un libro. L'ambientazione chiusa e ovattata della limousine del miliardario protagonista rimbomba di parole che alla lunga richiedono un notevole sforzo per riuscire a trarne un filo logico sensato. Un po' troppo per uno spettatore che pretende anche la parte visiva del lavoro, non solo sviscerandone i dialoghi. Deludente.

Deepred89 28/10/13 18:08 - 3701 commenti

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Strano e straniante, Cronenberg ritorna al cronenberghiano scegliendo la via più impervia, fatta di uomini che sono già macchine (eppure piangono di fronte al feretro), scenari notturni che sono autentici non luoghi, dialoghi assurdi a metà strada tra letteratura alla moda e teatralismi esasperati (degni del Gabriele Lavia più in palla), un Pattison la cui inespressività coglie appieno lo spirito del film. Alcuni spunti funzionano, molti lasciano il tempo che trovano, ma quando l'aria fritta si dissolve qualcosa di indefinito rimane addosso.

Giùan 24/11/13 07:18 - 4528 commenti

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La parte prettamente sperimentale del cinema di Cronenberg (Il pasto nudo per tutti) non mi ha mai particolarmente convinto (parziale eccezione Spider), trovandola più congrua quando integrata in un discorso filmico classico, corrodendolo (M. Butterfly; Crash). Cosmopolis si riduce a un asimmetrico tour de force registico piuttosto fine a se stesso, risultando la metafora joyciana, applicata alla ormai spossessata struttura economica, scadente pure dal punto di vista della lettura critica. Pattinson da vampiro a new tycoon zombi. Orrido doppiaggio italiano!

Lupoprezzo 1/03/14 22:21 - 635 commenti

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Lunga, ammorbante e a tratti attraente allegoria sul capitalismo, forse fin troppo letteraria e poco cinematografica, nella quale David Cronenberg concentra la pagina scritta in un fluviale e lambiccato torrente di parole. C'è tutto, forse troppo (megalomania, alienazione, paranoia, ansia e dialettica). La verbosità spesso condensa la noia sulle inquadrature del regista, mai come oggi così statico. Il finale è un bel colpo (grande Giamatti). Pattinson sembra uscito da una caricatura delle figurine panini. Vien voglia di leggere il libro di DeLillo.

Hackett 17/05/14 15:49 - 1865 commenti

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Da sempre attratto dalla trasposizione di libri "difficili" per lo schermo, Cronenberg non si smentisce e dopo film come Il pasto nudo, Crash e Spider, torna alla carica partendo da un celebre romanzo di De Lillo. Tecnicamente e stilisticamente siamo sempre su buoni livelli, ma la glaciale (voluta) inespressività del protagonista e la prolissa inconcludenza dei dialoghi rendono a tratti irritante seguire la vicenda. Ciò che preoccupa è la continua propensione del regista per il puro estetismo.

Tomastich 8/08/14 10:30 - 1255 commenti

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Un Cronenberg impazzito che assolda il nuovo idolo delle ragazzine (Twilight)? Assolultamente no, visto che la parte del "capitalista sulla carrozza" ben si lega a un personaggio così inizialmente asettico, che durante i 100 minuti del film subisce una trasformazione che può essere letta come una summa di tutto il cinema cronenberghiano. Può piacere o meno (soprattutto la messa in scena), ma chi non ha capito il messaggio ripieghi su altro...

Galbo 17/10/15 07:05 - 12372 commenti

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Se il personaggio di un film di Moretti "vedeva gente e faceva cose", quello di Pattinson "sfoglia libri e beve brandy", oltre che preoccuparsi dell'asimmetria della propria prostata (ma ne ignora il significato). Il vuoto insomma, fuori e dentro la limousine che lo scarrozza alla ricerca del coiffeur. La critica al capitalismo sembra un pretesto per nascondere idee che al regista sembrano mancare da qualche film a questa parte. E se la presenza di un grande Giamatti risolleva il film alla fine, lo scadente protagonista lo permea negativamente.

Faggi 2/07/16 10:22 - 1548 commenti

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Non ho letto il romanzo da cui è tratto (meglio così? Non so). Certo è che in un film molto parlato, dove questo parlato è tratto da una penna importante, le eventuali riduzioni e traduzioni contano eccome. Non è da vedere doppiato in italiano: il giudizio ne sarebbe compromesso. Detto ciò mi ha convinto senza esaltarmi; è una cupa speculazione dal tono pre-apocalittico sul capitalismo, dove i personaggi sono marionette cerebrali, simboli misteriosi. L'ambientazione incuriosisce, alcune sequenze sono molto evocative.

Saintjust 18/12/15 16:12 - 159 commenti

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Il problema risiede alla fonte: non amo la stocastica letteratura postmodernista e DeLillo ne è uno degli autori di spicco. I suoi punti di forza, ovvero il complottismo dilagante, il concetto dell'inesistenza di una sola verità, la reiterazione dei dialoghi temporalmente scollegati, l'analisi della negativa influenza mediatico-capitalistica sul mondo odierno e la monodimensionalità dei personaggi rappresentano un minestrone indigesto. L'anti-odissea di Pattinson ne è prodotto fedele che Cronenberg traspone con discreta perizia. Sgradevole.
MEMORABILE: In negativo: lo sciatto finale.

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Minitina80 10/04/17 18:09 - 2976 commenti

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Non si può negare la complessità dell'argomento trattato, o almeno la modalità con cui esso viene affrontato. L’oggetto di discussione sembra essere il capitalismo ormai minato alle fondamenta e prossimo al collasso, ma i sottotesti sono tanti e non facilmente carpibili a causa di una complessità narrativa non indifferente. Una sola visione probabilmente non basta per farlo proprio e l’estrema glacialità dei rapporti umani tra i protagonisti non facilita il compito. Non per tutti (soprattutto non per chi predilige una dinamicità visiva).

Pinhead80 26/02/18 13:11 - 4715 commenti

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Un viaggio lento ed estenuante alla ricerca di se stesso e dell'emozione di poter perdere tutto all'interno di una limousine fantascientifica. Tutto è per eccesso votato all'egoismo più totale, i dialoghi sono freddi come il marmo e le emozioni non riescono a riscaldare nulla, nemmeno se causate da eventi violenti. La perfezione non ammette alcun tipo di errore e il castello di carte creato cade al primo soffio di vento in maniera ineluttabile.

Bubobubo 5/03/19 15:36 - 1847 commenti

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Dell'ultimo e più astratto periodo cronenberghiano, che in una sorta di perfetta quadratura del cerchio torna a scorporare i temi del contagio e della mutazione dalla dimensione corporea (come già agli esordi) per trasferirli nel reame della psiche, Cosmopolis è il frutto più politico, ambizioso e discusso. Il film è difficile e verbosissimo (arduo trasporre in immagini la prosa di DeLillo) ma è pervaso da geniali fiammate, specialmente nella gestione asettica dei personaggi. Il finale fa saltare in aria ogni logica nella risoluzione dei conti.
MEMORABILE: Il gelido dialogo tra Packer e la moglie Elise alla libreria; La prostata asimmetrica.

Raremirko 14/06/19 22:09 - 577 commenti

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Non si riesce a staccare gli occhi dallo schermo a ogni rivisione; un film con la sicura, di fascino e attrazione magnetica. Tutto perfetto: Pattinson, temi, la regia di Cronenberg, i dialoghi, la critica ai tempi odierni; mai un attimo di noia, tante comparsate celebri. Un capolavoro apocalittico da parte di Cronenberg, un'accoppiata perfetta con Maps to the stars.
MEMORABILE: La trovata di girare parte del film all'interno della limousine, come succede un po' in Holy motors, uscito lo stesso anno!

Thedude94 29/03/20 00:09 - 1084 commenti

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Cronenberg si dà alla critica estrema della società moderna affrontando attraverso gli occhi di un giovane uomo d'affari, ottimamente interpretato da Pattinson, temi che vanno dal futuro del capitalismo fino alla sessualità ormai ridotta a routine e passatempo. Non è facile entrare nel mood della storia, che vive di momenti a tratti confusi e strani, ma il pregio è che ti porta in uno stato di perenne angoscia e inadeguatezza che spiazza. Di base c'è un romanzo complesso, che vede nel regista canadese forse l'unico capace di trasporlo bene.

Pigro 30/12/22 09:58 - 9623 commenti

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Folgorante poema allucinato sul postcapitalismo, grondante verbosità (dialoghi imperviamente e ipnoticamente impegnativi) e nichilismo: un road movie statico, dai toni grotteschi, in una città-cosmo paralizzata, dentro una cyber-auto che è guscio e seconda pelle del giovane miliardario in depressione, in un viaggio negato, in tappe forzate come stazioni di una via crucis esistenziale e allegorica della contemporaneità disgregata e apocalittica. E alla fine, un lunghissimo dialogo claustrofobico, definitivo. Magistrale.

Jena 13/01/24 16:57 - 1547 commenti

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Prodotto del periodo più intellettuale di Cronenberg, può lasciare spiazzati per i lunghi dialoghi spesso al limite del delirante o dell'incomprensibile. Eppure è un film che ha qualcosa d'indefinito che resta dentro. In qualche modo anche cronenberghiano nel presentare il diventare inumano dell'umano nella società odierna, con personaggi ridotti a macchine solipsistiche e incomunicabili. Senso dell'inquadratura perfetto, Pattinson molto azzeccato nel ruolo come sorta di Bateman non splatter (bene anche la Gadon) e ottimo accompagnamento musicale, as usual, del fido Howard Shore.
MEMORABILE: La superlimousine bianca; I dialoghi nonsense con la Gadon; La gratuita uccisione di Durand; I no global coi topi; L'incontro finale con Giamatti.
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  • Discussione Hackett • 14/06/12 07:15
    Portaborse - 530 interventi
    Pur essendo anch'io un teorico della continuità nel lavoro di Cronenberg in fatto di mutazioni (ne è prova un ormai stantio ed impolverato speciale che giace sepolto nei sacri archivi davinottici) con il tempo non ho potuto che constatare una sua progressiva evoluzione in tematiche più mentali che fisiche, anche se comunque morbose. Potrebbe essere Spider la boa di questo passaggio?
    Effettivamente, come tutti noi, l'uomo David matura ed evolve. Cambiano i mezzi, le tematiche, i punti di vista e i budget. Molti però possono essere i fili rintracciabili di un cinema personalissimo come il suo. Non dimentichiamo prima di tutto la sua attrazione per un tipo di letteratura "impossibile" nella rappresentazione filmica della quale si è cimentato molte volte, sfornando film coraggiosi e difficili da "rendere" sullo schermo: Inseparabili, Crash, Il pasto nuto, Spider ed altri. In questo forse, ancora prima delle sempre care mutazioni, possiamo trovare un elemento di continuità e costante stimolo del regista canadese.
  • Discussione Zender • 14/06/12 08:03
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Sono d'accordo, sempre molti punti di contatto nel cinema di Cronenberg. Io continuo a faticare nel trovare punti di svolta (quando non evidenti come in History e La promessa, perché Cronenberg poi recupera i temi, ritorna... Io ho visto Cosmopolis come un vero ritorno al cinema più cronenberghiano, pur non essendomi troppo piaciuto. L'ho visto molto più suo dei due sopracitati esempi, per dire.
  • Discussione Rebis • 14/06/12 11:46
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Se non avevi capito questo vuol dire che mi sono espresso molto peggio di quanto già pensassi.

    Non temere Zender, direi che ora ci siamo capiti alla perfezione ;)

    Molto interessante Hackett il rilievo sui libri impossibili da adattare per i quali il regista ha una vera fissazione... Non avevo ancora focalizzato la questione, grazie!
    Andrò senz'altro a recuperare il tuo speciale, sono molto curioso!
    Ultima modifica: 14/06/12 11:46 da Rebis
  • Homevideo Buiomega71 • 12/11/12 18:29
    Consigliere - 25892 interventi
    Disponibile in dvd e BR dal 4/12/2012 per 01 Distribution

    http://www.kultvideo.com/articles/ArticleSheet.aspx/aid15965aid-DVD-Cosmopolis-04-12-Da-marted%C3%AC-4-dicembre-2012?__langG=it-IT
  • Discussione Buiomega71 • 5/12/12 00:57
    Consigliere - 25892 interventi
    Fermi tutti! Nessuno mi ha detto (Didda compreso) che nel film c'è questa scena :" AMO LA PUZZA DEL SUDORE: Poi e la volta della sportiva Emily Hampshire del cui acre odore ginnico Robert è assuefatto"
    Fonte: L'ultimo numero di Nocturno, pg. 46

    Basterebbe stà scena per mandarmi in sollucchero e far fischiare direttamente l'ultimo lavoro cronenberghiano nell'empireo dei cult movie

    Se prima l'avrei preso per mero completismo, ora e mio assolutamente!!!!!

    Grande Cronenberg!
    Ultima modifica: 5/12/12 00:57 da Buiomega71
  • Discussione Didda23 • 5/12/12 12:02
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Sinceramente Buio avevo rimosso. Comunque non credo proprio che sia il tuo film, potresti rimanerne deluso
  • Discussione Schramm • 10/02/13 23:39
    Scrivano - 7693 interventi
    per chi scrive, fascino e malia dal primo all'ultimo minuto e tutt'altro che interlocutorio, barboso e -almeno nella versione originale- verboso (dialoghi secchi e asciutti come i dati di un telex). denso, sì, ma mai pesante.
    david la spunta ancora una volta contro il golia della mutazione, e cambia solo per restare uguale. in tal senso anche stavolta rebis mi ha tolto le parole dai polpastrelli.
    Ultima modifica: 10/02/13 23:40 da Schramm
  • Discussione Raremirko • 17/10/13 23:38
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    D'accordissimo con Schramm.

    Comunque, sperando di divertire mco, di film ambientati in limousine ci sarebbe pure un certo Limo confidential, con quella gran bella donna di Sandee Westgate XD XD XD
    Ultima modifica: 23/09/15 19:47 da Raremirko
  • Discussione Raremirko • 23/09/15 19:49
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Il film rende bene anche in italiano, settimana scorsa l'ho intravisto su Raimovie e non riuscivo a staccare gli occhi dallo schermo.
  • Discussione Galbo • 16/10/15 16:58
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Si apprende da questo film che il personaggio principale interpretato da Pattinson ha la "prostata" asimmetrica ! Vedendo (per motivi di lavoro) numerose sezioni microscopiche di prostata umana ogni giorno (ognuno ha le sue pene) questo mi è sembrato il momento più informativo del film! Aggiungo che se Pattinson finge (come spero per lui) di recitare male, allora è un genio del cinema!