Crocevia della morte - Film (1990)

Crocevia della morte

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un altro film di gangster ambientato negli anni Trenta? Superfluo, si dirà. E invece no, se a portarlo in scena sono i fratelli Coen (al loro terzo lungometraggio dopo BLOOD SIMPLE e ARIZONA JUNIOR). La differenza con i grandi affreschi di Coppola e Scorsese è abissale. Non vogliamo dire né in meglio né in peggio, perché si tratta proprio di un'altra cosa. Innanzitutto dal punto di vista scenografico: la fredda fotografia di Barry Sonnenfeld (che esordirà alla regia l'anno dopo con LA FAMIGLIA ADDAMS) inquadra...Leggi tutto spazi spigolosi e scarni, lontani anni luce dai sontuosi quadri del PADRINO o QUEI BRAVI RAGAZZI: contrasti cromatici nettissimi, edifici che sembrano quasi di cartone per un risultato solo apparentemente più povero, in realtà solo più “grafico”, stilizzato. La storia poi è assai complessa, con molti nomi da mandare a mente e un montaggio non sempre chiarissimo. Bisogna seguire la trama fin dall'inizio e non è facile. Inoltre i dialoghi tendono a dare per scontati troppi particolari che a volte sfuggono. Se però ci si riesce a inserire nella vicenda, c'è da divertirsi a seguire i doppi e tripli giochi di Tom (un Gabriel Byrne ancora più monoespressivo del solito, un gangster dallo sguardo freddo e impenetrabile come nemmeno Al Pacino, decisamente più dotato come attore, riesce ad essere). Molto ben disegnate le figure dei comprimari, con in testa John Turturro (è Bernie) ma anche il delirante Jon Polito (è il capo avversario Johnny Caspar), che deve crescere un figlio ciccione mezzo scemo. Ci sono le sparatorie, il sangue, i colpi di scena e tutti gli altri elementi caratteristici del gangster movie, ma fanno la differenza i dialoghi (spesso troppo intelligenti per stare in bocca a veri gangster ma decisamente spassosi e mai banali), le risposte fulminanti e persino gli eccessivi silenzi, le pause ingiustificate. Un film lento, se si vuole, ma solo in superficie simile agli altri.

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Caesars 13/09/07 15:45 - 3777 commenti

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Dopo il folgorante esordio di Blood simple e la commedia Arizona Junior questa volta i Coen riportano in scena il gangster movie e lo fanno da par loro. Tutti gli elementi (interpretazione, musica, fotografia) si fondono per dare vita ad un prodotto che rimane 1000 anni luce distante dalle opere di Coppola e Scorsese di analoga ambientazione (restando quindi ben lontani dal rischio imitazione). Ogni film dei Coen è una loro personale interpretazione di un genere cinematografico e merita di essere visto. Qui il risultato è buono.

Flazich 16/12/07 16:18 - 667 commenti

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Gangster movie molto riuscito ad opera dei fratelli Coen. Ottimi i costumi e le musiche. Gabriel Byrne in grazia divina dona al film "un che" in più supportato anche da un ottimo Turturro. Magnifica la trama e le ambientazioni d'epoca. Complessivamente un ottimo prodotto che non sfigura certamente a confronto di altre pellicole del genere. Un plauso ai fratelli che riescono, come sanno fare i grandi registi, a reinventare il genere.

Galbo 17/02/08 08:42 - 12380 commenti

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Prima della geniale rilettura del genere noir, operata con Fargo, i fratelli Coen si cimentano nel gangster movie con questo Crocevia della morte. Molto ben ricostruito il clima corrotto e ad alto tasso di criminalità di una città americana dei primi anni '30, ma nel film la violenza viene stemperata da momenti di cruda ironia e di grottesco molto ben miscelati tra loro. Il film si avvale della suggestiva fotografia del futuro regista Sonnenfeld e di una buona colonna sonora.

Il Gobbo 5/04/08 15:22 - 3015 commenti

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Capolavoro. Per noi il miglior Coen, e non è affermazione da farsi a cuor leggero. Certo una rivisitazione molto consapevole e cinefila, ma senza freddezza o eccessi manieristici. Qui c'è anche la ciccia, grazie a interpretazioni di grande intensità, e a una storia non del tutto scontata pur nella sua classicità. Fattura tecnica straordinaria e gioia per gli occhi e il cuore. Citazione in Kill Bill 1 (l'idea di O-Ren Ishi che spara da sotto il letto ai gangsters viene pari pari da qui, dove lo fa Albert Finney).

Xamini 5/05/08 17:45 - 1247 commenti

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Nei primi due/tre minuti di chiacchiere c'è già quasi tutto il film: i discorsi deliranti di Casper/Jon Polito, lo sguardo minaccioso del suo tirapiedi, il dualismo tra i due poli mafiosi e infine quella lastra di ghiaccio scolpita con le fattezze di Gabriel Byrne. Memorizzate al volo i nomi o vi perderete: i Coen giocano molto sul doppiogiochismo, ironizzando su tipiche situazioni da gangsta-movie o re-interpretandole. Il risultato - a patto di riuscire a sbrogliare l'ardua matassa - ha un gusto nuovo, tutto da assaporare.
MEMORABILE: Il cane, il bambino, il cadavere, il parrucchino.

Capannelle 15/01/09 10:24 - 4398 commenti

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La parodia raffinata di un genere, il gangster-movie, che dopo anni di successi aveva finito col prendersi troppo sul serio. Risultato piacevole, sarcastico (vedi l'anticamera delle istituzioni presso i due boss, Finney ginnasta, l'esecuzione) ma non eccezionale per la contorsione di alcuni passaggi e la centralità dell'attore meno in forma, Byrne. Meglio gli altri, su tutti il folkloristico Polito, discreti Finney e la Gay Harden. Tre pallini.

Patrick78 24/01/09 17:44 - 357 commenti

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Irritanti come spesso sanno esserlo, i fratelli questa volta si calano con i loro toni e stile nelle atmosfere da grande depressione. Questo "Crocevia della morte" si ferma alle soglie del buon lavoro, ci gira attorno, ci mostra buone credenziali ma torna presto nei ranghi della normalità a causa di un intreccio troppo intricato e alle volte abbastanza inverosimile che tradisce l'origine coeniana e ne rovina le ottime interpretazioni del cast (con Albert Finney una spanna sopra tutti). Sicuramente un gangster movie guardabile ma non indimenticabile.

Puppigallo 5/10/10 17:59 - 5258 commenti

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Buon gangster movie, che fa leva più sui personaggi, che sulle situazioni, nonostante ci sia un intreccio di affari, lotta per il predominio e sentimento (il boss, il braccio destro e la donna). Ci sono un paio di ingenuità (Il protagonista risparmia Turturro e nessuno va subito a controllare che l'abbia ucciso; Turturro fa due volte la stessa sceneggiata per salvare la pelle...roba da far incavolare anche l'uomo più bravo del mondo). Ma nel complesso, grazie soprattutto alle performance degli attori, il film funziona e la violenza, che scoppia quasi improvvisa, tiene desto l'interesse.
MEMORABILE: Un cane e un bambino guardano un cadavere. Il bambino gli ruba il parrucchino e scappa; Il tentativo di eliminazione dell'irlandese (pessima idea).

Tarabas 14/10/10 10:46 - 1878 commenti

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Come ha scritto qualcuno, un film di cappelli. Il cappello come simbolo di un'epoca e di un'estetica cinematografica, che i Coen si divertono a manipolare per riflettere sul genere del gangster movie e sull'uso dei generi in generale. Tutto bene, per carità, ma alla fine il gioco risulta troppo intellettualistico e poco cinematografico, un esercizio di calligrafia postmodernista senz'anima che spreca un cast con cui un Hawks o uno Huston avrebbero girato un film da leggenda. Byrne sarebbe un Marlowe mica male. Frigidino.

Lupoprezzo 27/01/11 17:00 - 635 commenti

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Ispirandosi alle opere di Dashiell Hammett ("Piombo e sangue" e "La chiave di vetro") ovvero il papà dell'hard-boiled school, i fratelli Coen rileggono il gangster-movie con un notevole gusto estetico (forse troppo), caricando di significati i particolari (il tormentato cappello del protagonista) e contrapponendo alle scene violente ed efficaci il loro solito tocco ironico. Intrigante e ben sceneggiato, si avvale di una buona recitazione del cast (soprattutto Albert Finney).

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Daniela 8/04/11 10:00 - 12621 commenti

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Azzardando un paragone, Crocevia per la morte sta ai Coen come Jackie Brown sta a Tarantino: è il loro film più "classico", forse meno immediatamente riconoscibile, ma questo non deve offuscarne la grande qualità di scrittura, evidente nel disegno dei personaggi, nella cura dei particolari, nella sapienza dell'intreccio. Elegia malinconica dell'amicizia e della fedeltà, anche se la persona interessata non le merita, si avvale di un cast eccellente e di una confezione elegante in ogni comparto. Da annovarsi fra le opere migliori del duo.
MEMORABILE: La seguenza nel bosco

Cotola 3/09/11 23:53 - 9009 commenti

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Alla loro terza prova registica, i fratelli Coen continuano ad esplorare i generi e lo fanno nel miglior modo possibile: confezionando una pellicola di tutto rispetto che cita ed omaggia i gangster-movie di una volta. La storia è di stampo classico con tutti i temi ed i topoi richiesti e con qualche colpo di scena non proprio imprevedibile. Regia di alto livello e confezione più che scintillante. Buona prova del cast se si esclude il legnoso Byrne.
MEMORABILE: Il tentativo di uccidere l’irlandese. La “passeggiata” nel bosco di Byrne e dei tre sicari.

Piero68 1/12/11 15:41 - 2955 commenti

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Lontano dal classico stile Coen che li contraddistinguerà con film come Fargo o Burn after reading il film è unicamente basato sui dialoghi. Lunghi e a volte noiosi: perdersi qualche battuta significa perdersi nei meandri dei personaggi. Anche se la sceneggiatura è come al solito pefetta e la fotografia impeccabile credo che questa volta i Coen abbiano chiesto troppo al pubblico. Anche perché il cast non brilla come dovrebbe. E se si esclude Finney, l'unico veramente in palla, gli altri appaiono troppo legnosi (Byrne su tutti).

B. Legnani 5/12/11 21:04 - 5523 commenti

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Film sui gangster di spiccata eleganza, con tocchi di alta classe (Byrne, sotto minaccia nel bosco, borgesianamente guarda l'inutile slancio degli alberi - il tram passa rumorosamente: rumore suo o sono spari?), diretto e recitato come si deve (***½). Trama complessa, che si segue meglio a casa (potenza dell'home video, con possibilità di pausa) che al cinema. Non mancano momenti grotteschi a mo' dei Prizzi. Si cita Scarface e, almeno credo, molto altro. Morandini segnala l'apparizione (n.c). di Frances McDormand (Oscar un lustro più tardi).

Mickes2 28/12/11 17:43 - 1670 commenti

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Il gangster movie secondo il Coen-style. Lo humour nero e i toni pacati misti a dialoghi spessi e intelligenti al servizio di una storia che ricalca per quanto possibile tutti gli stilemi del genere e che grazie ai due autori si arricchisce di più registri narrativi e vari sottotesti quali l’importanza dei sentimenti, la bassezza dell’animo umano in rapporto al tradimento e viceversa alla fedeltà, l’orgoglio e la dignità pronte ad essere messe in secondo piano. Sceneggiatura abbastanza solida e intricata, attori in grande forma, stupenda fotografia.

Ryo 6/03/12 12:51 - 2169 commenti

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Gangster movie noir che di noir ha poco (inteso come atmosfera in penombra). Resta un gran film che è riuscito a catturare anche me, che provo noia per questo genere. La sceneggiatura è un crescendo di situazioni in cui gli sviluppi creano sempre nuove trame e sino alla fine non si capisce quale sarà il vero scopo finale del film. Grandiosa la resa anni 20 con luoghi costumi e scenografie. Personaggi credibili, interpretati ottimamente dal cast. L'elegante colonna sonora, sopratutto con il suo tema principale, è una gioia per l'udito.
MEMORABILE: L'assalto alla casa di Leo, con lui che tiene testa a tutti stile Rambo.

Zender 1/11/13 16:41 - 315 commenti

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L'asso nella manica è il Tom di Byrne: poche parole, sguardo e pensieri intelligenti spesso imprevedibili; insieme classico e insolito è lo specchio perfetto del film, noir moderno (in costume) che sa spiazzare, sorprendere senza ricorrere a facili spettacolarizzazioni. Tom è il centro attorno a cui ruota tutto, stimato, invidiato stratega della mala con le idee chiare sulle mosse da fare, confuse per le scelte di vita. O forse un disegno esiste, ma vai te a capirlo prima dei titoli di coda... Il noir per i Coen: diverso, magnetico.

Saintgifts 16/12/13 16:31 - 4098 commenti

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Nei gangster-movie ambientati negli anni 30 ci sono sempre almeno due bande contrapposte che si contendono il dominio e il controllo delle autorità. Anche qui non mancano; in più c'è un cervello, spiantato e con il vizio delle scommesse (che perde), che sta nel mezzo e che con fortuna e spesso improvvisando riesce a far girare le cose come vuole. Qui sta la novità: il personaggio è un po' detective, un po' spia e un po' giornalista con diversi lasciapassare. Tom (Byrne) ha un solo lato debole: le donne (anzi la donna), volatile come i cappelli.
MEMORABILE: Danny Boy.

Lythops 27/04/16 17:23 - 1019 commenti

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Interessante esplorazione del genere gangster così come dei film di genere che lo hanno preceduto: è scorsesiano, leoniano e de palmiano senza esserlo, con punte ironiche e un eroe, vagamente omerico nell'astuzia, che riesce sempre a uscir fuori dalle situazioni più complesse senza rimetterci più di tanto; inoltre vi sono colpi di scena assolutamente credibili. Molto costruita e studiata, forse anche troppo, è un'opera godibile anche se è difficile attribuirle un'anima. Connubio politica - crimine ben trattato.
MEMORABILE: "L'amicizia è uno stato mentale".

Paulaster 25/02/16 10:00 - 4389 commenti

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Rilettura di uno scontro di mafia anni 20 che ha come punto di forza l'approccio dialettico e i continui cambi di prospettiva. Il paragone con altri classici lo fa apparire poco fluido tra i personaggi, senza impatto emotivo e con un eccesso di colpi di scena che stremano. Il cast la mette più sulla commedia nera ma resta un gioco ripetitivo, con una chiusura che non significa granché. Girato abbastanza bene, ma la fotografia non rende cromaticamente il periodo.

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Thedude94 17/10/17 10:20 - 1089 commenti

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Giallo con ambientazione gangster/noir per i Coen, che coadiuvati da un cast ottimo, capeggiato da un perfetto Byrne nel ruolo del protagonista, realizzano un' opera compatta e lineare. A momenti di leggerezza nel loro stile particolare, si alternano situazioni tipiche da gangster movie, con una trama abbastanza intrecciata e che si incastra alla perfezione nei decisivi momenti finali. La regia è buona, così come la fotografia e le scenografie che ricreano gli anni del proibizionismo non hanno nulla di difettoso. Notevole.

Rocchiola 18/06/18 14:56 - 953 commenti

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Il migliore tra i Coen del primo periodo che dopo il noir e la commedia si cimentano in questa splendida revisione postmoderna del genere gangster. Un complesso gioco di tradimenti e vendette perfettamente aderente alle regole dell’hard-boiled, ma dall’estetica nuova in anticipo sul pulp tarantiniano. Superba la fotografia fortemente pittorica di Sonnenfeld valorizzata da sequenze insolite come quella dell’esecuzione nel bosco che ricorda la scena dell’omicidio nel Conformista. E Burwell azzecca un tema musicale degno del miglior Morricone.
MEMORABILE: L’agguato a casa di Leo sulle note di Danny Boy; L’iniziale incontro tra Caspar e Leo; L’esecuzione di Bernie nel bosco; Il parrucchino del cadavere.

Vito 2/08/18 01:54 - 695 commenti

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Grande film di gangster dei Coen brothers tratto dai romanzi di Dashiell Hammett e con un cast straordinario: Gabriel Byrne, Finney, Turturro e in parti minori Buscemi e la McDormand, tutti perfetti naturalmente. Considerata la pellicola più compatta e spietata dei fratelli, anche se l'humor (nerissimo) affiora qua e là comunque, dal ritmo serrato fino al violento e malinconico finale.

Minitina80 31/10/18 20:29 - 2980 commenti

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Nei lavori dei Coen sorprende sempre la qualità delle componenti messe sul tavolo. Impeccabile la ricostruzione scenica dell’America dei primi del Novecento e altrettanto ottima la direzione degli attori, da cui riescono sempre a tirar fuori il meglio con caratterizzazioni e interpretazioni ai limiti della perfezione. Alto il livello di scrittura, forse troppo, perché impone un’attenzione certosina per ogni battuta pronunciata onde evitare di perdere il filo logico dei fatti. Un pregio che può ritorcersi contro.
MEMORABILE: Chi non sa dare una mano agli amici non sa dare calci ai nemici.

Fulleffect 26/09/21 11:04 - 107 commenti

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Immerso in una magnifica America anni '20, questo gangster movie è un perfetto esempio di come trattare in maniera originale un genere che sembrava non avesse più niente da dire. Gabriel Byrne, come Clint Eastwood in Per un pugno di dollari, si barcamena tra due fazioni rivali fingendo di appoggiarle e allo stesso tempo tradirle, entrambe. A mischiare le carte in gioco si aggiungono una dark lady, un amico traditore e una serie di personaggi al limite tra il serio e il grottesco, tutti ugualmente memorabili. La trama è fin troppo complicata, ma supportata da una tecnica sopraffina.
MEMORABILE: Il cappello che vola portato dal vento sotto i titoli di testa.
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  • Curiosità Tarabas • 14/10/10 10:50
    Segretario - 2069 interventi
    Il regista Sam Raimi compare in un cameo (fonte Mymovies).
  • Homevideo Gestarsh99 • 3/09/11 00:08
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 19/10/2011 per 20th Century Fox:

  • Homevideo Rocchiola • 18/06/18 15:00
    Call center Davinotti - 1238 interventi
    Il bluray della Fox ha ormai di qualche anno sulle spalle, ma risulta ancora una piacevole visione, grazie ad un video pulito e dalla definizione più che discreta. L'audio italiano in DTS 5.1 è come al solito piuttosto basso.
  • Discussione Rocchiola • 18/06/18 15:05
    Call center Davinotti - 1238 interventi
    Ecco il video della sequenza che vede impegnato il regista Sam Raimi in un cameo nella parte di uno sghignazzante uomo armato che verrà giustamente sforacchiato a sua volta a colpi di mitra !!!
    https://www.youtube.com/watch?v=_NB1LYiEagA

    Non accreditata appare anche Frances MacDormand nel ruolo di una segretaria.
    Ultima modifica: 18/06/18 15:16 da Rocchiola