The wicker tree - Film (2010)

The wicker tree
Media utenti
MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Wicker Tree
Anno: 2010
Genere: horror (colore)
Note: Aka "Cowboys for Christ", "May day", "The riding of the laddie". Tratto dal romanzo "Cowboys for Christ" di Robin Hardy.

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

Location LE LOCATIONLE LOCATION

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Cristianità vs paganesimo parte 2. A quasi quarant'anni di distanza dal suo grande classico Robin Hardy ci riprova e riprende in mano il vecchio soggetto ricalcandone pedissequamente la struttura base (l'arrivo, l'incontro con personaggi sempre più bizzarri, l'invito alla festa, il gran finale). Questa volta non è un poliziotto a raggiungere il paesino scozzese dedito ai culti celti ma una coppia di americani in missione “evangelizzatrice”: Beth (Nicol), cantante pop dalle pose un tempo sexy successivamente rieducata e Steve (Garrett), il tipico cowboy con cappello. Arrivati per “redimere” quella strana gente, non si troveranno di...Leggi tutto fronte a un compito facile, come si può prevedere. Anzi, fin da subito capiscono che in città non c'è trippa per gatti: nessuno è disposto ad ascoltarli. Deviano così in campagna, a Tressock, accolti e ospitati con tutti gli onori dalla comunità pagana, meno canzonatoria di quella vista a Summerisle. E' qui che il film perde subito molta della sua forza: nel contrasto sotterraneo ma feroce, nell'indignazione cristiana di Howie che trovava inconcepibili resistenze ad ogni innocente richiesta risiedeva buona parte della riuscita di WICKER MAN; in quel saper dosare magnificamente ostilità e cortesia, fiera aderenza a una religione “naturale” e buona educazione, affetto e crudeltà. Qui, benché le differenze saltino all'occhio e i due americani capiscano presto d'esser guardati con sospetto (evidente a chi vadano le simpatie di Hardy, il quale dipinge i due visitatori come ingenui bamboccioni incapaci di un pensiero personale, ciechi servitori della Bibbia) ci sono amichevolezza nei rapporti, nessun confronto reale, non irritazione nei due ma semplice sbigottimento, dato anche da interpretazioni non certo paragonabili a quella, sentitissima, del compianto Edward Woodward. Hardy cerca di non ricalcare troppo il modello per non rendersi ridicolo, ma nel farlo non trova nulla che sostituisca le grandi invenzioni di allora e sa che l'unico momento in cui potrà davvero liberare il proprio estro sarà la festa di calendimaggio a lungo preparata e annunciata, in cui Beth dovrà interpretare la Regina e Steve il “laddie”. Parte dell'antica magia qui ritornerà; non solo nell'albero di vimini del titolo, dalle tortuose forme e la suggestiva composizione, ma nella cupezza che d'improvviso discenderà dal cielo pestificando l'aria. Si riaffacceranno un adeguato sottofondo musicale (il grande assente, considerato quanto importante era in WICKER MAN) e le idee. E' tardi però, perché quanto visto fin lì non ha certo la consistenza richiesta. Se le location scozzesi, con le case in pietra, le ampie tenute nel verde, i castelli e gli antichi ponti arricchiscono scenari meravigliosi di nuovo centrali e caratterizzanti, se la popolazione di Tressock riesce in fondo a conservare la tipica vena di originale follia, se il cameo breve di Lee (in un flashback di dubbia utilità) conferisce autorità al film, quanto accade in paese non fa proprio gridare al miracolo: la ragazza facile (Weeks) che fa il bagno nuda nel fiume pronta a portarsi a letto il primo che passa, il mezzo matto che intona sommesse litanie celte e fa volare il suo corvo (gli hanno insegnato a dire solo “Nevermore”, come nella poesia di Poe), il gran capo di tutto (McTavish) che si sente (parole sue) come il mr. Burn dei Simpson, visto che dirige la centrale nucleare locale... Una “fauna” assortita che anima col sorriso sul volto l'idilliaco clima di Tressock nascondendo prevedibili nefandezze. Hardy ci prova, apparentemente non demerita (complici la buona fotografia e i grandiosi scenari scozzesi), ma il film decolla solo negli ultimi minuti, anche per colpa di due protagonisti davvero insignificanti ritratti con stancante monotonia.

Chiudi
TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/05/12 DAL BENEMERITO GREYMOUSER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 11/09/17
Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
ORDINA COMMENTI PER: BENIAMINI GERARCHIA DATA

Greymouser 17/05/12 11:12 - 1458 commenti

I gusti di Greymouser

In piena senescenza, un vegliardo Robin Hardy ritorna dopo 40 anni sul tema del suo capolavoro del '73. Immaginate la curiosità, ma immaginate anche la delusione di fronte ad un filmetto parodistico, che volge in burletta le intuizioni che avevano decretato lo status di cult per Wicker man. L'inconsistenza di tutto il reparto attoriale penalizza ulteriormente una sceneggiatura impalpabile, che mescola superficialmente ecologismo e neo-paganesimo in una black-comedy il cui unico motivo d'interesse sta nei crediti pregressi di troppi anni fa.
MEMORABILE: un cameo tanto gradito quanto inutile di Christopher Lee

Buiomega71 5/09/17 01:32 - 2901 commenti

I gusti di Buiomega71

Per tutto il film non si capisce bene dove Hardy voglia andare a parare (presa in giro di se stesso?) con gag comiche imbarazzanti (il maggiordomo), volgarotte scene di sesso inserite a sproposito (l'insaziabilità di Daisy), canzonette country religiose e la noia sempre più impellente. Ma verso la fine si vira sulla fiaba nera e salta fuori l'Hardy di The wicker man, con scene di grande potenza visiva (gli alberi di vimini antropomorfi, le danze celtiche), sprofondando nell'horror, tra pasti cannibalici rituali, corvi e mortifere reginette imbalsamate. Tra genio e sregolatezza.
MEMORABILE: La svetizione degli adepti davanti al cowboy nel castello abbandonato, prima che il banchetto cominci; La macabra stanza delle "bambole"; Il rogo.

Caesars 23/12/20 10:02 - 3778 commenti

I gusti di Caesars

I miracoli difficilmente si compiono, e questo film non fa eccezione. Hardy prova, dopo quasi 40 anni, a riproporre le suggestioni create col suo The wicker man, ma non riesce neanche lontanamente ad avvicinarsi ai risultati ottenuti con quel bellissimo film. Qui mancano del tutto l'atmosfera e la sorpresa che avevano caratterizzato l'esordio del regista inglese. Ovviamente chi ha amato la pellicola precedente immagina già dove si andrà a parare, ma questo non sarebbe un grande problema; cosa non funziona è la trama in sé, assai banale. Attori protagonisti non indimenticabili.

Magerehein 20/03/24 09:51 - 985 commenti

I gusti di Magerehein

Sequel tardivo e "sbagliato" già in partenza, visto che in luogo del poliziotto Woodward abbiamo due scialbi predicatori country in missione evangelizzatrice (la Bibbia comanda e loro eseguono). Tra l'altro il film per diverso tempo non riesce a emulare l'atmosfera progressivamente morbosa del suo illustre predecessore; talvolta sembra di assistere a un mix fra una mezza parodia (certe scene grottesche sono fuori tema) e un episodio dell'ispettore Barnaby. Musiche involute. Occasione persa, perché la bella parte conclusiva dimostra che le possibilità di far bene in toto c'erano.
MEMORABILE: In negativo, la stalliera che urla "Orgasmissimo" in italiano dopo un amplesso; Il "banchetto" al castello; La stanza delle Regine di Maggio.

POTRESTI TROVARE INTERESSANTI ANCHE...

Spazio vuotoLocandina The wicker manSpazio vuotoLocandina The fantasistSpazio vuotoLocandina La lunga notte di VeroniqueSpazio vuotoLocandina Le morti di Ian Stone
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.

In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.


DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.

HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.

CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.

MUSICA:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
  • Discussione Daniela • 3/07/16 22:42
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    Lo ricordo qui, perché è l'ultima scheda inserita, ma Robin Hardy, morto il primo luglio all'età d 86 anni, sarà ovviamente ricordato nella storia del cinema per il primo dei tre film da lui diretti, quel The Wicker Man del 1973, a tutt'oggi uno degli horror più affascinanti e spaventosi mai girati.
    Un sentito omaggio.
    Ultima modifica: 3/07/16 22:44 da Daniela
  • Discussione Buiomega71 • 4/07/16 00:38
    Consigliere - 25934 interventi
    Filmografia striminzita ma che ha lasciato il segno (io cerco da un bel pezzo anche il suo thriller The Fantasist)

    Autore poco prolofico ma assolutamente affascinante...
    Ultima modifica: 4/07/16 00:39 da Buiomega71
  • Discussione Buiomega71 • 5/09/17 10:27
    Consigliere - 25934 interventi
    Non si capisce bene il senso di tale operazione, o meglio, dove alla fine Hardy voglia andare a parare

    Non è un sequel, ne tantomeno un remake del suo capolavoro pagano, ma un oggetto strano, un UFO, uno sgangherato e bizzarro "altro" punto di vista su sette pagano/celtiche e vittime da sacrificare

    Dopo un inizio a Dallas (!) , conosciamo Beth (Brittania Nicol) una sottospecie di Christina Aguilera, dal passato da zoccoletta (il video erotico/tamarro, che fà il paio con il coro "goliardico" su Britt Ekland, nella taverna, di The Wicker Man), che si e redenta a cantare canzonette country in nome di Dio, e che insieme al suo ragazzo cowboy vengono invitati in Scozia da una comunità pagana per festeggiare il primo maggio, con l'elezione della "Regina di Maggio"

    Questa volta la religione non ha peso specifico (almeno non tanto quanto in The Wicker Man), e Hardy sembra fregarsene , non si schiera da nessuna due le parti e se la ride beffardo (la religione cristiana è rappresentata da due meri idioti-sia lui che lei- e quella pagana è solo appagliativo per nascondere i danni del nucleare e del potere economico/industrializzato)

    Nel villaggio scozzese non ci sono più nascite (causa centrale nucleare), indi per cui serve al più presto un sacrificio al Dio sole e la bella Beth ne ha voglia di cantare canzoncine country in chiesa, nel nome dell'amore di Dio...

    Il fatto e che Hardy sembra prendere in giro sè stesso, e il film si dipana tra momenti grotteschi (il gatto avvelenato eppoi gettato nella cesta), altri puramente comici (le gag del maggiordomo "evirato"), con scene di sesso goliardico che rasentano la barzelletta sconcia (l'insaziabilità di Daisy, che quando c'ha l'orgasmo parte per la tangente come nelle commediacce di Nando Cicero), storielle di pene d'amor perdute, personaggi strambi, situazioni demenziali

    Disorientato da tale pastrocchio narrativo, non sapevo bene a cosa stavo assistendo, tra terribili tempi morti e la noia che prendeva sempre più piede

    Poi, come per magia, verso la fine, salta fuori l'Hardy di The Wicker Man, di una potenza visiva devastante. La commedia grottesca si muta in tenebrosa fiaba nera, la balzana comicità si trasforma in horror puro, e la ritualità pagana del sacrificio emerge in tutto il suo terrificante splendore (la svetizione prima del macabro banchetto e da antologia)

    Una caccia alla volpe che si trasforma in caccia al cowboy, un castello abbandonato zeppo di corvi che gracchiano, un' agghiacciante rituale cannibalico che stà tra Arrabal e Il profumo della signora in nero, una stanza di macabri trofei necrofori come quella di Barbablù, con reginette imbalsamate sedute sul loro trono in stile La maschera di cera, una danza celtica di grande suggestione tra maschere, corpi nudi e dipinti, i due grandi alberi antropomorfi fatti di vimini sotto un cielo terso e minaccioso, il grande rogo, la regina di Maggio, i magici e oscuri boschi alla fratelli Grimm, la chiusa orrorifica e ben poco conciliatoria

    Hardy fà esplodere il suo innato talento visivo tra cannibalismo e follia pagana, questa volta intigendo il tutto nell'horror più viscerale

    Certo, bisogna aspettare quel gran finale dopo 80' minuti di stupidaggini e nonsense, tedio e incredulità, dove sembra che Hardy ci prenda in giro o non crede fino in fondo a quello che stà raccontando

    Ma la pazienza viene ripagata, Hardy si (ri)dimostra autore personalissimo, originale e di grande carisma. Dove porta avanti la tematica del paganesimo, della religione, delle sette, del sacrificio, delle cerimonie, degli usi e costumi delle comunità radicate in tradizioni arcaiche e celtiche

    Se The Wicker Man era più astratto e non un vero e proprio horror (almeno, non in senso stretto), quì Hardy spinge verso lidi orrorifici palesi e concreti, tra cannibalismo e tassidermia

    Un pò come fece Nicolas Roeg con Puffball o Ken Russell con La tana del serpente bianco, anhe Hardy partorisce il suo balzano punto di non ritorno, tra genio e sregolatezza.

    Non per tutti i gusti, chi ha amato (come me) The Wicker Man si troverà spiazzato, deriso, confuso. Ma lasciate fare, perchè nel finale, Hardy, saprà ricompensarvi come nel suo capodopera tra balli celtici, alberi e roghi apocalittici, evocando temi, atmosfere e situazioni del suo capolavoro.

    Lo sberleffo narrativo si trasforma in incubo, il ciarpame muta in immagini di grande suggestione e di macabre evocazioni

    Il Dio del sole è tornato, viva il re del Sole e la regina di Maggio.
    Ultima modifica: 5/09/17 21:17 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 5/09/17 10:33
    Consigliere - 25934 interventi
    Ho il blu-ray inglese della Anchor Bay

    Formato: 2.35:1

    Audio: inglese (stereo 2.0 e DTS-HD 5.1)

    Sottotitoli: inglese, spagnolo

    Come extra il making off del film, scene tagliate, trailer

    Durata effettiva del blu-ray: 1h, 36m e 09s
  • Curiosità Buiomega71 • 5/09/17 16:52
    Consigliere - 25934 interventi
    * Nel 2002 Hardy annunciava la lavorazione di un film intitolato The Riding of the Laddie, che seguiva più o meno le tracce di The Wicker Man. Il cast doveva comprendere Sean Astin, Christopher Lee, LeAnn Rimes e Vanessa Redgrave. Lee aveva fatto leggere il copione a Astin sul set del Signore degli anelli. Ewan McGregor si interessò alla realizzazione, volendo parteciparvi in un ruolo cameo. Nelle intenzioni di Hardy il film doveva ambientarsi tra Glasgow e l'Oklahoma e le riprese avrebbero dovuto iniziare nel settembre del 2003. Causa la mancanza di fondi produttivi il progetto si arenò. Non arrendendosi, Hardy, decise di scrivere una sceneggiatura tratta dal suo romanzo Cowboys for Christ.

    * Hardy aveva scritto la sceneggiatura pensando a Christopher Lee per il ruolo di Sir Lachlan Morrison, che doveva riecheggiare il suo personaggio di Lord Summerisle in The Wicker Man. Lee, però, si infortunò sul set di The Resident (una produzione della nuova Hammer) e non potè affrontare la parte offertagli da Hardy, che, a malincuore, dovette ripiegare su Graham McTavish, che inizialmente doveva intrepretare il maggiordomo Beame. Hardy si accontentò di avere Lee solo in un ruolo cameo.

    * Hardy disse che il cameo di Lee avrebbe ricordato Lord Summerisle ai fan di The Wicker Man, ma Lee smentì che tra i due personaggi ci fosse una correlazione.

    * Per il ruolo di Lady Delia Morrison, Hardy aveva pensato a Joan Collins. Ma l'infortunio di Lee lo convinse a ripiegare sull'attrice Jacqueline Leonard, per questioni di età, visto che Sir Lachlan Morrison era molto più giovane di Lee.

    * Hardy ha avuto parecchie difficoltà ad iniziare le riprese, in quanto c'erano parecchi problemi finanziari e produttivi. La data ufficiale del primo ciak (settembre 2007) fu rinviata al luglio 2009, dove Hardy poté cominciare finalmente a girare il suo progetto. La troupe si spostò tra Edimburgo, Haddington, Gorebridge, Midlothian e Dallas.

    * Il film ebbe parecchi titoli durante la lavorazione: The Riding of Laddie, May Day e Cowboy for Christ (che e anche il titolo del libro da cui Hardy ha tratto il film).

    * Il film ebbe la sua prima al Fantasy Festival di Montreal nel luglio 2011

    * Un recensore del New York Times scrisse che il film non aveva la stessa forza e la bellezza di The Wicker Man, ma lo considerò cento volte meglio del remake di Neil LaBute. Hardy ne fu felice, in quanto detestava profondamente il remake americano con Nicolas Cage.

    * Hardy stava progettando un altro film che avrebbe concluso la trilogia dell'uomo di vinimi, ma morì il primo luglio del 2016

    Fonte: Wikipedia