Il mistero del cortile - Miniserie TV (1999)

Discreto giallo televisivo in due puntate (di un'ora e mezza ciascuna), si sviluppa intorno a un delitto riconducibile a qualcuno che vive nello stesso condominio dove ha appena preso alloggio Paola Angeli (Gardini), psichiatra da poco separatasi dal marito (Castellano) che la tradiva e che invano chiede di essere perdonato. E' proprio Paola, benvoluta da tutti - pure dall'uomo dell'agenzia immobiliare (Falzarano) che le ha trovato la casa giusta - a scorgere dal suo appartamento, di notte, una giovane in minigonna, pelliccia chiara e vistosi orecchini, mentre esce dal portone della contigua "Palazzina C". La palazzina tuttavia, a quanto le riferisce il giorno dopo il custode...Leggi tutto (Scarpa), risulta in quei giorni (siamo a Natale) disabitata. Che ci era andata a fare la ragazza? La cosa risulta essere particolarmente importante dal momento che il giorno dopo la poveretta viene ritrovata uccisa a coltellate in un cassonetto nei pressi.

A indagare ci pensa il commissario Mombara (Sbragia) e a coprire il caso giornalisticamente è Salvi, l'ex marito di Angela preoccupato dal fatto che il delitto sia avvenuto a un passo da lei, da sempre intimorita da situazioni simili. A quanto pare il colpevole sarebbe presumibilmente da rintracciare tra i tanti inquilini del condominio: un commercialista (Carenzi) con la sua segretaria, un vedovo inconsolabile un po' matto (Nobile), una coppia che viene spesso alle mani (Abbiati/Russo), un giovane (Bechini) che in quei giorni avrebbe dovuto essere fuori Roma mentre forse non era così... Paola non vorrebbe addentrarsi troppo nelle indagini ma ne viene inevitabilmente coinvolta dagli interrogatori della polizia, dall'apprensiva presenza dell'ex marito e da troppi particolari che rendono particolarmente misteriosa la vicenda; sul versante lavorativo incontra seri problemi dovuti a un suo giovane, violento paziente da lei ossessionato mentre al contrario riceve parole di comprensione dal collega (Diberti) con cui condivide lo studio, il quale punta a guadagnarsi le sue attenzioni.

D'altra parte Paola è davvero attraente e in gamba: stupisce che Elisabetta Gardini, corpo e voce del personaggio, sia stata così poco sfruttata da cinema e tv, considerate le qualità non inferiori a quelle di tante altre attrici del tempo. Questo è uno dei pochissimi film che la vede protagonista ed è un peccato; senza fare nulla di trascendentale regge la parte aiutata da una discreta sceneggiatura della coppia (anche nella vita) Toscano/Marotta, che cura i dialoghi risultando invece meno impeccabile nella costruzione della storia: un po' troppi i nomi da mandare a mente, i particolari da ricordare e, inevitabilmente, le figure presenti solo per sviare i sospetti dal colpevole. La soluzione ha una sua logica, non parto di una grande fantasia ma se non altro coerente, mentre a rendere vivo il film ci pensano soprattutto l'ottimo Sbragia e il volitivo Castellano, con Diberti azzeccato nel ruolo e alcune figure marginali ma centrate come quella cui presta una triste maschera Roberto Nobile. La regia di Paolo Poeti tuttavia è solo corretta, tarda a coinvolgere e sicuramente la durata eccessiva la penalizza. Un sano esercizio di sintesi avrebbe sicuramente reso il tutto più fluido ed efficace. Dal punto di vista del meccanismo giallo qualche forzatura di troppo e qualche incongruenza fanno scricchiolare il meccanismo ma non ci si può troppo lamentare, dopotutto.

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