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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Nella Roma di inizio Novecento Bellocchio ambienta l'omonima novella di Pirandello modificandola (anche nel senso) e portando un grande Fabrizio Bentivoglio a impersonare il ricco medico di un ospedale psichiatrico la cui moglie (Bruni Tedeschi) sta per partorire. Una volta nato, però, il figlio “non le si attacca", causando nella donna un senso di indeguatezza che va al di là del dover scegliere una balia per sfamarlo. Intanto, però, la prima cosa da fare è proprio quella: selezionare una balia sana e assennata. Dopo una curiosa esposizione di seni che porta le "provinanti" a mettere la "merce" in mostra, il professor Mori opta per una...Leggi tutto giovane timida e analfabeta, Annetta (Sansa), dal viso dolce e che accetta di non allattare il proprio figlio pur di guadagnare facendo lo stesso per un altro. Introdotta in casa, Annetta mostra subito un magnifico affiatamento col piccolo accentuando la depressione nella moglie di Mori, che comincia a mostrare i primi segni di squilibrio provando sentimenti in cui accenni d'invidia si mescolano alla tipica, inafferrabile incapacità di muoversi nel mondo che la Bruni Tedeschi ha sempre saputo interpretare con eccezionale originalità. E' lei infatti, prima ancora dei due veri protagonisti, a catalizzare l'attenzione per il suo modo unico di interagire con chi le sta intorno alternando frasi sconnesse ad altre che invece molto bene ne individuano il carattere remissivo, lunare. I suoi faccia a faccia con Bentivoglio sono il sale di un film i cui ritmi sono lenti come d'abitudine, per Bellocchio, allargandosi in infinite pause, intermezzi interlocutori, calligrafismi che stancano presto pur se sostenuti dalla bella fotografia di Giuseppe Lanci. La Sansa, che sa infondere nel proprio personaggio una commovente umanità, ha meno modo di brillare limitandosi a tacere, il più delle volte, o a sussurrare poche parole. E il diffuso discorrere sottovoce, comune a buona parte degli attori in scena, si fa spesso fastidioso perché reso poco intelligibile da una presa diretta non esattamente impeccabile che si somma ad altri difetti impedendo di valutare il film come forse meriterebbe. Perché pure l'ingresso in scena di moti rivoluzionari in piazza appare impacciato, quasi un marchio imposto dello stile di Bellocchio. Certo, si apprezza la capacità di comunicare stati d'animo profondi e quanto nei dialoghi è spesso sottinteso, non si nega la validità della ricostruzione storica, ma di fronte a una storia tanto minimale c'era la necessità di rendere più coinvolgente la vicenda, più viva attraverso scambi meno compassati, che invece così trasformano il film in un'opera di grandi ambizioni non facile da digerire, che già ci mette fin troppo a ingranare e mai trova il momento memorabile capace di imprimersi nella memoria. Placido, in partecipazione amichevole, è uno dei pazienti di Mori, poco più di un fuggevole cameo che proprio non lascia il segno.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/04/12 DAL BENEMERITO NANDO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/02/22
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Nando 26/04/12 23:02 - 3816 commenti

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Liberamente tratto da una novella di Pirandello, il film narra le vicende di una facoltosa coppia che si affida ad una nutrice per il pargolo appena nato. Bellocchio affronta il tema della pazzia latente, del dramma post parto e della solitudine personale. Allo stesso tempo si analizzano le prime proteste comuniste verso il dittatoriale regno di Umberto I. Valida confezione con inquietudine latente. Esordio cinematografico per la Sansa che ben si comporta al pari del sempre valido Bentivoglio.

Galbo 20/10/12 14:52 - 12398 commenti

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Da una novella di Luigi Pirandello, un film di Marco Bellocchio che affronta il tema della depressione e della malattia mentale che riguarda soprattutto la mancata accettazione di una maternità. Il tutto immerso nel clima politico dell'Italia dei primi anni del '900, valorizzato dal regista con una suggestiva caratterizzazione. Una bella sceneggiatura impreziosita dall'ottima interpretazione di tutto il cast.

Cotola 6/09/13 19:17 - 9052 commenti

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Tratto da una novella di Pirandello (cui si ispira però molto liberamente), il film ricostruisce con perizia non solo un'epoca (quella di inizio Novecento) ma anche le inquietudini del periodo incarnate simbolicamente dai vari personaggi (il terzetto di protagonisti) e concretamente dalle prime proteste socialiste. Ne viene fuori un quadro sostanzialmente riuscito, visivamente molto elegante, con immagini impreziosite dalla bella fotografia di Lanci. Ottimo il cast con un particolare menzione per l'esordiente Sansa, mentre Bentivoglio è bravo come sempre.

Saintgifts 18/09/15 15:47 - 4098 commenti

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Bellocchio adatta per lo schermo il lavoro di Pirandello inserendo il tema dei disagi mentali e della depressione femminile (il protagonista è medico psichiatra piuttosto che avvocato). Introduce anche diverse allusioni sentimentali e sessuali che poi svaniscono rimanendo tali e fini a se stesse. L'imputazione maggiore che gli si può fare sono i tempi estremamente dilatati, che trovano la complicità del pur bravo Bentivoglio, fin troppo posato nel suo ruolo. La balia ha una personalità diversa rispetto a quella pirandelliana, ma funziona bene.

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