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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Quando bastano quattro lettere a spiegare con chiarezza un sentimento e una contrapposizione così forte tra due schieramenti agli antipodi significa che quelle quattro lettere sono diventate un simbolo; e la scuola Diaz tale è diventato cogli anni, a testimonianza imperitura di uno scontro che non si esaurirà mai tra due forze antagoniste, uno scontro che saltuariamente esplode in azioni perlopiù immotivate o reazioni sproporzionate. L'assalto alla Diaz da parte delle forze dell'ordine in un giorno di ordinaria follia ha portato a processi che hanno inevitabilmente mostrato quanto l'intensità del raid notturno a colpi di manganello ai danni degli occupanti della scuola sia stata indubbiamente eccessiva,...Leggi tutto e Vicari ce lo ricorda montando il film in un RASHOMON impazzito, con l'azione che si ferma, torna indietro e riprende da un altro punto di vista per poi tornare al momento centrale, l'irruzione della polizia, che alza le mani sui giovani del social forum dispensando manganellate e insanguinando i pavimenti. Don't clean up this blood, perché dimenticare non è giusto e ben vengano film che costringono a riflettere anche ponendo l'accento sulla violenza per colpire l'immaginazione dello spettatore, meglio se costruiti tecnicamente molto bene come in questo caso. Vicari riesce infatti, attraverso un attento uso della fotografia, a mescolare finzione e filmati di repertorio ottenendo un buon effetto verità: il clima di quei giorni viene ricreato con convincente realismo anche per merito di un buon parco attori, ben diretto e in parte, e la scuola reclama progressivamente la sua centralità trasformandosi presto nel capro espiatorio che tutti conosciamo. La prima parte del film è tesa, concitata, studiata nei minimi particolari per seguire le linee direttrici di un certo cinema a base documentaristica, la seconda entra nel vivo dell'azione senza frenare di fronte a nulla mentre la terza è la più debole, con la pretestuosa parentesi a Bolzaneto e un epilogo strascicato che aggiunge poco. In definitiva un'opera sì chiaramente orientata a sinistra (e colpevolmente indulgente nei confronti dei black bloc), ma anche scrupolosa, scritta studiando le carte processuali, abile nel portare su schermo un film capace di tessere in un'unica tela le decine di filmati amatoriali di quei giorni donandogli un'organicità utile a comprendere (anche se solo parzialmente) cosa accadde, un primo spunto che accenda il desiderio di approfondire per capire cosa davvero si nascondesse dietro determinati atteggiamenti. In questo, e nella solida regia di Vicari, sono da ricercare i motivi per vedere il film, non certo nelle poco incisive parentesi con Germano giornalista, nelle torture posticce a Bolzaneto, nelle evanescenti figure disseminate qui e lì che sembrano inserirsi faticosamente nel quadro generale. Nè si può sorvolare sull'approssimazione nella ricostruzione, confusa quando inserisce nella storia le alte cariche statali e sbrigativa quando si dovrebbe dare una forma precisa alle forze in campo. Siamo lontani dalla perfezione, senza dubbio, ma negare all'opera di Vicari un'efficacia non comune nel riportare alla luce un fatto grave di cui l'Italia si è macchiata sarebbe ingiusto.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/04/12 DAL BENEMERITO NANDO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 28/04/12
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Rullo 29/04/12 21:19 - 388 commenti

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Diaz è un film che si ripropone di mostrare con distacco oggettivo i fatti accaduti durante gli scontri a Genova tra polizia e giovani nella scuola, appunto, Diaz. Come realizzazione però è un po' scadente: la sua obbiettività da una certa angolatura lo fa sembrare quasi propagandistico e per quanto riguarda gli aspetti puramente cinematografici il suo taglio da documentario non è troppo coinvolgente, mentre gli attori sono piuttosto credibili.

Mickes2 27/04/12 11:58 - 1670 commenti

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Vicari sceglie la via per direttissima e ci impone lo sgomento e la rabbia per ciò che incredibilmente accadde. Un paio di situazioni potevano esser gestite in modo migliore e non manca neppure qualche problema in fase di scrittura... ma in ogni caso la denuncia arriva sentita e viscerale. Merito di una regia addosso ai corpi focalizzando e documentando l'orrore, con la mdp frenetica e pacata quando il racconto lo impone. Uno sguardo dolente e impietoso, con pochi sconti, nei confronti di un assurdo e inspiegabile abuso di potere.

Nando 15/04/12 01:22 - 3814 commenti

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L'assalto della Polizia alla scuola Diaz durante il G8 del 2001. Documentaristico e cronachistico, inframmezzato da riprese originali, il film presenta, dopo un abbozzato rimando alle devastazioni della città, la descrizione delle note violenze delle Forze dell'Ordine. La denuncia appare manieristica, retorica e intrisa di partigianeria (vedi la figura dell'anziano). Cast corale in cui né Germano, non pervenuto, né Santamaria incidono. I film di denuncia sociale sono altri. Deludente.

Pigro 15/04/12 10:10 - 9666 commenti

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L’encomiabile volontà di raccontare la vergognosa vicenda della Diaz al G8 di Genova non basta per fare un buon film: Vicari evita di inquadrare il contesto, limitandosi a zoomare sul solo fatto, rendendolo incomprensibile per chi già non lo conosca; evita di fare nomi, di spiegare le responsabilità, con l’inevitabile conseguenza della generalizzazione e del qualunquismo. Insomma, non fa un film né storico né politico, ma cronachistico, quasi aneddotico, puntando sull’effetto e sull’emozione, anestetizzando la vera indignazione. Peccato.

Markus 16/04/12 08:54 - 3687 commenti

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La difficile quanto necessaria volontà di Vicari è stata quella di ricostruire l'irruzione notturna di centinaia di poliziotti nella scuola Diaz di Genova durante il G8 del 2001. I personaggi appaiono abbozzati e in definitiva la vera forza della pellicola sono la vicenda stessa e naturalmente la violenza; sicuramente di forte impatto. Vicari ha il merito d'averci mostrato in tutta la sua drammatica veridicità l'ormai documentata mattanza compiuta dallo Stato. Un film importante che, pur con qualche difetto, è stato a mio avviso ben realizzato.

Cloack 77 18/04/12 14:24 - 547 commenti

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Sconta, nella prima parte, un confronto insostenibile con l'uso dei filmati originali di quel giorno: la finzione e la realtà si scontrano generando quasi repulsione verso “il recitato”, troppo falso rispetto ai documenti reali. Il film invece acquista una forza dirompente nel momento dell'assalto, laddove la finzione deve ricostruire la verità; non c'è più scampo, la rabbia e l'angoscia mordono il cuore... Diaz diviene folgorante nella sua durezza, insostenibile nella sua brutalità, doloroso per le ferite inferte “alla” polizia.

Didda23 17/04/12 00:51 - 2426 commenti

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Il problema fondamentale dell'opera è la totale mancanza di una costruzione ad ampio respiro dei fatti accaduti: eccezion fatta per le violenze alla Diaz e alla caserma (inspiegabile la mancanza di un divieto), Vicari non fa nomi e fa intuire che l'operazione della polizia è scaturita solo per un lancio di una bottiglietta di vetro. Il risveglio della coscienza si fa in ben altro modo. Molto buono il lavoro tecnico e registico. Non si è creato alcun tipo di legame empatico fra l'opera e il sottoscritto.

Ford 18/04/12 16:16 - 582 commenti

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Più di un'ora di botte... Una scelta non condivisibile ma necessaria, perché il nostro paese non sa e questo film potrebbe essere molto più utile di tanti telegiornali a scuotere la gente; ma una parte di approfondimento sarebbe stata necessaria per non far sì che il film risulti solo un realistico e - a caldo - indignato racconto di una tortura.

Xamini 18/04/12 17:59 - 1252 commenti

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Pugno nello stomaco con poca volontà di contestualizzare, questo lavoro di Vicari ricostruisce la vicenda dell'assalto alla Diaz al G8 2001 seguendo un profilo umano, emozionale. La sua efficacia corrisponde 1:1 alla violenza che, minuto dopo minuto, si fa via via più insopportabile lasciando aperti i quesiti sulle responsabilità. Sarà retorico ma ha valenza di monito. Altri spieghino il contesto. Altri ancora provino a spiegare l'origine dell'odio radicato in ciascuna delle fazioni di un conflitto, urbano o nazionale che sia. A meno di nomi, cognomi e storie lunghe una vita, si arriverà alla medesima origine comune.
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Cangaceiro 19/04/12 15:26 - 982 commenti

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La macelleria messicana della Diaz nuda e cruda in due ore di film capaci di chiudere lo stomaco. Vicari si focalizza sull'abnorme abuso di potere in quella sanguinolenta notte genovese per scolpire nella memoria l'accaduto, starà ai posteri non ricadere negli scempi passati. La ricostruzione del massacro è fatta con verismo, potenza ed emotività incredibili e sconvolgenti, quella del contesto generale di quei giorni presenta qualche semplificazione di troppo. L'assenza di un vero protagonista non pesa, la scuola degli orrori non sarà mai dimenticata.
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Cotola 19/04/12 23:48 - 9043 commenti

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Certo non tutto è perfetto, anzi. Dubbi, magagne e perplessità non mancano, ma è anche vero che se ci si concentra solo sul fatto in sè (come per altro fatto e voluto dallo stesso regista), il risultato non è malvagio. Colpisce duro e non lascia indifferenti, trasmettendo, almeno a chi scrive, un senso di impotenza, rabbia, sgomento per una violenza che si fa sempre più terribile e insostenibile. Scorciandolo un po' e conferendogli un respiro più ampio, sarebbe stato un gran film: non si può avere tutto dalla vita, specie se dirige, con tutto il rispetto, Vicari.

Massim8 20/04/12 13:53 - 1 commenti

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Peccato! Sul filone di Romanzo di una strage, "Diaz" poteva e doveva essere un film non solo di cronaca. Invece inizia con l'irruzione della Polizia e finisce con le ambulanze. Nel mezzo scene di forte impatto visivo ed emotivo, accompagnate da una colonna sonora fatta soprattutto da grida, lamenti, urla di paura e dolore. Per il resto manca qualcosa, ma forse l'obiettivo del regista era un pugno allo stomaco dello spettatore e non il raccontare storie e prendere posizione.
MEMORABILE: Le urla che accompagnano tutto l'assalto alla scuola.

Puppigallo 28/04/12 16:31 - 5275 commenti

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Questo è un fulgido esempio di come una situazione già mal gestita a priori possa sfociare in uno degli episodi più vergognosi e barbari firmati Italia. Il tutto viene descritto con una certa professionalità, ai limiti della fredda cronaca, cercando solo qua e là di dare un po’ di peso ai protagonisti. Gli attori sono senza infamia e senza lode, asserviti alla causa, ovvero lì per fare in modo che si abbia un’idea di ciò che è successo, dopo mille dibattiti, congetture e dichiarazioni. Vale soprattutto come promemoria.
MEMORABILE: "E' inutile tenere le mani in alto".

Rebis 29/04/12 15:48 - 2337 commenti

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Dopo i corpi e la dignità, quello che crolla sotto i colpi di manganello è l'obbiettività e il distacco critico; l'imparzialità va in frantumi: cause e moventi tacciono annichiliti. Vicari sceglie di filmare la forza d'urto dell'abuso, il suo impatto emotivo, evitando il documentarismo attraverso una costruzione narrativa labirintica, specchio del dedalo genovese. L'esercizio funziona egregiamente fintanto che Vicari manipola le immagini, meno quando risponde svogliatamente alle esigenze di scrittura cercando punti di vista attraverso personaggi e psicologie irrilevanti. Stordente.

Harrys 29/04/12 20:27 - 687 commenti

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È tutto così profondamente “strumentale” da costringere il rigore critico alla resa. Una bieca raffica exploitation à la olocausto/bis, sterile ed irritante, in quanto chiaramente perpetrata per sopperire al Significato. Le didascalie presuppongono quell’obiettività tipica del documentario che vieta di sperticare figure caricaturali quali il simil-Tonino Guerra della CIGL. Il disgusto (a livello propriamente intestinale) dell'insieme è pari all'esilarante apparizione di un ultrà "bipolarizzato" dalla visione. Il vuoto cosmico con una bottiglietta di vetro in CGI a gravitarci dentro: ad ognuno la sua civiltà…

Belfagor 5/05/12 19:20 - 2690 commenti

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Senza alcun dubbio l'effetto c'è: le immagini del pestaggio, riproposte da diversi punti di vista, non lasciano indifferenti. Il vero problema risiede invece nel mancato esame delle cause, che impedisce di contestualizzare gli eventi del film e, soprattutto, di collegarli al retroscena politico. Si fanno pochi nomi, i personaggi fittizi (Germano) non servono, quel lancio della bottiglia come prima causa finisce per irritare. Alla fine, gli unici ad essere messi in evidenza sono quelli che ormai valgono giusto come capri espiatori.

Nancy 6/05/12 14:16 - 774 commenti

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Indubbiamente controverso, l'episodio su cui il film vuole far luce, oltre che una pagina di violenza è una pagina di disorientamento psicologico e sociale; per questo il film secondo chi scrive è apprezzabile, poiché ha in sé questo forte senso confusionale che, lasciandoci dubbi sulla vicenda in cui è inserita la vicenda della Diaz (in ogni caso, non si tratta di un documentario!) rafforza lo straniamento e anche l'irrequietezza dello spettatore, che esce dalla visione abbastanza disturbato. Pessimo tuttavia il buonismo nei confronti dei black bloc.

Deepred89 13/05/12 20:39 - 3706 commenti

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Mettendo da parte eventuali analisi sulla veridicità nella ricostruzione dei fatti (che lascio agli esperti, anche se, da inesperto, mi è parso di avvertire qualche reticenza quà e là), ciò che rimane è un film che parte teso e serrato, raggiunge notevoli picchi (e notevole pathos) nel lungo segmento dell'irruzione, ma che si affloscia in un secondo tempo smorto e diluito, chiudendosi con finalino banale con inevitabili didascalie a seguire. Buona l'idea della pellicola sgranata per meglio integrare le immagini dal vero. Così così.

Schramm 14/09/12 11:33 - 3495 commenti

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Message in a bottle? Fregandosene del respiro narrativo, Vicari si concentra più panzerfaustianamente degli acab tratteggiati solo su ossa rotte (il cui rumore, paradossalmente, non udiamo), teste sfondate, ecchimosi, pozze vermiglie, carni piagate dai tonfa, urla e gemiti, sevizie in bilico tra Salò e Martyrs e ci urla/ricorda che buona parte della storia contemporanea italiana è scritta sulla carta igienica. Indubbio, ma questa notte delle matite spezzate ci era già stata esaustivamente verbalizzata dagli agghiaccianti Genova per noi e Bella ciao. Rafforzativo necessario? Il dubbio resta. (**)

Gugly 14/10/12 14:17 - 1187 commenti

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Con il "rimescolamento" temporale Vicari voleva indicare la confusione del e sull'evento? Il risultato su chi scrive è quello di mancata empatia con la storia, troppo generica quando si tratta di indicare chi progettò l'assalto e tirata via sulle vicende dei personaggi delineati (salvo solo Santamaria, Germano e Scarpa sprecati). Certo, il pestaggio alla Diaz è forte, le umiliazioni subite alla caserma di Bolzaneto colpiscono, ma allora tanto valeva fare una docufiction tout court. Un film esige uno sviluppo, che qui latita.
MEMORABILE: In negativo: quella benedetta bottiglietta riproposta al ralenti troppe volte.

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Matalo! 15/10/12 11:23 - 1378 commenti

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Possibile che un film che dovrebbe appassionare e scuotere riguardo un episodio "cileno" della storia recentissima diventi interessante solo a 15 minuti dalla fine? Presunzioni verie in questo film: che tutti siano informati dei fatti al dettaglio, che ci si appassioni a figure che sfrecciano inconsistenti sullo schermo, che si abbia la voglia di sopportare flashback impazziti. Solo con la dolente storia della ragazza olandese ci si appassiona, ma é troppo tardi. E comunque tira, talvolta, un'aria da Rai Premium.

Fauno 23/10/12 12:20 - 2212 commenti

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Per essere uscito quasi in tempo reale al mio commento, è un capolavoro che mi ha lasciato una tacca, non solo un segno. Troppo facile fermarsi allo sdegno per il macello, alla vergogna per gli espedienti usati a taroccare le indagini, per le notizie distorte dei mass-media; bisogna andare oltre, cogliere il coraggio del regista, che con dati sfumati ci lascia trasparire i motivi di uno scempio così inspiegabile. E proprio perchè inspiegabile occorre poi ragionare quasi per assurdo, o quantomeno molto fuori dalle righe...

Galbo 24/10/12 05:50 - 12393 commenti

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Un’occasione persa per realizzare un’opera importante su una vergognosa pagina di storia italiana. L’assalto alla caserma Diaz di Genova viene rappresentato in modo totalmente decontestualizzato, fornendo delle ridicole pseudo motivazioni e non rappresentando in alcun modo lo scenario politico e sociale. Anche narrativamente, il regista si dimostra poco padrone del mezzo, adottando stratagemmi che rendono il film a tratti astruso. Totalmente inutile la partecipazione di un bravo attore come Germano.

Redeyes 29/10/12 08:20 - 2449 commenti

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Diaz è un pugno allo stomaco per quello che rappresenta, ma anche una pellicola che certo non si ricorda per la sua intrinseca qualità. Le interpretazioni diventano difficilmente giudicabili proprio perché ridotte all'osso. Si ricordano più le violenze e i colpi in rapida successione che la veridicità delle immagini. La mia idea è che se ne potesse trarre qualcosa di più significativo, così facendo si rischia di svilirlo a puro scontro celerini-no global. Andato perso tutto il castello che c'è alle spalle. Non bastano le righe finali.

Mutaforme 16/04/13 23:10 - 417 commenti

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Crudo, forte, spietato. Un film che racconta i fatti di Genova descrivendo i misfatti di una brutta pagina della storia d'Italia. Va detto comunque che molte scene sembrano troppo enfatizzate e i poliziotti assumono la veste di moderni nazisti; qui si esagera e non si approfondiscono i perché e i "per chi" di certi gesti. Manca del tutto una spiegazione della storia; difficile che uno spettatore non italiano riesca a capire cosa sia successo.

Piero68 17/04/13 08:43 - 2957 commenti

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Un Vicari immmenso riesce ad annichilire lo spettatore trasportandolo direttamente al centro della macelleria messicana e facendogli respirare la stessa aria di terrore, violenza e soprusi dei ragazzi: una stretta allo stomaco dall'inizio alla fine. Regia essenziale e un montaggio pressocchè perfetto integrano parti di girato con immagini reali. Cast variegato pescato quasi per intero tra i volti più o meno noti delle fiction ma comunque funzionale. Si fa fatica a credere che sia un prodotto italiano. Unico neo gli inutili salti temporali.
MEMORABILE: Il pestaggio dei due ragazzi tedeschi (soprattutto della ragazza) trovati nascosti da soli e il loro trascinamento su un mucchio di quasi cadaveri.

Luchi78 24/04/13 16:38 - 1521 commenti

I gusti di Luchi78

Nonostante la violenza delle immagini e l'insistenza sugli eventi più dolorosi di quegli sciagurati giorni, Diaz non è un film che coinvolge più di tanto. Sarà la decontestualizzazione dall'evento principale (il G8), l'assenza di personaggi forti, una Genova che filtra quasi inesistente l'obiettivo della macchina da presa; il racconto di Vicari vuole fondersi con la realtà, ma rimane più una forzatura che un tentativo azzeccato, al contrario de Genova 01 - Il seme della follia, che con le sole registrazioni telefoniche riusciva nell'intento.

Ramino 22/07/13 10:00 - 127 commenti

I gusti di Ramino

Fare un film su un'irruzione senza incidere sul contesto fa semplicemente confermare quanto questa pellicola sia decisamente stata una occasione persa di raccontare la pagina più nera della polizia dal dopoguerra a oggi. Troppo facile mettere chi ha sbagliato sul banco degli imputati difendendo l'altra fazione senza incidere su chi realmente ha voluto che le cose andassero in quel modo. Il regista ha affondato il pugno sull'irruzione senza approfondire il resto.

Pumpkh75 19/10/13 10:51 - 1749 commenti

I gusti di Pumpkh75

Si punta sulla rabbia, sullo sdegno, sulle emozioni generate da uno degli eventi più contraddittori dell’Italia del nuovo millennio. In questo il film funziona in maniera egregia, assestando, come un celerino, una dolorosa serie di colpi in pieno volto. Manca però il coraggio di andare a fondo e di ancorarsi ancor di più alla realtà, lasciando ai titoli di coda un senso d’incompiutezza latente. Personaggi non tutti a fuoco, sopraffatti da brama e cronaca della mattanza, con finale e didascalie inutili. Efficace, ma anche molto furbo.

Giùan 28/04/14 12:08 - 4559 commenti

I gusti di Giùan

La sensazione primaria che si sedimenta dopo la presa visione è quella di certa sproporzione fra l'urgente potenza dell'evento e la forza cinematografica del film. Vicari mostra coraggio nell'approcciar cotanto cimento ma se l'assalto alla scuola e le successive efferatezze sono "dette" con eccellente rigore filmico e trasparente indignazione etica, il tentativo "altmaniano" di short cuts sul Belpaese oggi e sulla Genova del 2001 risulta narrativamente non minimale ma semplicemente sterile, oltrechè punitivo nei confronti del già anonimo cast.
MEMORABILE: La eco del "riponete il tonfa" da parte di Santamaria

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Stuntman22 11/09/14 01:21 - 126 commenti

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Un'operazione cinematografica che nasconde, nemmeno bene, uno spirito manicheo propagandistico. Tuttavia, i primattori reggono, anche se il tutto risente di una confezione raffazzonata. Il cast di supporto è affidato a tremendi attori dell'est Europa, dalle fattezze drammaticamente riconoscibili nei panni di poliziotti italiani. Se il regista non si faceva prendere la mano, poteva sortirne qualcosa di interessante. La voglia di dimostrare una tesi finisce per tarpare il tutto.

Bizzu 26/09/14 23:03 - 217 commenti

I gusti di Bizzu

Uno dei fatti piu vergognosi nei quali è stata coinvolta la polizia (e lo stato italiano) meritava di essere rappresentato con un film migliore di questa robetta insipida. C'è poco da salvare e il peggio secondo me sono la narrazione frammentata in maniera totalmente priva di significato o pathos, la rappresentazione dei black block e soprattutto il fatto di non riuscire a creare la minima empatia pur avendo a disposizione una storia agghiacciante. Bocciato.

Furetto60 27/10/14 14:33 - 1194 commenti

I gusti di Furetto60

Rabbia. Tanta ne resta al termine della visione. Ciò che più mi ha impressionato, al di là dell’assalto, raro esempio di vigliaccheria, sono i momenti precedenti, in cui le decisioni sono prese in modo superficiale e cialtrone e il lungo seguito con le prolungate vessazioni e l’efficace lavoro di copertura e depistaggio dei fatti. Senza avere i tratteggi psicologici di ACAB, qui prevale l’aspetto documentaristico - freddo, per quanto possibile e chirurgicamente efficace - dell’ennesima vergogna nazionale.
MEMORABILE: Il senso di inutilità del tutto, marionette impazzite sul palcoscenico della vita.

Vitgar 9/04/15 18:48 - 586 commenti

I gusti di Vitgar

Film poco riuscito da tutti i punti vista. Assolutamente di parte, senza una visione dei fatti equilibrata e obiettiva. Viene descritta - più che un evento orribile dei nostri anni - la battaglia tra il "lato oscuro" e gli "angeli della luce". Va dato atto della bontà di fotografia e di movimenti di macchina. I film politici sono pericolosi e questo ne è un esempio lampante.

Il Dandi 24/06/17 16:30 - 1917 commenti

I gusti di Il Dandi

Nel coro di comparse stonano i volti noti (Scarpa, Germano) che, anche quando la loro interpretazione è valida (Santamaria) restano portavoce dei personaggi più stereotipati e didascalici; più convincenti gli sguardi accigliati e avidi di sigarette nella sala riunioni della Questura, anche se la scelta di ricorrere a nomi di fantasia appare francamente incomprensibile. I pregi maggiori: la cronologia spezzata della ricostruzione, la violenza non compiaciuta, il materiale di repertorio ridotto al minimo e - finalmente - un sano plurilinguismo!
MEMORABILE: Il prigioniero costretto ad abbaiare a quattro zampe; Il celerino affettuoso al telefono con la famiglia poco dopo aver portato le false molotov.

Magi94 17/07/17 14:18 - 952 commenti

I gusti di Magi94

Vicari realizza un film in stile documentaristico, ma più che di ricostruzione storica alla Rosi, crea un'opera di pura denuncia. Le motivazioni dei no global interessano poco, gli scontri dei black bloc fanno solo da contorno alle vicende dei pacifici contestatori che dormirono alla Diaz. E Vicari riesce nell'intento: non mi importa il come e perché, questo è quel che è successo e è un atto criminale. L'estrema violenza mostrata è necessaria per creare l'indignazione. Le forze dell'ordine ne escono male, ma ci mancherebbe visti i fatti.
MEMORABILE: Il sangue che scorre come in un macello, confermato dai numerosi testimoni realmente presenti.

Alex1988 10/01/18 18:54 - 728 commenti

I gusti di Alex1988

Un vero pugno allo stomaco! Di certo, non si può negare l'impegno nella messinscena da parte di Vicari; il difetto del film è, forse, nella sceneggiatura: abbastanza confusa nell'uso dei salti temporali. Resta comunque una valida testimonianza utile a non dimenticare quanto successo a Genova nel 2001. Anche gli attori fanno in maniera diligente la loro parte (in particolare Santamaria, unico poliziotto "umano").

Thedude94 1/03/18 23:21 - 1097 commenti

I gusti di Thedude94

Non è facile raccontare una storia così delicata per chi l'ha vissuta dal punto di vista emotivo ma Vicari, attraverso una regia fluida e un racconto violento e crudo, mette in scena tutto sommato un'opera positiva e che fa riflettere. Gli attori fanno da contorno, non c'è un vero e proprio protagonista; lo è in realtà lo sfondo, cioè la scuola Diaz dove sono avvenuti i misfatti. Al di là delle opinioni politiche, resta un'opera coraggiosa in un periodo davvero triste per le ideologie e per i diritti civili.

Bubobubo 8/11/18 14:49 - 1847 commenti

I gusti di Bubobubo

La particolarissima cornice in cui lo vidi all'epoca (un cinema occupato) amplificò il malessere e mi lasciò, a fine visione, con le reni spezzate. Perché, se è vero che non v'è più spazio per ambiguità di comodo nel racconto di ciò che veramente successe nella Genova del 2001 (non almeno per chi è in buona fede), vedersele sbattute in maniera così esplicita davanti agli occhi fa assai più male del previsto. La grande rabbia che monta è stemperata dall'amarezza della constatazione che nulla è veramente cambiato. Più del film conta il messaggio.

Vito 31/01/19 19:19 - 695 commenti

I gusti di Vito

Vicari racconta le afose e violente giornate di contestazione del G8 di Genova del luglio 2001 con un approccio documentaristico e dai molteplici punti di vista, speculare a come fu mostrato dalle telecamere dei media e degli attivisti durante e successivamente a quegli eventi. Il risultato è incredibile: due ore di violenza totale che terrorizzano lo spettatore inerme e che hanno culmine con l'irruzione alla scuola Diaz, quando esce fuori il vero genere tra splatter, tortura e umiliazioni. Necessario.
MEMORABILE: La macelleria messicana alla Diaz e le successive umiliazioni a Bolzaneto.

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Anthonyvm 7/06/22 16:02 - 5689 commenti

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Partendo dal presupposto che di cinema di denuncia, dunque quasi necessariamente "di parte", si tratta, il film di Vicari è appassionato resoconto di uno dei capitoli più vergognosi della cronaca d'Italia del nuovo millennio, che sorvola su preamboli e conseguenze per concentrarsi sull'orrore dell'evento in sé. Opera non esente da difetti (la coralità dell'azione talvolta cede a qualche semplicismo e il rifiuto di uno stile di narrazione cronologico distrae dall'altrimenti minuzioso assetto documentaristico), a volte eccessiva (il terzo atto "pasoliniano"), ma efficace. Da provare.
MEMORABILE: Le scene di repertorio ben amalgamate alla fiction; Infierendo sul giornalista a terra; Il sangue sui muri e sul pavimento; Gattonando e abbaiando.
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MUSICHE:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
  • Discussione Rebis • 19/10/12 17:57
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    :)
  • Discussione Pigro • 19/10/12 19:21
    Consigliere - 1661 interventi
    Complimenti, Rebis! A proposito, tanto per rimanere off topic (ma non troppo: Zender, non mi tirare le orecchie!): avevi ricevuto il link per Kynodontas?
  • Discussione Rebis • 19/10/12 20:39
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Pigro ebbe a dire:
    Complimenti, Rebis! A proposito, tanto per rimanere off topic (ma non troppo: Zender, non mi tirare le orecchie!): avevi ricevuto il link per Kynodontas?

    No, non l'avevo ricevuto... Ma sono sempre interessato :) nel mentre però ho recuperato Paesaggio nella nebbia che vedrò presto!
    Ultima modifica: 19/10/12 20:39 da Rebis
  • Discussione Pigro • 19/10/12 23:19
    Consigliere - 1661 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Pigro ebbe a dire:
    Complimenti, Rebis! A proposito, tanto per rimanere off topic (ma non troppo: Zender, non mi tirare le orecchie!): avevi ricevuto il link per Kynodontas?

    No, non l'avevo ricevuto... Ma sono sempre interessato :) nel mentre però ho recuperato Paesaggio nella nebbia che vedrò presto!


    Te l'ho rimandato.
  • Discussione Fauno • 21/10/12 20:33
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Visto tre volte nel fine setiimana e amato alla follia. Letti anche tutti i commenti e tutta la discussione. Mi è molto piaciuto il commento di Xamini e anche quello di Ford mi è sembrato abbastanza centrato nel suo insieme, anche se breve

    Prima di commentarlo vorrei dare tre messaggi ad altrettanti utenti

    1) Ruber: se hai sempre avuto ragione a non vedere certi film per una tua particolare recezione, presentimento o sesto senso, per questo film ti consiglio spassionatamente la visione...al limite correrò il rischio di prendermi qualche improperio. C'est la vie!

    2) Buiomega: ci hai azzeccato, ma è molto peggio di Fragole e sangue, è un CARMICHAEL a confronto...Ovviamente mi riferisco al paragone che hai fatto fra quel film e altri film violenti. Corri a prenderlo non stasera o domani, ma...IERI. Anzi, se potessi te lo porterei io di corsa.

    3) Pigro: complimenti per tutti i tuoi post, molto motivati e ragionati, ma sono sicuro che se lo rivedi un'altra volta focalizzandoti soprattutto sulle scene brevi e sui personaggi che parlano per una manciata di secondi, ci arrivi da solo a capire il perchè il regista non è andato oltre certe spiegazioni. Chiaramente la Gazzetta di Bologna non esiste...anche per tutta una serie di regole di privacy non si poteva dire qual'era la testata, ma su Wikipedia parlano di un giornalista inglese rimasto in coma due giorni.

    Se lo vedesse un ragazzo di 20 anni resterebbe allibito come ci restai io a 27 quando vidi l'esito del lungo inseguimento in RAGAZZI FUORI, e non si spiegherebbe il motivo di una mattanza del genere, ma finchè una buona parte della popolazione non si deciderà a lanciare la TV nel canale cosa cavolo vuoi che capiscano? Il cervello è un'optional...Ti puoi fare le tue idee da una serie di informazioni ufficiali, ma solo come base di partenza...Sta a te in seguito decidere se andare oltre o restare nella media dell'ideologia, e confluire poi inevitabilmente nelle soluzioni di comodo. Soprattutto se non si analizzano le situazioni strane e inspiegabili che si ripetono. A questo scopo Capannelle ha azzeccato un bel parallelismo e deve aver visto bene JFK. I dati e gli spunti per avvicinarsi alla scomoda verità che dici in questo film ci sono, e sono molti, certo che un regista non ti può dire nome e data di nascita dei responsabili, se è bravo te li può solo far arguire, e rischiando anche di sbagliare, ci mancherebbe. La verità assoluta non la si vuol fare esistere, ma vedere le cose a 360° ti fa sentire meno coglione, il chè non è poco.

    Ancora complimenti per il tuo impegno in questa discussione.

    N.B.: ti do ragione sul fatto che per vedere questo film si debbano conoscere un tantino i fatti per non cadere dalle nuvole, ma è un dato ormai comune alla maggior parte dei film. Anche chi non sa i fatti può esser talmente suggestionato dalla potenza delle immagini, da andarsi in seguito a documentare in altra sede e rivedere il film un'altra volta. Non si può sempre ragionare da consumatori ed avere la pappa pronta e già masticata. Ciao. FAUNO
    Ultima modifica: 21/10/12 20:40 da Fauno
  • Discussione Buiomega71 • 21/10/12 20:58
    Consigliere - 25999 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    2) Buiomega: ci hai azzeccato, ma è molto peggio di Fragole e sangue, è un CARMICHAEL a confronto...Ovviamente mi riferisco al paragone che hai fatto fra quel film e altri film violenti. Corri a prenderlo non stasera o domani, ma...IERI. Anzi, se potessi te lo porterei io di corsa.

    Sì, Fauno, in effetti lo volevo prendere da un pò, ma volevo aspettare che calasse di prezzo.

    Ma come dico, i soldi non sono mai buttati per i film...Quindi già ordinato da Amazon

    Poi ti farò sapere...
  • Discussione Zender • 8/11/18 17:52
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Bubobubo, ok l'ho lasciato passare, però evitiamo di parlare in prima persona e di parlare di aneddoti personali legati ai film, per il futuro.
  • Discussione Bubobubo • 8/11/18 20:12
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Bubobubo, ok l'ho lasciato passare, però evitiamo di parlare in prima persona e di parlare di aneddoti personali legati ai film, per il futuro.

    Ti riferisci alla menzione del cinema occupato? Se è un problema togli pure.
    Sulle prime persone, solitamente non lo faccio mai, se vuoi lo risistemo (anche se, a dire il vero, ne leggo e ne ho letti parecchi di commenti in prima persona nel sito...)
  • Discussione Zender • 9/11/18 08:19
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Sì, mi spiego: sulla questione del cinema occupato appunto, se si cominciasse tutti a scrivere delle proprie esperienze si finirebbe col trascurare che il commento dovrebbe essere quanto più possibile condiviso da tutti e riguardare il film più che le sensazioni tropo personali. In questo caso (anche perché il film è così particolare) possiamo lasciarlo e lo lascio, ma appunto, sarebbe bene evitarlo. Per quanto riguarda le prime persone: infatti, non lo fai quasi mai e va benissimo così; i commenti sono già personali e contrassegnati col nome. E' eccessivo dire "secondo me", "Ritengo che" eccetera. Soprattutto una volta lo si faceva molto; non è una cosa vietata, ma se si può evitare è meglio. Tutto qui. E' chiaro che è sempre "secondo me" un commento, intendo dire. Diverso nel forum, dove invece essendo più confidenziale il tono, va benissimo farlo.
  • Discussione Raremirko • 27/03/21 19:41
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Opera senza dubbio forte, ricostruita a Bucarest, con almeno qualche faccia famosa (Germano e Santamaria); era da tempo che non venivo colpito da sequenze di violenza (magistrale tutta la direzione dall'ingresso dei poliziotti nella scuola in poi).

    Tanto più che tutte vere, ahinoi; 'na vera mazzata, una forte opera di denuncia, ben diretta ed interpretata.

    E' ormai chiaro che l'Italia non è più da tempo una democrazia...