Boiling point - I nuovi gangster - Film (1990)

Boiling point - I nuovi gangster

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Rispetto al precedente VIOLENT COP, innovativo e centrato, BOILING POINT è molto più pretenzioso. Sta dirigendosi a grandi passi verso lo stile quasi astratto, minimale che contraddistinguerà il cinema di Takeshi Kitano. L'azione è abbandonata in favore della visualizzazione di situazioni analizzate singolarmente, come fossero sketch riuniti da un poco individuabile filo conduttore. Non c'è colonna sonora, i dialoghi sono ridotti all'osso, le espressioni dei volti non cambiano praticamente mai. È uno stile che ha fatto scuola, ha spiazzato chi era abituato al noir all'americana tutto inserimenti e omicidi drammatici, dove il sangue scorre...Leggi tutto nei momenti topici e basta. Kitano distrugge la schematicità del gangster-movie per dedicarsi alla follia imperscrutabile dei suoi personaggi. Egli stesso, che entra come attore (sotto l’abituale pseudonimo di “Beat Takeshi”) solo nella seconda parte del film, è l'emblema del suo cinema. E’ un boss tutto pazzo: bisessuale, imprevedibile, sadico, che tratta la sua donna come l'ultima delle prostitute e uccide senza mai riflettere. È la carta vincente di BOILING POINT, che altrimenti si arenerebbe tra fiacche scazzottate e lunghe camminate silenziose, intervallate da sprazzi di partite di baseball (il protagonista, Masahiko Ono, è un giocatore dilettante) e muti faccia a faccia tra banditi. Di tanto in tanto l'impennata dovuta all'efficacia di una trovata, ma nel complesso il film è davvero troppo ermetico per appassionare. Di fronte alla bellezza di alcune riprese si può applaudire, certo, ma dopo venti minuti la maniera comincia a stancare. La via è segnata.

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Renato 4/07/07 17:53 - 1648 commenti

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Bello, ottimamente diretto, persino commovente... Il talento di Kitano cominciava a venir fuori in modo prepotente. La violenza, sempre più astratta ed irreale, esplode quando meno ce lo si aspetterebbe, ma nel film c'è molto di più di questo. Una direzione degli attori in linea con il tipo di film, inquadrature originali... Si percepisce un sacro rispetto per il mezzo "cinema" che è raro da trovare, ancor più se pensiamo al background demenzial-televisivo del regista. Kitano poi approderà al manierismo, ma questa è un'altra storia.

Blutarsky 15/11/07 18:31 - 360 commenti

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In questa seconda prova il regista mostra una maggiore voglia di uscire dai canoni del "poliziesco" inserendo slanci onirici e un umorismo grottesco, ma non riuscendo a focalizzare al meglio queste intenzioni. Kitano mostra la violenza del quotidiano e spoglia i personaggi di qualunque aura "eroica", riesce a creare momenti che rimangono nella memoria (le scene nel campo dei fiori o quella al metal detector), ma il plot risulta più sfilacciato nell'intreccio e il film da un impressione di minore "compattezza". Interlocutorio ma di ottimo livello.

Fabbiu 6/05/08 09:34 - 2144 commenti

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È il primo film di Kitano che vedo e che ho visto per il buon nome che si è guadagnato. Non essendo ancora in grado di poter fare confronti con altri film del regista (per ora) devo dire che non riesco a capire questo tipo di cinema. Che sia particolare, sperimentale, insolito e poco convenzionale è innegabile, ma la genialità da tutti osannata proprio non l'ho ritrovata. È un film fatto di silenzi, di espressioni facciali, ma il binomio violenza-poesia non mi ha convinto per niente, così come la trama a sketch. Mah...

Pinhead80 16/04/11 20:39 - 4758 commenti

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Kitano replica all'eccellente Violent cop con un film abbastanza particolare. Nella prima parte il ritmo è molto lento e pacato, mentre nella seconda (anche grazie alla presenza di Kitano) l'opera diventa sicuramente più vivace e assume maggiormente lo stile del regista giapponese. È un film forse interlocutorio nella filmografia di "Beat Takeshi", ma comunque essenziale. Poesia e violenza allo stato puro.
MEMORABILE: Tutte le scene in cui è presente Kitano. Il finale.

Rebis 29/08/11 12:35 - 2337 commenti

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Kitano divaga, nel montaggio astrattivo, tra parentesi grottesche, lampi di abbacinante bellezza e inattesi scorci di violenza, senza che il racconto configuri un organismo coerente. Quello che conta è la visione d'insieme, un occhio spalancato che freme in euforica sospensione per la mancata sintesi complessiva. Opera chiave che schiude il pessimismo plumbeo dell'esordio in un caos molteplice e sfaccettato che è follia, riscatto nel disegno più ampio di un destino che non lascia scampo. Il finale potrà apparire una facile concessione all'onirismo o un claustrofobico giro di vite esistenziale.

Mickes2 27/12/12 14:23 - 1670 commenti

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Fratello minore del capolavoro Sonatine, Boiling point si presenta come uno yakuza movie asciuttissimo, minimale (nemmeno una nota musicale per tutto il film), oltremodo nichilista e assai frammentario nello sviluppo. Diversamente da Violent cop si predilige lo sviluppo corale che intreccia un susseguirsi iperviolento e sanguinoso di vendetta e follia. L’approccio impassibile, grottesco e irrazionale è croce e delizia di un’opera diseguale, ma altrettanto coerente nella sua visione antieroica e pessimista del destino.
MEMORABILE: Il finale.

Muttl19741 12/09/18 19:54 - 164 commenti

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Film folle e disordinato, grottesco, maxima summa del lato burlone della poetica di Kitano, molto lontano dal suo debutto alla regia con Violent cop. Sceneggiatura originale e divertente. Spassosa la figura del giovane protagonista Masaki, insensato, succube e spaesato. Scene memorabili sparse in tutto il film, su tutte quelle del karaoke e della sparatoria finale. Il personaggio di Kitano è meno idolo, più complice e decisamente sopra le righe. Molto divertente.

Thedude94 9/08/19 17:43 - 1096 commenti

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Questi presunti nuovi gangster giapponesi che Kitano ci presenta sembrano essere un po' strampalati, oltre che inesperti e permettono al film di essere abbastanza originale da essere promosso come buono. La regia è ottima, non c'è nulla da dire sulle scelte di Kitano, così come sulla bravura degli attori nel calarsi degnamente nei rispettivi ruoli. E' la simpatia di alcune scene, la quale si sovrappone alla crudeltà di altre, che riesce a non farci stancare e a non far sembrare il tutto il solito gangster movie con un po' di azione in più. Buono.

Takeshi Kitano HA DIRETTO ANCHE...

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