l'ho visto a teatro diverse volte. ha una parte centrale, cristallizzata non so come per sempre sul montaggio delle riprese video (che non ho mai visto), che a ogni replica cambiava sempre, affidata all'improvvisazione, in cui sparava a zero sulla tv, su internet, sulla politica, sull'eutanasia, su questo o quel caso di cronaca, in un reimpasto di luddismo, tecnofobia, retorica e contestazione demagogica che occhieggiava tantissimo ai favori della platea e che non mi andava davvero giù, anche solo per il suo arrivare fuori tempo massimo (e che spero vivamente manchi nel cesello cinematografico). mi poteva stare benissimo in grillo (che proprio perciò non ho mai particolarmente visto di buon occhio), che di queste valenze e rimbrotti ci ha sempre campato. ma da lui, che è sempre stato un alieno che teneva la realtà come prima esclusa, questa contaminazione con la quotidianità mi è arrivata come una sorta di "colpo alle spalle", che mi ha impedito dal pentapallinare il lavoro. purtroppo quella che qua era una parentesi più o meno breve, in
nessi si è concentricamente allargata fino ad abbracciare quasi tutto lo spettacolo, in una sorta di sindrome di solone o di mosè che guida il popolo smarrito e indica a tutti come deve essere l'uomo nuovo (cosa che in arte mi fa rabbrividire), prendendosela in maniera anche un po' reazionaria con internet; e anche nella pur eccellente ultima fatica, che è una sorta di
predisporsi al micidiale 2.0 di cui ho testimoniato solo una prova aperta in via di ridefinizione con provvisorio titolo di lavorazione (da qui il non averlo ancora commentato: aspetto di rivederlo più avanti in chiave compiuta e definitiva), si abbonda in stoccate alla situazione-migranti, alla magistratura, al femminicidio etc che lasciano un po' perplessi (quanto meno a chi nel teatro cerca una dimensione altra che non ha niente a che fare con quanto si legge nei giornali)
lui è sempre lui, ovvero un comunicatore di prim'ordine come di rado ne abbiamo avuti su un palco, e
urge andrei comunque a rivederlo altre 20 volte, e probabilmente resta spiazzante per chi non lo conosceva assolutamente, ma lo preferivo di gran lunga nella precedente fase, quando non puntava il dito sul sociale e sulla cronaca, aprendo al razionale, quando era davvero avulso a tutto e si guadava bene dal dire cosa è bene e cosa è male.
urge è invece uno spartiacque e segna -purtroppo, aggiunegerei- una fase decisiva in cui quest'aspetto prenderà sempre più spazio e potere sul lavoro a venire.
Ultima modifica: 26/03/18 18:09 da
Schramm