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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ci voleva Marco Tullio Giordana per ricordarci quanto il cinema politico di denuncia sia sempre stato nelle corde del nostro cinema. ROMANZO DI UNA STRAGE non può chiarire le tante ombre sulla strage di Piazza Fontana (12 dicembre 1969), ma può tracciare delle ipotesi e, soprattutto, riportarci indietro di 40 anni aprendoci gli occhi sulla complessa realtà del tempo, con un'Italia dilaniata dai conflitti e gli scontri nelle strade, con rossi, neri e anarchici a scambiarsi il gioco delle parti, infiltrati e servizi segreti deviati a confondere ulteriormente le acque. Giordana è bravo a tenere le fila delle tante indagini che si sviluppano intorno alla vicenda senza perdere...Leggi tutto d'occhio una linea precisa da seguire. Sa raccontare bene i suoi personaggi sfruttando l'abilità degli interpreti: Favino è un Pinelli straordinario, ma anche Mastandrea sa dare estrema credibilità al suo commissario Calabresi, così come non fallisce il cast secondario, folto di volti noti associati quasi sempre alle figure giuste. La fotografia e i costumi (entrambi perfetti) ci calano subito nel clima ideale facendoci apprezzare il grande lavoro di ricostruzione, confermandoci quanto Giordana creda nel film. Notevole il montaggio che sostiene una regia sapiente, efficaci i tagli delle inquadrature. La sceneggiatura riesce a raccontare tanto dicendo non troppo, mentre l'alternanza delle varie piste permette al film di svariare senza annoiare. Misurati sbalzi spazio-temporali, mai eccessivi proprio per rimanere sempre a contatto col filone d'inchiesta principale, e pure i fugaci break familiari con la Chiatti moglie amorevole non appaiono mai stucchevoli o fuori luogo (anche grazie alla eccellente performance di Mastandrea). Attraverso una cortina di nebbia che è impossibile diradare si riescono comunque a leggere con precisione le figure dei (presunti) responsabili, e questo non può che aiutare nel processo di comprensione anche chi si avvicina alla narrazione senza molto sapere, dando quindi soddisfazione allo spettatore, pronto a leggere le inevitabili didascalie finali con scontata indignazione. Creare una coscienza civile, in un paese, può anche passare attraverso operazioni simili; perché dimenticare un passato tanto burrascoso significa aver dimenticato chi eravamo preparandoci a non capire chi siamo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/03/12 DAL BENEMERITO PAULASTER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 7/04/12
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Paulaster 27/03/12 09:31 - 4391 commenti

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Visione più adatta a chi conosce già i fatti, perché la carne al fuoco è tanta e quello a cui la magistratura non è mai arrivata viene esplicitamente dichiarato. Ricostruzione certosina dei luoghi e personaggi, con Favino super mentre Mastandrea è impalpabile. Film coraggioso che scorre imperterrito nella narrazione degli episodi, forse non coinvolgendo emotivamente lo spettatore. Neutro ma che dà spazio al lato umano dei protagonisti dell’epoca.
MEMORABILE: La ricostruzione della Banca Nazionale dell'Agricoltura.

Zaratozom 2/04/12 00:29 - 63 commenti

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Grande ricostruzione, gran lavoro, grandi interpretazioni. Giordana ci ha fatto vedere quanto poco "formidabili" siano stati quegli anni. Per una retrospettiva completa è utile vedere assieme a questo anche Pasolini, un delitto italiano e La meglio gioventù. Nota di merito a Gifuni: il miglior Moro mai portato sullo schermo. Discutibile la scelta della sceneggiatura con duplice bomba, ma è l'unico neo che mi sento di trovare in due ore di gran bel cinema.

Gugly 1/04/12 00:08 - 1185 commenti

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Lo svolgimento dei fatti scorre impetuoso e rischia di travolgere lo spettatore; in soccorso vengono i personaggi ma, mentre il Pinelli di Favino è semplicemente esemplare, lo stesso non si può dire del Calabresi di Mastandrea, rimasto (volutamente?) ambiguo e rarefatto, come in balia degli eventi. È fuori posto il dolente Moro di Gifuni? Forse è il suggerimento più scoperto di Giordana: nulla accade per caso, c'è un filo rosso che lega tutta la nostra sciagurata storia più recente. Dopo il film, è meglio leggere un po' di libri.
MEMORABILE: La ricostruzione dell'esplosione; Le immagini sgranate dei funerali in Duomo; La dignità di Licia Pinelli.

Dusso 2/04/12 17:07 - 1566 commenti

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Non ci sono sensazionalismi, gli omicidi sono fuori campo ed è una scelta azzeccata, il film gode di buonissime interpretazioni (la Chiatti però è inutile) e film come questi sono sempre molto interessanti, specie se ben realizzati. Ritmo non esemplare ma film da vedere!

Harrys 6/04/12 20:52 - 687 commenti

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La buona confezione e alcune ottime interpretazioni si perdono nel marasma di un prodotto che avrebbe dovuto puntare al mercato estero, ma che risulta confusionario anche agli occhi dello spettatore italico. Giordana vorrebbe essere Sorrentino, ma non riesce neanche ad essere Sollima. A dirla tutta, non riesce neanche nel didascalismo. Il suo è un Romanzo che dilatato in una fiction avrebbe avuto molto più senso; la direttiva appare oscura, ogni tot si dipana da un ”nobile” cerchiobottismo per stilettare, caricaturizzando, il cameo di turno. **1/2

Cloack 77 12/04/12 15:01 - 547 commenti

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La scelta caratterizzante del film è isolare l'indagine sui presunti colpevoli rispetto all'ambiente circostante, all'Italia di quegli anni: Giordana sceglie di non mostrare le manifestazioni, la rabbia popolare, il sentire civile, sceglie di raccontare le morti di Pinelli e Calabresi fuori campo, quasi a ribadire che le cause di quegli avvenimenti “portarono” ad altro e “dipesero” da altro rispetto all'inchiesta. Aldo Moro è dunque altro rispetto al film, il vero punto debole.

Galbo 13/04/12 05:41 - 12380 commenti

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Un buon esempio di film italiano impegnato e di rilievo artistico. Poco considerato dal pubblico delle sale cinematografiche andrebbe invece recuperato per la capacità del regista di cogliere al meglio il clima di tensione dell'Italia degli anni ’70, grazie ad un impeccabile ricostruzione ambientale, ad una sceneggiatura che racconta i fatti (verosimilmente con qualche parzialità, forse inevitabile) e ad un ottimo gruppo di attori, che ha in Favino e Mastandrea i due convincenti protagonisti. Da vedere.

Tnex 16/04/12 17:39 - 62 commenti

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Merito agli intenti del regista, ma il mio giudizio rimane sospeso tra l'approvazione e la bocciatura. Sceneggiatura, fotografia ed alcune interpretazioni (Favino, in primis) sono di tutto rispetto, ma nel confronto storico/aneddotico i personaggi peccano di un certo manicheismo. Anche la tesi della doppia bomba pare veramente azzardata, almeno per quel che riporta la letteratura in merito. Nel complesso un bel film. Non un grande film.

Nando 18/04/12 22:47 - 3810 commenti

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Giordana narra lucidamente tre dannati anni di storia italica che presentano tuttora pesanti strascichi etici. Valida ricostruzione sceno-storiografica, eccelsa la scena dell'esplosione ma soprattutto è il clima ambiguo dei vertici statali ad essere degnamente analizzato, situazione in cui emerge un emozionante Moro-Gifuni. Favino e Mastandrea sono due anime sacrificabili alla meschina ragion di stato. Da vedere.

Didda23 18/04/12 22:34 - 2426 commenti

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L'eleganza formale del racconto viene sublimata dall'eccellente sceneggiatura che, pur in modo inevitabilmente complesso, riesce a raccontare un periodo tragico della nostra storia repubblicana. Sono due gli elementi da ricordare: la certosina ricostruzione degli ambienti e la prova straordinaria di tutto il cast, nel quale spiccano le prove di Favino (ma quanto è bravo?) e Mastrandea. Altro che mattanza vicariana... Notevole!

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Rebis 20/04/12 16:02 - 2332 commenti

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Cinema di denuncia pervaso da un'altissima tensione morale: Giordana sbroglia le fila di una matassa incandescente in un film leggibile, compatto, senza punti morti, capace di sostanziare concretamente le ambiguità (il caso Pinelli, terza morte oscura per il regista, dopo Pasolini e Impastato) e di trasmettere sottopelle - attraverso un'ipotesi più cavillosa che improbabile (la doppia bomba) - l'urgenza di nuove esegesi. Riaffiora, inquietante, il rimosso di Stato. Interpreti di sentita professionalità - ottimi Mastandrea e Favino. Dubbia l'agiografia di Moro. Semplificativo, forse, ma accurato.

Cotola 22/04/12 02:44 - 9009 commenti

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Gran bel film di Giordana che "ricostruisce" una delle tante, troppe pagine nere e oscure della nostra storia e lo fa con grande chiarezza (cosa non facile poiché la carne al fuoco è tanta) con qualche incertezza (specie nel ritrarre Calabresi e nel ruolo della figura di Moro) ma senza troppa parzialità o vuota retorica. Scorre via veloce grazie al ritmo privo di pause. Ottima la ricostruzione d'epoca. Cast molto ricco, con la coppia Pinelli che batte nettamente quella Calabresi: grandiosi Favino e la Cescon; Mastrandrea non convince granché così come la Chiatti la cui presenza è quasi inutile

Il Gobbo 27/04/12 23:51 - 3015 commenti

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Non è un problema di verità (è verosimile, il che già basta se non è persino peggio), è che manca il cinema. Malgrado attori bravi, a volte bravissimi, e un'apprezzabile ricostruzione ambientale, l'ambizione (al ribasso) pedagogica, il tono da docufiction per le prime superiori, l'ansia da spiegone sono zavorre letali, come le scivolate trash (la confessione del santino Moro, la visione di Pinelli) e i personaggi bidimensionali senza neppure il coraggio del grottesco (Guida a parte). Ma era poi possibile fare dei film su questo, dopo Petri?

Saintgifts 15/05/12 00:45 - 4098 commenti

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Il film ha un merito che esula dal contesto artistico, quello di ricordare fatti tragici che riguardano uno Stato che si considera democratico e il fallimento della giustizia e delle Istituzioni. Artisticamente è molto ben realizzato, con una fotografia perfetta nelle luci e buone ricostruzioni. Da rimarcare anche colonna sonora e interpreti. Circa il fallimento delle Istituzioni, così come posto nel film, è più il fallimento dei personaggi che le rappresentano, nella loro doppiezza e nella loro volontà di coprire tutto per "requisiti" motivi di Stato.

Addison 21/06/12 21:12 - 90 commenti

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Più che cinema di impegno civile, siamo dalle parti del cinema storico, visto che si parla di eventi di quasi mezzo secolo fa. La ricostruzione, sia dal punto di vista scenografico che da quello degli eventi, è comunque piuttosto buona; peccato che nel finale il regista sposi (con poca convinzione) una spiegazione lambiccata e abbastanza implausibile dell'evento e che ciò getti l'ombra del dubbio sul resto del film. Ottimo il cast: bravi soprattutto Favino e la Cescon (i Pinelli); meno efficace Mastandrea, un Calabresi troppo fragile.

Nadir 4/10/12 16:28 - 56 commenti

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Nel complesso si rivela un film ben fatto con una ricostruzione degli ambienti, dei costumi e del periodo quasi perfetti. Gli attori sono tutti molto bravi, con Favino e Mastandrea che forniscono una prova addirittura eccellente. Forse un po' troppo "caricaturale" la caratterizzazione di Moro (Gifuni) e degli altri politici del tempo in un film che nella sostanza cerca di rimanere neutrale il più possibile.

Nicola81 12/11/12 16:45 - 2840 commenti

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Il cinema di denuncia italiano sa ancora colpire nel segno. Giordana, che già aveva praticato il genere, stavolta mira ancora più in alto, raccontando la madre di tutte le stragi, quella che più di ogni altra avvelenò il paese. Bella ricostruzione ambientale, grande cura formale e ottimo cast, con qualche riserva su Gifuni (un Moro un pò troppo incensato) e su una Chiatti invisibile. Mastandrea riesce a dare spessore a un Calabresi comunque irrisolto; ottimi invece Favino, Lo Cascio, Solli e la Cescon. Un bel film per una brutta storia.
MEMORABILE: L'esplosione; La conferenza stampa del questore Guida; Il Paolillo di Lo Cascio; La teoria della doppia bomba, forse discutibile ma affascinante.

Fauno 16/12/12 17:14 - 2208 commenti

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Per chi non si è mai documentato farà parte del patrimonio Unesco; per me, che di dossier sull'argomento ne ho letti uno sfacelo, non aggiunge molto. Non sapevo però che Calabresi fosse stato lasciato solo in quanto aveva capito molti retroscena sulla strage e aveva visto un deposito segreto di Gladio. Ottima anche la tenacia del giudice Stiz, nonchè il racconto di Moro sul tentativo di golpe di Di Lorenzo. Antonutti speculare all'originale Saragat, mentre è toppato in pieno Delle Chiaie. In tutti i casi da vedere.
MEMORABILE: La parlata in strettissimo veneto di Ventura: sembra più un comico che un terrorista...

Ilcassiere 29/12/12 09:44 - 284 commenti

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Bravo Giordana, un gran bel film. E' un romanzo, certo, come dice il titolo, ma che racconta in modo appassionante e preciso la storia recente del nostro paese. Con una sapiente regia, un'ottima fotografia e una perfetta ricostruzione di quei tempi, vengono mostrati i muri di gomma, le omertà, le cospirazioni più o meno sotterranee che hanno avvelenato un periodo della vita dell'Italia, fatto di stragi ancora senza colpevoli. Forte e intenso il rapporto tra Pinelli e Calabresi. Straordinario ancora una volta Pierfrancesco Favino.

Piero68 30/04/13 09:31 - 2955 commenti

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Per l'ennesima volta Giordana dimostra di essere un esperto nel ricostruire clima e ambientanzioni degli anni 60-70. Rimango però sempre scettico di fronte a questo tipo di cinema che cerca di restituire verità o verosimiglianze di quello che è stato il periodo più buio della nostra democrazia. Sceneggiatura troppo complicata e difficile da seguire nella prima parte (soprattutto se a digiuno di fatti e personaggi). Più lineare nel dopo attentato. Cast e camei di tutto rispetto con un Favino super. Grande cinema si, ma troppo lento e dispersivo.

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Tarabas 7/05/13 12:16 - 1878 commenti

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12/12/1969, l'11 settembre della prima Repubblica. Il film, per quanto ben realizzato, da un lato (anche con l'uso di attori "mimetici") si pone come una rigorosa ricostruzione, dall'altro però privilegia una tesi del tutto priva di riscontri (sostenuta solo dall'autore del libro a cui il film si ispira) e che giustifica pienamente il riferimento al "romanzo" contenuto nel titolo. Non è un film sfacciatamente a tesi, né fiction immaginifica come Il divo. Si ferma in una terra di nessuno ad alto rischio di confusione. Cast importante e ben gestito.

Manfrin 19/05/13 11:19 - 391 commenti

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Cupo ritratto di una strage perfettamente realizzato dal bravo Giordana che si avvale di un cast azzeccato e motivato (Favino su tutti) per immergersi, grazie anche a notevoli scenografie, negli anni di piombo. Colori al limite del bianco e nero e atmosfere cariche di tensione ottimamente testimoniate. Un sincero e riuscito resoconto.

Giùan 28/06/13 19:36 - 4539 commenti

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“La porta della Storia è una Porta stretta, infilarsi dentro costa spaventosa fatica” (Pasolini in Patmos). Giordana non la scardina (è lacunoso su LC) ma vi bussa con implacabile meticolosità cinematografica, edificando (aiutato dal torrenzialmente essenziale script di Rulli/Petraglia) un racconto morale appassionante e necessario sul peccato capitale del paese delle carneficine (e degli assassinii) di Stato. Superlativo cast che coniuga coinvolgimento e straniamento. Una di quelle opere che ci fa fremere per essere tutti là davanti a quella porta.
MEMORABILE: Il pavidamente astioso Saragat di Antonutti; Il Moro “predestinato di Gifuni; La sciarpa che la moglie mette al collo di Pinelli; Favino-Mastandrea.

B. Legnani 8/09/13 23:47 - 5523 commenti

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Film comprensibile solo a chi già conosce i fatti, ha molti meriti e qualche difetto (troppo lievi, per prima cosa, i riferimenti alla vergognosa campagna di Lotta Continua). Onesto nel dire, a film finito, che vari brani sono ipotetici (il dialogo con le ipotesi sulla doppia bomba, i colloqui Moro-Saragat), ma solo chi già lo sa capisce di quali si tratta. Ottimo Favino, Mastandrea adeguato ad un ruolo difficile, impalpabile la Chiatti. Nella descrizione dei ruoli Valpreda è troppo caricaturale, mentre Moro e Rumor sono atrocemente verosimili.

Redeyes 23/09/13 19:17 - 2443 commenti

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Giordana torna ai fasti di Peppino Impastato per questo film di denuncia. Con un cast decisamente ricco e ottimo, ricostruzioni a tratti forse caricaturali ma efficaci e con un'incalzante divisione per capitoli dà la sua versione della strage di Piazza Fontana. Taluni potrebbero storcere il naso per una lettura faziosa, ma al di là delle considerazioni sociopolitiche la lettura è avvincente e colpisce nel segno. Drammaticamente Italia.

Schramm 5/10/13 15:25 - 3490 commenti

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Immaginatevi questo film in mano a Petri: un cubo di plastico col quale il buon Elio si sarebbe divertito a giocare a rugby. Giordana invece tratta il tema come se fosse più grande della stessa Italia e non si inerpica oltre la buona volontà (che ben sappiamo, non è mai bastevole) di un impegno agitato come una bandiera incastonato in una discreta docu-fiction tv, e preferisce una vis democristiana attenta a non scoprire né sfiorare altarini intoccabili/innominabili (il medesimo errore in cui incorse certo Soavi, per capirci), romanzando (appunto) tutto il resto. Sufficiente, ma non esaustivo.

Monzaparco 18/12/13 00:05 - 41 commenti

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Dopo aver visto La prima linea ed esser rimasto sconcertato dalla mala regia e dalla superficialità della sceneggiatura mi imbatto quasi per caso in questo straordinario esempio di cinema storico/politico. Una regia di Marco Tullio Giordana da applausi per la scrupolosità e l'onestà intellettuale unita a un sapiente montaggio che rende una storia tanto dolorosa, per quanto possibile, emozionante. Mastandrea e Favino eccezionali e molto coerenti con i rispettivi ruoli e l'ambientazione pressoché perfetta ne fanno per me un film eccezionale.
MEMORABILE: La traduzione delle registrazioni in dialetto veneto da parte di un funzionario siciliano del Ministero.

Fabbiu 15/02/14 12:12 - 2136 commenti

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Giordana racconta della strage di Piazza Fontana e di tutto il clima caldo che da lì a poco si sarebbe formato, senza risparmiare sulla dietrologia. Il lavoro di ricostruzione è impeccabile, la fotografia di lusso. Ogni personaggio ha il suo spessore e la sceneggiatura segue la cronaca giudiziaria permettendo un coinvolgimento dello spettatore tra le diverse ipotesi sollevate prima di giungere al finale, o meglio a un "non finale" proprio per questo profondamente agghiacciante. Un'ottima tappa di ritorno del buon cinema politico italiano.

Pigro 28/02/14 13:03 - 9635 commenti

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Titolo azzeccatissimo per un film che racconta la strage di piazza Fontana fino all’omicidio Calabresi, addentrandosi nella sottile e complessa trama dei complotti come un thriller, anche a costo di decisioni che lasciano perplessi dal punto di vista storico (la doppia bomba, il commissario come vera vittima, l’assenza del contesto sociale e politico), ma affascinano da quello puramente romanzesco. Ricostruzioni apprezzabili, anche nell’aspetto dei personaggi (ben interpretati). Riprese e montaggio di alta qualità.

Luchi78 14/03/14 11:35 - 1521 commenti

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Ricostruzione asettica, piuttosto fredda degli eventi che hanno caratterizzato un periodo fondamentale del nostro paese. Si passa da un Moro praticamente imitato a un Calabresi connotato da un neutralismo che diventa una sorta di riabilitazione, aiutato anche dall'interpretazione buonista di Mastandrea. Al di là dei punti che rimangono volutamente e giustamente oscuri e di qualche azzardata ipotesi terroristica, si respira un'aria grigia, ben inquadrata nel periodo storico. Offre comunque spunti di interessante riflessione.

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Capannelle 23/06/14 11:49 - 4399 commenti

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Bel film, solido nei contenuti e diretto con esperienza, senza cercare il colpo a effetto (sia in termini cinematografici che politici). Ottimi Mastandrea, Gifuni e Favino (in ordine di preferenza) ma l'intero cast appare intonato, anche nelle figure dal minutaggio minore. Efficace l'ambientazione grigia e i volti smarriti di un periodo di forte instabilità nel quale necessitavamo ancora di maturare a livello di istituzioni e di formare gli anticorpi verso gli attacchi alle fondamenta del nostro vivere civile.

Bizzu 24/09/14 21:02 - 217 commenti

I gusti di Bizzu

Il film appassiona e la vicenda è inquadrata discretamente, riuscendo a dare praticamente tutti gli elementi necessari nonostante la durata contenuta. Quello che fa cascare le braccia però è come vengono dipinti alcuni personaggi, con una netta distinzione fra buoni e cattivi che fa perdere l'atmosfera di "ambiguità" e incertezza politica presente negli anni di piombo. Didascalico e con qualche mancanza, ma l'insieme regge e non ha momenti morti.

Jandileida 29/06/16 09:35 - 1560 commenti

I gusti di Jandileida

Per districare i vari bandoli delle matasse che avvolgono quel decennio (più o meno) infernale della storia italiana non ci vorrebbe Giordana ma forse il Padreterno. Di conseguenza, il film sceglie qua e là vie abbastanza semplici evitando di approfondire dinamiche troppo intricate per essere spiegate esaustivamente in un film di due ore: di conseguenza quello che esce fuori è una discreta fiction, interpretata in maniera decente (meglio Favino di Mastandrea stavolta) e che ha comunque il merito di rinfrescare la memoria a più distratti.

Il Dandi 4/06/17 23:11 - 1917 commenti

I gusti di Il Dandi

Spiace ma Giordana toppa, sia dal punto di vista cinematografico che civile: nonostante la ricca ambientazione storica e le eccellenze attoriali (su tutti Gifuni che fa Volonté che fa Moro) non si eleva dal tono piatto di una fiction e nonostante la messa in scena didascalica sarà comunque incomprensibile a chi non conosce la Storia. Il risultato è conciliante e omni-assolutorio, ma seppellire l'ascia di guerra è un'ansia solo di chi l'ha impugnata. Meglio allora un qualunque poliziottesco anni '70, magari abbinato a uno speciale di Lucarelli.
MEMORABILE: Le didascalie sui titoli di coda: l'unico colpo forte dopo un Pinelli interrogato all'acqua di rose e un Calabresi che abita in un catalogo Brionvega.

Ryo 20/11/17 01:46 - 2169 commenti

I gusti di Ryo

Un pezzo oscuro della storia contemporanea italiana, famosissimo e che tutt'ora ne mantiene numerosi interrogativi e misteri. Discreto Valerio Mastandrea, che passa tutto il film nei panni di un personaggio deluso, confuso, sorpreso e stanco (o è l'attore a essere stanco?). Favino, invece, si conferma uno dei migliori attori italiani odierni, capace di calarsi per davvero nel suo ruolo risultando altamente credibile. Molto ben fatto e fotografia ottimamente curata.

Alex1988 2/03/18 19:05 - 728 commenti

I gusti di Alex1988

Marco Tullio Giordana va a scoprire una ferita non ancora rimarginatasi dopo quasi 50 anni: la strage di Piazza Fontana. Si parte con un'analisi dell'Italia infuocata di fine anni '60 con i vari movimenti extra-parlamentari che creano caos per le strade per poi proseguire con le presunte responsabilità del commissario Calabresi (Mastandrea) nella morte di Giuseppe Pinelli (Favino). Buona la fotografia, che ricrea la cupa atmosfera del periodo e bravi anche gli attori.

Nancy 15/04/19 12:38 - 774 commenti

I gusti di Nancy

Il film si propone di dare ordine a un caos di eventi, date e persone coinvolti intorno alla strage della Banca dell'agricoltura di Piazza Fontana di Milano. Buona la ricostruzione d'epoca (fine anni 60-inizio 70) che immerge nell'atmosfera fumosa di quegli anni, tuttavia la trama è troppo fitta e a lungo andare diventa caotica da seguire con tutti i personaggi, acconciati in maniera simile, che si susseguono. Bravi gli attori (Mastandrea/Calabresi, Favino/Pinelli e Gifuni/Moro su tutti), inutili gli intermezzi con la Chiatti. Caotico ma godibile.

Caesars 8/01/20 08:57 - 3779 commenti

I gusti di Caesars

Davvero interessante e ben realizzato. Certo non si tratta di un documentario e certe tesi (come quella della doppia bomba) rimangono solo delle ipotesi e nulla più, ma la ricostruzione storica è accuratissima e sembra proprio di rivivere l'atmosfera di quegli anni. Ottimo Favino nel ruolo di Pinelli, bravo anche Mastandrea. L'unico (grande?) difetto del film è che chi non ha vissuto quell'epoca(o non è almeno un po' documentato su fatti e nomi) farà veramente fatica a seguire il tutto. Comunque molto buono.

Keyser3 12/12/20 23:12 - 444 commenti

I gusti di Keyser3

Minuziosa ricostruzione di uno dei periodi più bui della storia della nostra Repubblica, sul quale purtroppo l'oscurità permane anche oggi, a cinquant'anni di distanza. Il taglio è documentaristico, a tratti didascalico, ma il valore civico dell'opera è altissimo e in grado di catturare l'attenzione sino alla fine. Per quanto concerne il cast, si segnala un Mastandrea/Calabresi misurato, mentre qualche interpretazione va sopra le righe (Valpreda, il fascista veneto Ventura). Gifuni è un Aldo Moro laconico e credibilissimo.
MEMORABILE: La ricostruzione finale di Mastandrea/Calabresi sulla strage di Piazza Fontana.

Victorvega 23/03/21 14:11 - 501 commenti

I gusti di Victorvega

Cinema di denuncia, molto solido e con ricostruzioni estremamente accurate. Il suo merito maggiore consiste proprio nel saper riproporre e far rivivere le atmosfere di quel tempo. Molto bravi gli interpreti, con Favino e Mastandrea credibilissimi nei rispettivi ruoli. La carne al fuoco è tanta, inevitabile doverne inserire buona parte (la vicenda storica è inevitabilmente complessa) e il risultato necessariamente porta, nell'utente poco o nulla informato, a difficoltà di comprensione. Ma è storia e non potrebbe essere altrimenti.

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Gottardi 13/04/21 12:55 - 395 commenti

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Vigoroso e dolente, il film ripercorre i fatti e i personaggi legati a piazza Fontana soffermandosi sulle derive delle indagini. Oltre all'accurata ricostruzione oggettiva il film rende l'atmosfera e ha anche il pregio di schierarsi, offrendo delle interpretazioni suggerite ma mai imposte. Se non si ha una conoscenza dei fatti può essere difficoltoso seguirne l'andamento, ma non è certo un difetto del film che per forza di fronte a una storia pluritentacolare deve partire dando alcune premesse per scontate. Fotografia efficacemente "di piombo", regia e attori attentamente sensibili.
MEMORABILE: Tragicamente, lo scoppio della bomba di Piazza Fontana; La costruzione della sequenza dell'omicidio del commissario Calabresi.

Claudius 10/12/22 20:04 - 542 commenti

I gusti di Claudius

Ricostruzione di una delle pagine più drammatiche e oscure della storia italiana (con tutto quello che seguì) non del tutto riuscita ma comunque degna di una visione (anche solo per onorare le vittime innocenti). Giordana rende bene il clima di tensione di quegli anni anche se alcune tesi (la doppia bomba) lasciano perplessi. Ottimo il cast con Favino, la Cescon e Fasolo in testa, seguiti da Mastandrea. Alla fine i dubbi rimangono sempre e sarà difficile sciogliere tutti i nodi. Non un capolavoro ma la visione ci sta.
MEMORABILE: L'esplosione e la conferenza stampa.

Reeves 23/02/23 00:04 - 2172 commenti

I gusti di Reeves

Girato molto bene, con lo spirito del grande cinema politico italiano degli anni Sessanta e Settanta. Le complicità che i fascisti hanno avuto a livello statale sono raccontate con coraggio e  fermezza, si resta solo un po' dubbiosi sulla tesi riguardo allo scoppio con due valigie e soprattutto sulla persona di Calabresi, forse troppo santificato. Ma il film si fa vedere, eccome!
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  • Discussione Gugly • 11/09/13 09:52
    Portaborse - 4710 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Gugly ebbe a dire:
    Ciao Buono,
    ho letto il tuo commento al film: del Pinelli di Favino cosa pensi?



    Ottima interpretazione, ricca di sfumature e densa di credibilità. Non essendo Pinelli uomo pubblico, non so però se corrisponda al Pinelli reale. Unica stonatura (non per colpa usa) del ruolo: l'apparizione come... fantasma sorridente.
    Buona la Cescon, buono Mastandrea (aveva il ruolo più difficile), impalpabile la Chiatti.
    Moro e Rumor resi impietosamente molto bene: statura non esattamente da statisti...
    Ho notato che il ruolo del Principe Borghese è stato trattato non senza un briciolo di simpatia: forse perché i vecchi militari, ovunque abbiano militato, hanno per tutti un certo carisma.



    Mah....io ho letto il libro-intervista di Licia Pinelli " Una storia quasi soltanto mia" e ho ritrovato nel film alcune descrizioni, e concordo sulla forzatura del "fantasma" ma forse, in un modo o nell'altro, si voleva rappresentare un sentimento, forse un senso di colpa; per me ottima la Cescon, mentre Mastandrea l'ho trovato troppo ambiguo, ma in realtà non so nulla su Calabresi, mentre la Chiatti nel ruolo poteva figurare di più, vista la forza dimostrata negli anni successivi dalla vera signora Calabresi...Moro non fa una figura da statista? Mi sembra il migliore tra i peggiori...quanto al Principe Borghese non concordo: la risposta che fornisce Delle Chiaie quando afferma che questa strage non è avvenuta secondo le regole militari (adesso non ricordo esattamente la frase) è meravigliosa.
  • Discussione B. Legnani • 11/09/13 10:29
    Pianificazione e progetti - 14946 interventi
    Gugly ebbe a dire:
    quanto al Principe Borghese non concordo: la risposta che fornisce Delle Chiaie quando afferma che questa strage non è avvenuta secondo le regole militari (adesso non ricordo esattamente la frase) è meravigliosa.

    In che senso? Che non c'è neppure un briciolo o che ce ne è di più?
  • Discussione Gugly • 11/09/13 10:30
    Portaborse - 4710 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Gugly ebbe a dire:
    quanto al Principe Borghese non concordo: la risposta che fornisce Delle Chiaie quando afferma che questa strage non è avvenuta secondo le regole militari (adesso non ricordo esattamente la frase) è meravigliosa.

    In che senso? Che non c'è neppure un briciolo o che ce ne è di più?


    C'è qualcosa nel senso che Borghese conserva (almeno) la lealtà del codice militare, e critica con Delle Chiaie la strage perchè è stata perpetrata a danno di civili e non in stato di guerra.
    Ecco, al minuto 38:18
    http://www.youtube.com/watch?v=cey3-5LZsYk
    Ultima modifica: 11/09/13 10:32 da Gugly
  • Discussione B. Legnani • 11/09/13 10:31
    Pianificazione e progetti - 14946 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Contento che ti sia piaciuto il film. Non concordo sulla fruibilità. Può essere apprezzato ( e può indurre a recuperare informazioni) anche da chi non ha ben presente la vicenda. Poi è ovvio che le piccole sfumature, sono colte solo da coloro che hanno una conoscenza approfondita della vicenda e del periodo storico.

    Chiarisco meglio. Non è impossibile fruirne, ma è molto arduo per lo spettatore potenziale medio del 2013.
    E' però impossibile, per i nati dopo il 1960, respirare l'aria grave e greve che si respirava a Milano e che il film mi ha fatto ri-respirare.
  • Discussione Gugly • 11/09/13 10:35
    Portaborse - 4710 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Didda23 ebbe a dire:
    Contento che ti sia piaciuto il film. Non concordo sulla fruibilità. Può essere apprezzato ( e può indurre a recuperare informazioni) anche da chi non ha ben presente la vicenda. Poi è ovvio che le piccole sfumature, sono colte solo da coloro che hanno una conoscenza approfondita della vicenda e del periodo storico.

    Chiarisco meglio. Non è impossibile fruirne, ma è molto arduo per lo spettatore potenziale medio del 2013.
    E' però impossibile, per i nati dopo il 1960, respirare l'aria grave e greve che si respirava a Milano e che il film mi ha fatto ri-respirare.


    Già...mio padre mi ha raccontato spesso di quando, giovane studente al Politecnico di Milano, amava indossare maglioni neri: un giorno era in piazza Duomo e c'era una manifestazione...lui si guardò il maglione, pensò che avrebbe potuto essere picchiato da qualcuno e si infilò giù nella metropolitana.
  • Discussione B. Legnani • 12/09/13 00:02
    Pianificazione e progetti - 14946 interventi
    Gugly ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Gugly ebbe a dire:
    quanto al Principe Borghese non concordo: la risposta che fornisce Delle Chiaie quando afferma che questa strage non è avvenuta secondo le regole militari (adesso non ricordo esattamente la frase) è meravigliosa.

    In che senso? Che non c'è neppure un briciolo o che ce ne è di più?


    C'è qualcosa nel senso che Borghese conserva (almeno) la lealtà del codice militare, e critica con Delle Chiaie la strage perchè è stata perpetrata a danno di civili e non in stato di guerra.
    Ecco, al minuto 38:18
    http://www.youtube.com/watch?v=cey3-5LZsYk


    Sì, Gugly. E' proprio per questo che viene visto con un po' di simpatia.
  • Discussione Gugly • 21/12/13 13:08
    Portaborse - 4710 interventi
    E dopo Mastrandrea, ecco Solfrizzi nei panni di Calabresi...

    http://www.ansa.it/web/notizie/specializzati/lifestyle/2013/12/19/Generazione-70-quegli-Anni-Spezzati-cosi-attuali_9812153.html
  • Discussione Gugly • 7/01/14 23:13
    Portaborse - 4710 interventi
    La prima parte della fiction di cui sopra è stata un vero orrore, paragonabile solo a Pupetta, giuro.
  • Discussione Capannelle • 24/06/14 15:26
    Scrivano - 3487 interventi
    Un buon film ed un utile esercizio di ripasso su un periodo decisamente buio che Zavoli ha ricostruito magistralmente nella sua Notte della Repubblica.

    In questo, non sapevo della petizione apparsa sull'Espresso e firmata da oltre 700 intellettuali tra cui, solo per rimanere in ambito cinematografico: Fellini, Bertolucci, Bellocchio, la Cavani, Corbucci, il critico Morandini, il doppiatore Penne, Pasolini, Squitieri, Samperi, Lizzani, D'Agostino, Pontecorvo, Tessari e Laudadio.

    Una petizione nata in un contesto del tutto eccezionale ma che, col superficiale contributo di gente adulta e vaccinata, ebbe il torto di additare Calabresi come il principale responsabile del fatto.
  • Discussione Raremirko • 17/11/18 22:39
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Stavolta in totale disaccordo con Schramm; il film, come sempre per Giordana, è realizzato ed interpretato divinamente, e secondo me posizione la prende eccome (non si può dire proprio tutto perchè, come per Pasolini - Un delitto italiano, la verità assoluta la sa solo Dio).


    Teso, stringato, avvincente, vale sia per confezione e per contenuti: tutto perfetto o quasi (effettivamente la Chitti la si vede troppo poco, per dire; notevolissimi Mastandrea e Gifuni).


    Giordana è ai massimi livelli, come Sorrentino e Garrone.