Tratto da una storia vera, un film “semplice” come il titolo, eppure emozionante ed appagante. Il tema portante non è solo quello del rapporto filiale che si crea tra il giovane produttore e la sua “tata” ma anche quello ben più difficile e meno conciliante della vecchiaia, trattata con grande sobrietà e pudore, ma anche senza edulcorare la pillola. Di grande delicatezza, colpisce per il suo sguardo semplice. Eccellente la prova di Andy Lau, premiata con la coppa Volpi a Venezia. Al solito, il doppiaggio è discutibile.
Linguaggio composto, regia a tratti impercettibile per un film semplice come la vita che racconta. L’umiltà, l’umanità, i valori, l’innata sensibilità orientale. Il tratteggio soave della protagonista - dolce e coraggiosa - trova terreno fertile in questo percorso di vita vissuta: viaggio contemplativo, mai edulcorato e squisitamente ironico verso la vecchiaia e la morte, rifuggendo però da ogni ricatto, snodo eccessivamente drammatico, disperazione... portando Ah tao ad un’accettazione del dramma intrisa da una dignità che lascia il segno.
MEMORABILE: Quando negli snodi narrativi si sceglie il silenzio per esprimere il dolore, i sentimenti repressi e non, nelle loro tante sfaccettature...
A simple movie. Non che non sia delicato. Non che Andy Lau non sia decisamente efficace. Ma non ha certo la poetica del Departures citato in locandina, decisamente su un altro livello. In buona sostanza il problema è che non accade niente e il tutto risulta di una noia spaventosa (l'attempato signore che avevo di fianco in sala ha abbandonato borbottando a ridosso della scena finale). Il doppiaggio lo affossa ulteriormente.
Hong Kong è bella con le luci della notte, di più sotto le scintille dei fuochi artificiali di capodanno; di giorno è grigia, disadorna e quindi triste (almeno il quartiere in questione). Disadorna e non certo elegante, ma all'apparenza efficiente, è invece la casa di riposo dove Ah Tao, stanca dopo una vita di preciso e ordinato lavoro come governante tuttofare di una famiglia borghese, si ritira seguita amorevolmente dall'uomo che lei ha cresciuto. Interpretazioni misurate "orientali", storia di tutti i giorni ma un po' speciale nella sua "semplicità".
MEMORABILE: Evidente la differenza di aspetto, pur essendo coetanee, tra la "padrona", nella famiglia dove Ah Tao ha sempre lavorato e Ah Tao stessa.
L’abnegazione di sessant’anni di lavoro della serva Ah Tao presso la famiglia Leung ha come capolinea un ospizio. Narrazione lineare al limite di una piattezza che non emoziona, che snocciola momenti di terza età dolente. Giusto una panoramica di tristezza dignitosa che non lascia il segno, o forse questo ne era l’intento. Doppiaggio freddo e distaccato che influenza la visione.
La vita semplice è quella di Ah Tao che, entrata a servizio presso una famiglia appena bambina, l'ha accompagnata per quattro generazioni. Ora, anziana e malata, è ricoverata in una casa di riposo,.. Film pudico sulla solitudine e sulla vecchiaia, senza sconti ma anche senza sottolineature retoriche o ricatti sentimentali, affida il suo messaggio alla dolce ritrosia di Deannie Yip, mentre la star dei film d'azione Andy Lau ben si presta ad interpretare il ruolo del "figlioccio". Il finale, così asciutto nella sua ineluttabilità, commuove.
Un esempio di come si possa fare un buon cinema raccontando una storia semplice. In questo film il titolo è una dichiarazione programmatica; eppure c'è tantissima umanità e una grande caratterizzazione dei personaggi nel racconto di una storia d'amore e di fedeltà, nel rapporto tra una governante e il suo padrone. Momenti di puro lirismo e uno sguardo introspettivo sulla condizione della vecchiaia come un doloroso e nostalgico distacco.
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DiscussioneDaniela • 19/02/13 07:49 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Ciao Cotolino,
condivido il tuo giudizio sul film, ma questa non è certo una novità - siamo o non siamo anime cinematografiche gemelle? ;o)
Piuttosto vorrei segnalarti una piccola svista:
la Coppa Volpi è stata assegnata alla dolcissima Deannie Yip e non ad Andy Lau - uno dei miei attori preferiti da quanto ne rimasi folgorata in Infernal Affairs
Ciao Daniela,
leggerti è sempre un piacere. Quest'estate poi
seguirò i tuoi molteplici ed interessantissimi
consigli. Circa la Coppa Volpi ovviamente hai
ragione tu: mi sarò confuso con questi nomi orientali, a volte per me un po' problematici.
DiscussioneZender • 20/02/13 08:02 Capo scrivano - 47802 interventi