Cerca di rifarsi una vita trovando lavoro come benzinaio, ma l’ex della fidanzata (un gangster) lo trascina a tradimento in un affare losco di droga. Drammone con aspirazioni da thriller americano, che però si stempera nelle stucchevoli e sdolcinate atmosfere italiote, con tanto di trepidante mamma del protagonista che avrà un (patetico) ruolo chiave nella soluzione finale della storia. Non che il film non sia vedibile, ma la trama è talmente orecchiata (male) da far venire il latte alle ginocchia. Interessante la colonna sonora di percussioni.
Incredibile ibrido dove accanto a vaghe ambientazioni da noir americano trovano spazio i temi di più facile presa: la famiglia, il peccato e la redenzione, ma soprattutto una ingombrante presenza della figura materna che tutto perdona e tutto può. Il risultato è praticamente una sorta di fotoromanzo (a cui il titolo calza a pennello) con personaggi tagliati con l'accetta... incredibile la nuora Germaine, a cui verrebbe da diagnosticare una seria forma di schizofrenia.
Melodramma di ascendenza matarazziana calato negli anni controversi dell'Italia del boom. Con qualche zolla di neorealismo ancora attaccata, le radici dell'opera affondano nel romanzo d'appendice attraverso l'abnegazione materna della nobile figura della Cegani e quella della maliarda avida e cinica della Hielscher, sebbene la conversione di quest'ultima a moglie devota sia troppo repentina e schematica. Tesa ed efficace la colonna sonora per percussioni; alquanto impacciata la scazzottatura tra i due uomini e retorica la voce fuori campo.
MEMORABILE: La provvidenziale foratura della gomma dell'auto.
Vittorio Cottafavi HA DIRETTO ANCHE...
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Il film al momento dell'uscita in sala fu pesantemente censurato, con l'eliminazione e l'alterazione delle sequenze più erotiche. Sul facebook della Ripley's Home Video è disponibile un video che dimostra come attraverso il doppiaggio furono manipolati i dialoghi più spinti.
Ma sì, anche drammatico è giusto. La trama. la spina dorsale, per come me lo ricordo io, è inequivocabilmente da noir. Il problema è che è un noir annacquato da una sensibilità drammatica e a tratti melodrammatica, che ne fanno un po' una cosa ibrida. Diciamo che è la via italiana al noir (via italiana degli anni 50, beninteso). Chiaro che con la sensibilità attuale la percezione è più da film drammatico, ma forse può essere interessante lasciarlo come noir facendo così emergerne le caratteristiche anomale. Ad ogni modo, se Homesick, che è più fresco di me nella visione, dice che secondo lui è meglio rubricarlo come drammatico, non è sbagliato cambiare, per cui si può fare tranquillamente.
DiscussioneZender • 7/04/15 15:09 Capo scrivano - 47728 interventi
Sì, io ripeto che il genere sarebbe da cambiare solo se è palesemente errato. Quando si tratta di sfumature lasciamo perdere. Comunque visto che per te va bene cambiamo, Pigro.