Violent cop - Film (1989)

Violent cop

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il primo film di Takeshi Kitano, subentrato al regista originale quasi da subito. Già in VIOLENT COP sono presenti praticamente tutte le caratteristiche che hanno reso celebre l’ex showman comico giapponese: una fissità sconcertante nei primi piani, nessun arretramento di fronte alla violenza, che anzi esplode in incredibili parentesi splatter che nel finale raggiungono vette di pura poesia. E poi un'ottima scelta nelle inquadrature, una recitazione dimessa ma perfettamente in linea con la messa in scena (qui ancora molto fredda), uno strano senso della comicità legato indissolubilmente all'imprevedibilità e all'assurdità delle azioni. Il protagonista è lui, “Beat” Takeshi (Kitano, che così...Leggi tutto si ferma sempre quando recita), un poliziotto duro e violento come nemmeno Callaghan potrebbe mai essere. E che soprattutto con i grandi poliziotti eroi occidentali non condivide i sentimenti: è molto più insensibile e uccide senza nemmeno accorgersene, così come i suoi avversari, con i quali finisce in pratica per confondersi. Rispetto alle prove successive VIOLENT COP è maggiormente claustrofobico, teso, “urbano”. Non c’è il mare, presenza fondamentale del cinema di Kitano, e si vede persino dell’azione: non per niente una delle scene più riuscite è un lungo inseguimento destinato a concludersi ferocemente. In VIOLENT COP Kitano è insomma già lui, in tutto e per tutto, capace di codificare un nuovo stile nell’inflazionato genere gangsteristico. La violenza è inevitabile, ma non è affrontata con il compiacimento occidentale; è semplicemente una componente inevitabile, se si vuol raccontare un certo tipo di storie. A tratti il ritmo cala e i silenzi sono esagerati, ma la proposta è interessantissima.

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Puppigallo 26/04/07 18:43 - 5273 commenti

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Kitano, la sfinge a due facce (serio, o con sorriso un po’ forzato). Eppure, riesce a disegnare molto bene il personaggio (il poliziotto Azuma), che come un robot programmato va per la sua strada, segue le sue regole e non si fa troppi scrupoli (darà parecchie lezioni). Il bla bla di colleghi e superiori non lo tange (lui è di pochissime parole). Inquietante quadro iniziale su giovani e giovanissimi che, per noia o per ignoranza, si divertono a maltrattare barboni, o a lanciare oggetti dai ponti sulle barche. Ritmo un po’ altalenante. Buono .

Blutarsky 14/11/07 17:33 - 360 commenti

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Opera prima di Kitano che dimostra una sicurezza nella regia sconcertante e costruisce un film fatto di silenzi e atmosfere rarefatte che vengono interrotte da improvvisi scoppi di violenza. Si cuce su misura il personaggio dell’autodistruttivo poliziotto protagonista, incurante dei superiori e del mondo in generale. In alcuni momenti si percepisce l’umorismo feroce del regista, ma il tono generale è cupo, in un crescendo che porta fino allo straziante finale. Ottimo punto di partenza per conoscere la filmografia del regista.
MEMORABILE: L'inseguimento del criminale con la mazza da baseball.

Daniela 8/03/09 10:05 - 12660 commenti

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Alla sua prima regia, di sorprendente maturità, Kitano mette in luce il lato cupo e pessimistico del personaggio di clown triste, mentre resta in sordina l'aspetto bizzarramente umoristico che invece emergerà nelle opere successive. È lui il violent cop del titolo, laconico, scostante con i colleghi, incurante dei superiori, determinato come un automa nel suo lavoro. Il suo unico rapporto umano sembra essere quello con la sorella handicappata e sarà proprio questo legame a causarne la rovina nel disperato, lancinante finale.
MEMORABILE: Tutto l'epilogo della vicenda.

Renato 12/06/09 12:53 - 1648 commenti

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Primo film di Kitano, con una struttura ancora migliorabile ma già di assoluto valore. La violenza in alcuni momenti è notevole, ma si mantiene ancora su livelli -soprattutto temporali- accettabili. Ricordo di averlo visto la prima volta quando avevo già memorizzato Hana-Bi, e questo in un certo qual modo lo ha reso anche più interessante, visto che certe cose Kitano le ha poi riprese e perfezionate, soprattutto nel montaggio.

Capannelle 17/07/09 15:45 - 4411 commenti

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Il primo Kitano contiene in forma grezza gli elementi che caratterizzeranno i film di questo buono e originale regista. Troppi sono ancora i momenti di lentezza e pesantezza (assenza di musiche e generale freddezza degli ambienti), come forzati sono certi passaggi (certe morti non sono credibili) ma aldilà di questo c'è già un forte richiamo all'antieroe malinconico e dannato, qui reso acor più vulnerabile dalla sorella malata di mente.

Cotola 23/11/10 23:59 - 9043 commenti

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Folgorante esordio cinematografico di Kitano (doppiamente meritevole poiché è riuscito anche creare ed incarnare una “maschera” indimenticabile) che sin dall’inizio pone le carte in tavola di quelli che saranno gli elementi tipici del suo stile: lunghi silenzi, scoppi improvvisi di violenza, pause e soprattutto un pessimismo di fondo, un nichilismo ed una cupezza che raggiungono livelli altissimi. Straniante ma riuscito l’uso della musica di Satie nelle scene d’azione. Notevole ma comprensibilmente potrebbe non piacere a tutti.

Mickes2 28/12/11 17:40 - 1670 commenti

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Il clima gelido a asettico che permea la centrale di polizia rispecchia appieno l’animo e il carattere di Akuma, poliziotto schivo e violento, taciturno con i più e veramente affezionato solo alla sorella malata. La prima regia di Beat Takeshi ha uno stile grezzo e discontinuo con un ritmo a tratti incerto, ma porta già con sè quasi tutti gli stilemi del suo cinema. Notevole la capacità di dipingere un antieroe servendosi di una storia dai toni acri e cupi, dove domina il cinismo, dove cane mangia cane, dove non c’è spazio per la redenzione.

Ryo 15/04/14 20:35 - 2169 commenti

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Esordio alla regia di Takeshi Kitano che, venendo da un trascorso da comico puro, tinge inaspettatamente il suo film di violenza e crudeltà. A fronte di una sceneggiatura molto accattivante che vede protagonista un personaggio di un cinismo esagerato, c'è da dire che la regia a volte risulta appesantita da troppi inutili tempi morti e una scarsa credibilità in alcune scene di combattimento.

Alex1988 14/01/16 18:41 - 728 commenti

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Pregevole esordio alla regia per Kitano, destinato a una grande carriera, seppur fatta di alti e bassi. Storia di un poliziotto alla "Callaghiana", violento come non mai e incapace di affetto se non per la propria sorella. L'abilità di Kitano è quella di non esaltare la violenza che permea tutta la storia ma di mostrarla in modo tale da non far immedesimare il pubblico con il personaggio.

Paulaster 19/02/16 09:52 - 4415 commenti

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Più che un poliziesco inquadra un modus vivendi provocato dalla stessa società: la violenza brusca che ammorba i sobborghi. Buone le ambientazioni cupe a dimostrare che il male aleggia nelle ombre dei palazzi e musiche jazzate che accompagnano l’escalation (a ricordare Taxi driver). Kitano ha gli sguardi da duro anche se talvolta va fuori giri come resa scenica. Finale con le sue dolenti implicazioni a denunciare che le abitudini criminali sono divenute quotidiane e irreversibili.
MEMORABILE: La ragazza uccisa per sbaglio.

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Galbo 27/10/18 13:12 - 12392 commenti

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Il debutto cinematografico di Kitano avviene all'insegna di un poliziesco/noir originale nello svolgimento (più che nella trama) e segnato da una profonda cupezza che nasce da una visione amarissima della realtà e ad una profonda consapevolezza della disumanità del prossimo. La violenza visiva che esplode senza preavviso ed è alternata a momenti più riflessivi rappresenta la cifra stilistica più evidente di un film che si distingue anche per l'interpretazione del suo protagonista e la particolarità della colonna sonora.

Bubobubo 14/11/18 14:31 - 1847 commenti

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Per quanto si pensi di aver raschiato il fondo, c'è sempre qualcosa in agguato pronta a far vacillare ogni certezza. La violenza del poliziotto (di) Kitano è, prima di tutto, manifestazione emotiva di un nichilismo a tutto tondo, di mancanza di fiducia nell'altro, nella società, nella giustizia. Né redentori né redenti: all'inferno ci si va tutti assieme, trascinandosi l'uno con l'altro. Qualche esagerazione grafica in un finale dalle tinte fumettose ridimensiona leggermente il giudizio complessivo.

Tarabas 24/06/19 09:53 - 1878 commenti

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Il voto è forse viziato dal pregiudizio favorevole per il regista-attore, ma il film anticipa (1989) molte mode, non teme di dilatare i tempi annullando l'azione (sarà una cifra di Kitano per tutta la carriera), mette lampi di colore (e di violenza) inaspettati, senza esibire i vezzi (spesso formalistici) dei contemporanei hongkonghesi. Scura la fotografia, nera la storia, che mette a confronto il violent cop del titolo e un killer altrettanto amorale. Pochi altri esordi di questo livello.

Thedude94 23/02/20 01:13 - 1095 commenti

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Un Kitano crudo e spietato questo di "Violent cop", che mette in scena una storia amara di un poliziotto alle prese con diversi problemi personali. E' Kitano stesso a interpretarlo ottimamente, con il suo sguardo magnetico e perso nel vuoto che trasmette la giusta sensazione di perdizione di un uomo in conflitto con sé stesso e con il mondo. La regia è davvero buona, le scene d'azione e le pistolettate degne di nota. Insomma, un'opera da gustarsi con passione, per capire fino in fondo la crudezza di questo regista memorabile.

Jdelarge 19/01/21 20:32 - 1000 commenti

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Sorprendente film diretto da Kitano, che dà vita a una storia in cui nessuno sembra salvarsi, fatta eccezione per la sorella del protagonista la quale, nonostante la malattia mentale, sembra essere il personaggio più positivo della vicenda, semplicemente perché si è impossibilitati a giudicarla. La storia è narrata con realismo tutto speciale, che da un lato non spettacolarizza nulla ma dall'altro risulta paradossalmente surreale. L'interpretazione di Takeshi Kitano è unica. Divertente e straniante, quindi perfettamente inserito nel film, il gioco sul genere poliziesco.
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  • Discussione Blutarsky • 29/07/11 17:34
    Custode notturno - 338 interventi
    nei vari film sul Davinotti il Kitano attore è stato accreditato come Beat Takeshi / Takeshi Kitano / takeshi Kitano.
    andrebbe uniformata la situazione.
  • Discussione Zender • 29/07/11 18:59
    Capo scrivano - 47770 interventi
    Direi proprio di sì Bluto. Maledetto Kitano e tutto il beat! Grazie.