Il cavallo di Torino - Film (2011)

Il cavallo di Torino
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Titolo originale: A Torinói ló
Anno: 2011
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Trasmesso da Fuori Orario (Rai 3) in lingua originale con sottotitoli in italiano. Aka "The Turin Horse".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/01/12 DAL BENEMERITO REBIS
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Rebis 31/01/12 16:51 - 2332 commenti

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Nel 1889 Friedrich Nietzsche, durante un soggiorno torinese e prima di precipitare nella follia, si lanciò in lacrime su un cavallo percosso dal suo cocchiere: di quel cavallo il film narra i successivi giorni di vita... Béla Tarr ci dirotta fuori dal flusso della Storia, insegue i rivoli di un'umanità destinata a naufragare in un grande Nulla, fra Terre Desolate battute dal vento, dove l'esistenza si fa sopravvivenza e le forme del molteplice precipitano in una primordiale integrità: l'acqua, il pasto, la ruota, il sonno. E il buio. Dureriana la scabra maestosità dell'impianto figurativo.

Mickes2 7/02/12 18:31 - 1670 commenti

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Un altro viaggio allegorico ed incisivo, l’apocalisse secondo Bela Tarr è lenta e raccolta. Scandito in sei giorni, pianura perennemente in balia del vento, silenzi lugubri, lunghi pedinamenti, patate a colazione pranzo cena, poi si dorme col rumore del vento onnipresente quasi come una minaccia. E vivere diventa un'impresa tremendamente ardua. La disillusione, effimera, si dirada nel vento. La forza del cinema di Tarr è tutta qua: nella solennità dei gesti, nelle immagini potentissime, nell’evocare silenziosamente una tragedia.

Rullo 11/02/12 22:55 - 388 commenti

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Friedrich Nietzsche si mette a piangere abbracciando un cavallo e Tarr decide di raccontarci la storia di quest'ultimo. Un incipit memorabile precede il dramma e la tristezza del padre cocchiere e della figlia, in una landa desolata perpetuamente spazzata da un vento incessante e scandita semplicemente da una monotonia interrotta da sporadici incontri. La regia di Tarr con la steadicam è incantevole.

Cotola 4/08/13 11:13 - 9013 commenti

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Una delle esperienze cinematografiche più "estreme" di sempre (di sicuro non per tutti i gusti). Tarr dà vita ad un cinema scabro come pochi, fatto di gesti ed azioni sempre uguali a se stessi, elimina quasi del tutto la parola e gira scene lunghe ed avvolgenti mostrando una tecnica che lascia senza fiato. Un prodigio la fotografia pittorica (alla Durer) di Fred Kelemen: da stropicciarsi gli occhi. Gli ultimi dieci minuti sono di una potenza che lascia esterrefatti, di una bellezza senza pari ed angosciano ed atterriscono profondamente come quasi mai accade nel cinema. Capolavoro!

Paulaster 23/10/13 10:36 - 4391 commenti

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Da “l’occhio della madre” a “l’occhio del cavallo” se mi si permette la boutade fantozziana. Film come metafora della vita, un giogo senza scampo dove il vento fa diventare pazzi come ne La messa è finita e sovrasta l’ambiente, con il movimento dell’aria all’esterno, al rumore all’interno. Bianco/nero fioco e scenografie all’osso per una discesa nell’inverno dell’anima. Nell’immobilità insistita tocca picchi di angosciosa bellezza. Piccoli nei: troppo fogliame per un paesaggio brullo e in campo lungo è meno efficace.
MEMORABILE: Il cavallo che tira il carretto all’inizio; L’arrivo degli zingari; La fissità del cavallo nella stalla.

Myskin69 7/11/13 14:08 - 14 commenti

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"Toccare, acquisire e quindi degradare. E’ andata avanti così per secoli... ancora e ancora", dice l'ospite nel monologo centrale del film. Di una lentezza senza pietà (che è poi la lentezza della vita, nella sua costante ripetitività) e insieme pieno di compassione per gli esseri e le cose, Béla Tarr ci descrive l'estinzione non solo dell'umanità ma della vita in genere, come in una sorta di inevitabile espiazione di una colpa originaria. Due ore e mezza di vita vera, prima che il buio (in sala e sulla Terra) giunga a coprire tutto.
MEMORABILE: La straordinaria recitazione del cavallo.

Capannelle 26/02/14 17:25 - 4399 commenti

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Un padre, una figlia e un cavallo conducono un'esistenza silente in una fattoria sperduta nella valle dove soffia costantemente un vento fortissimo. Bela Tarr ci presenta sei giorni di opprimente ripetitività. A cavallo tra il mistico e il calvario cinematografico, è un'opera cui non è facile appassionarsi, al di là della fotografia ricercata e di alcune immagini potenti nel loro simbolismo.

Kaspar 5/12/15 16:03 - 15 commenti

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Si racconta che Nietzsche, il giorno che impazzì, aveva visto un uomo pestare violentemente un cavallo, per le vie di Torino. Che fine fece l'animale? Su questa falsariga, l’ultimo film di Tarr prima del ritiro annunciato è una parabola sulla Fine. L’autore chiude con meditata e straordinaria consapevolezza la sua opera cinematografica e gira un film sullo svanire delle cose, sulla vita che si spegne lentamente, citando se stesso, riprendendo oggetti, azioni ed elementi di tutta la sua opera. Tarr sa di aver detto tutto ciò che aveva da dire. Il personaggio femminile è la bambina di Sátántangó.

Nando 22/09/18 00:00 - 3810 commenti

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Una pellicola che descrive la pesantezza dell'esistenza umana, parola del regista magiaro. Indubbiamente non di facile visione, annovera numerosi momenti morti e due dialoghi di notevole importanza. Certo l'impatto può risultare duro e impegnativo, ma i dialoghi e soprattutto il finale tremendamente pessimistico lo rendono un film di ottimo livello.

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  • Homevideo Mco • 30/04/13 23:07
    Risorse umane - 9970 interventi
    In uscita il 7 Maggio 2013 in DVD per Eye Division.
  • Homevideo Cotola • 4/08/13 11:36
    Consigliere avanzato - 3842 interventi
    Il Bluray della Arificial Eye è semplicemente strepitoso. Quando la parola perfezione non è esagerata. In un film in cui i "colori" ed i chiaroscuri hanno un'importanza fondamentale, va detto che il lavoro fatto è stato prodigioso.

    L'immagine restituisce appieno le intenzioni del regista e del direttore della fotografia. La nitidezza raggiunge livelli eccelsi anche nelle scene buie. Pure i pochi
    dettagli sono resi come poche volte.
    Benissimo anche l'audio.
    Insomma quel che si dice un'edizione da riferimento!

    Unica "pecca" è l'assenza dell'italiano sia tra le lingue parlate che dai sottotitoli. Tuttavia considerando che i dialoghi sono ridotti al minimo, basta masticare un pochino
    di inglese e non avrete problemi.

    Chi ama il film ed il regista la compri senza indugi.
  • Discussione Cotola • 4/08/13 11:54
    Consigliere avanzato - 3842 interventi
    Pigro visto che ami i film di Bela Tarr ti straconsiglio questo. Per me è stato il primo incontro con il suo cinema e mi ha letteralmente mozzato il fiato. Quel finale poi...

    Sono molto curioso di leggere il tuo parere sulla pellicola in questione.


    P.S.

    Posseggo anche gli altri film ma me li sto conservando da tempo per gustarmeli poi pian piano.
  • Homevideo Mickes2 • 4/08/13 12:37
    Addetto riparazione hardware - 335 interventi
    ottima notizia Cotola!
    Artificial Eye è sinonimo di qualità, al prossimo ordine UK lo inserirò certamente tra gli acquisti :)
  • Discussione Pigro • 4/08/13 20:37
    Consigliere - 1659 interventi
    Sì, so di questo film, e infatti prima o poi me lo devo assolutamente vedere. E concordo perfettamente con te: Bela Tarr va gustato pian piano. Io sto aspettando il momento giusto, quella particolare sera con il mood adatto a lasciarsi sprofondare in un suo film. Purtroppo sono da un po' di tempo in un periodo tempestoso che non mi consentirebbe una visione "simpatica" (in senso etimologico), quindi attendo. Spero dopo questo agosto, che si annuncia ancora tempestoso per me, di potermi riaffacciare a un'altra opera di Bela Tarr...
  • Discussione Rebis • 4/08/13 22:31
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Anche per me è stato il primo Bela Tarr e devo dire che nonostante l'alto livello dei film che ho visto dopo, non si è più creata la stessa magia davanti alle sue immagini. Il cavallo di Torino ha qualcosa di ancestrale, una cifra metafisica che si fa quasi percettibile...

    E' vero comunque che con Tarr bisogna essere in un mood di ambia disponibilità, che comunque si merita pienamente
    :)
    Ultima modifica: 4/08/13 22:36 da Rebis