Reprise - Film (2006)

E' curioso che proprio da un paese massimo detentore statistico dei suicidi come la Norvegia arrivi un'opera che del rapporto tra creatività e follia, amore e disperazione, ambizione e depressione ne faccia questione di punta di forchetta, quando non forzata neutralità. Trier (attenzione al cognome) lavora fin troppo sulla contrazione e sull'autoassorbimento, e peccando di scrupoli e defalcate offre un'opera che vive di tensioni continue che sfiatano sul nascere. Si promette l'atomica ma scoppiano miccette. Risultato: piacere intellettivo e coinvolgimento emotivo, non pervenuti.

Due amici sensibili, accomunati dalla passione per la scrittura, prendono progressivamente atto dell'impossibilità di far coincidere le loro aspirazioni letterarie di fronte alla vita e al progredire imprevedibile degli eventi, che li porta a scelte discordanti.Trier al suo esordio fa sua con grande sensibilità la lezione della Nouvelle Vague, con una storia di sentimenti sottili e ambigui tra reale e idealità, amicizia e antagonismo, aspirazione e delusioni, attraverso una narrazione estremamente raffinata fatta di frammenti che si rifrangono tra loro come nella dimensione psichica.